L’Italia è uno dei maggiori detentori di siti facenti parte del patrimonio Unesco ma nonostante ciò non ferma di certo le sue proposte. Quest’anno, tra le candidature, ci sono i portici di Bologna, Monte Grappa, il parco della Majella e molti altri.

Il nostro Bel Paese è attualmente detentore del maggior numero di siti diventati patrimonio Unesco. Con l’Italia, anche la Cina conta la bellezza di 55 riconoscimenti mondiali. Di questi siti, cinque fanno parte del patrimonio naturale e otto sono culturali. Con le candidature ufficialmente chiuse da poco, l’Italia cerca di promuovere ed elevare nuove bellezze che la caratterizzano nel mondo intero.

Patrimonio Materiale dell’Unesco

L’identificazione, la protezione, la tutela e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale e naturale di tutto il mondo rientrano tra le missioni principali dell’UNESCO.

-Unesco official website-

La Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale è stata adottata dall’Unesco nel 1972. Da allora, sono stati inseriti nella lista 1121 siti presenti in 167 Paesi. Di questi, sono l’Italia e la Cina a fare da capolista, contando ognuna 55 siti.

Non tutti i siti sono uguali. Infatti, viene fatta una distinzione tra i beni che vengono iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale. Fanno parte del patrimonio culturale i monumenti, gli agglomerati e i siti. Tra questi, l’Italia vanta la Costiera Amalfitana, le Cinque Terre, i siti archeologici di Paestum, i giardini medicei in Toscana e tante altre bellezze uniche al mondo.

C’è poi la categoria patrimonio naturale, in cui rientrano i monumenti naturali, le formazioni geologiche e i siti naturali. In questa cerchia, alcune specialità italiane sono le Isole Eoline, l’Etna e le Dolomiti.

Infine, nel 1992 è stata introdotta la categoria paesaggio culturale, in cui rientrano quei paesaggi che rappresentano una biunivocità tipica tra uomo e natura. Tutti gli altri siti rientrano nei beni misti. Ad esempio, i centri storici delle città come Roma, Venezia o Firenze, i Sassi di Matera, e così via.  

Il Brand

Ovviamente, i criteri per poter entrare nella Lista del Patrimonio Mondiale sono molti e molto dettagliati. Tra questi, il criterio forse più importante di tutti è quello di unicità. Ogni bene, infatti, deve avere un valore eccezionale universalmente riconosciuto.

Entrare a far parte del Patrimonio Mondiale però, è anche un brand. Esistono ad esempio tour nelle zone viticole della Francia, che seguono rigorosamente tutte le aree inserite nella Lista. Entrare quindi in questo mondo così speciale garantisce ai siti, e in particolare alle persone che li gestiscono, un grosso afflusso di persone. E di conseguenza, far parte del Patrimonio Mondiale, garantisce tutti i mezzi necessari per poter mantenere l’eredità mondiale, culturale e paesaggistica che l’uomo si ritrova tra le mani.

Candidati 2021: tra città…

Per quanto riguarda le candidature 2021, di cui si è chiuso da poco il termine ultimo, troviamo numerose chicche italiane.

Primi tra tutti, i portici di Bologna. La città possiede la bellezza di 38 chilometri di portici solo dentro al centro storico. E raggiungono lunghezza 53 contando quelli fuori porta. Le prime testimonianze del simbolo cittadino risalgono addirittura al medioevo e la loro storia, così come il loro stile, è tanto vario quanto antico.

… natura…

Per quanto riguarda il MAB – Man and the Biosphere Program, è stato candidato il Monte Grappa. Questo programma si prefigge l’obbiettivo di individuare e valutare i cambiamenti nella biosfera, così come ha l’obbiettivo di promuovere lo scambio di conoscenze sull’ambiente e sensibilizzare l’umanità al suo rispetto.

Dall’Abruzzo viene candidato il Parco della Majella, che con un iter iniziato nel 2016 è finalmente pronto a diventare un Geoparco riconosciuto da tutto il mondo. La vastità dell’area fornisce la possibilità di vivere a pieni polmoni la natura. Si possono fare escursioni così come volontariato, tirocini e tesi di laurea. Si può camminare tra i sentieri e osservare la vastità di specie animali e vegetali così come si possono visitare gli eremi e le grotte.

Un altro semaforo verde per i geoparchi potrebbe arrivare per il Parco dell’Aspromonte, in Calabria, che come quello della Majella è un vero regalo della Natura all’uomo.

… e storia.

Vengono poi candidati i nuraghi sardi grazie al progetto “la Sardegna verso l’Unesco”. Con questa candidatura si vuol rendere i nuraghi protagonisti di un turismo non troppo valorizzato.

Infine, è stata candidata la via Francigena a Piacenza. È uno dei maggiori itinerari storici italiani e oggi conta la bellezza di 90 tappe, estese per 1800 chilometri. A Piacenza si è ora costituito il primo comitato scientifico volto a tutelare questo percorso. 

Insomma, anche quest’anno non mancano scenari tipici italiani che meritano sicuramente di essere conosciuti in tutto il mondo. La commissione analizzerà i dossier ricevuti e sceglierà tra questi quelli che più possiedono un valore universale eccezionale.