La musica è una componente molto importante nella tradizione dei Nativi Americani. Essa parla un linguaggio che va al di là del mondo sensibile per approdare in quello del Grande Spirito. Per i Nativi la musica ha, infatti, poteri soprannaturali ed è ritenuta capace anche di curare malattie e di influenzare il tempo e gli eventi.
Un po’ di storia
L’interesse per lo studio della musica nativo-americana risale al tardo ‘800 grazie alla nascita di una nuova disciplina, la musicologia comparata, oggi conosciuta come etnomusicologia.
A partire dal 1890, infatti, molti studiosi iniziarono a documentare e a raccogliere informazioni sulle musiche dei Nativi, recandosi sul luogo e – attraverso appositi apparecchi – registrandone i suoni. Queste registrazioni rimangono tutt’ora di grande importanza all’interno della ricerca etnomusicologica.
In particolare, il primo studioso a pubblicare un libro sulla musica nativo-americana fu il musicologo statunitense Theodore Baker nel 1882. Egli parlò a lungo con i musicisti nativo-americani, osservò i loro spettacoli musicali e trascrisse accuratamente le loro melodie usando la notazione musicale europea.
La musica nativo-americana: un universo magico di suoni tutto da scoprire
Tuttavia, anche se alcune tribù utilizzavano una scala musicale molto simile alla nostra, la maggior parte utilizzava toni vocali con intervalli troppo brevi per poter essere eseguiti su una normale tastiera, per esempio.
Ciò conferisce alla musica nativo-americana il suono particolare, vivace e dal ritmo irregolare che la caratterizza. Quest’ultimo, infatti, è più simile al ritmo di un discorso o di un canto di un uccello che al ritmo europeo o occidentale il quale tende ad essere più controllato e regolare.
Alla musica strumentale, in particolare sonagli e tamburi, si accompagna anche il canto. Esso viene usato in qualsiasi momento della giornata ed è dunque parte integrante della quotidianità. Si canta per invocare la pioggia o un buon raccolto, per invocare una buona caccia o la guarigione di qualcuno.
Notiamo come la musica sia anche strettamente intrecciata alla spiritualità. Tra i vari generi musicali troviamo canzoni “scritte” dagli spiriti guardiani, canzoni per la guarigione, canzoni cerimoniali e sacre.
Gli strumenti musicali
Vediamo ora le diverse tipologie di strumenti utilizzati dai Nativi Americani e il significato simbolico che essi possiedono.
Gli idiofoni
Secondo la classificazione Hornbostel-Sachs, gli idiofoni sono quegli strumenti il cui suono è prodotto dalla vibrazione del corpo stesso dello strumento, senza l’utilizzo di corde o membrane tese.
Nella musica nativo-americana la maggior parte degli strumenti sono idiofoni. Hanno diverse forme e dimensioni e vengono realizzati con i più svariati materiali: dalle ali di scarafaggio ai tubi di plastica.
Questi strumenti sono spesso decorati con immagini o motivi particolarmente intricati e complessi, molti dei quali rappresentano esseri mitologici. Come è stato detto poc’anzi, gli strumenti hanno un significato simbolico per i popoli nativi. Ad esempio, per alcuni, il suono di un sonaglio simboleggia il suono della Creazione, mentre per altri facilita la comunicazione tra gli sciamani e gli esseri spirituali.
I membranofoni
I membranofoni sono, invece, quegli strumenti musicali in cui il suono è prodotto dalla vibrazione di una membrana tesa. Di questa categoria fanno, ovviamente, parte i tamburi.
Il suono dei tamburi è presente in quasi tutte le cerimonie dei Nativi Americani ed essi rappresentano il “battito del cuore della Madre Terra”.
Proprio per questa ragione i tamburi cerimoniali vengono trattati con immensa cura e rispetto perché sono ritenuti sacri e considerati come degli esseri viventi a tutti gli effetti. Vengono usati esclusivamente per comunicare con i poteri superiori dell’Universo.
Inoltre, il suono dei tamburi veicola un significato simbolico. Per esempio, per le tribù della costa nordoccidentale degli Stati Uniti, un rapido battito di tamburi rappresenta la trasformazione in forma umana di un “uccello del tuono” (Thunderbird), un uccello leggendario che produce tuoni e fulmini secondo il folklore nativo-americano.
Gli aerofoni
Negli strumenti aerofoni l’aria stessa è il mezzo primario attraverso il quale il suono viene prodotto. I flauti e i fischietti nativo-americani hanno forme e dimensioni diverse e vengono costruiti utilizzando materiali come legno, ossa, argilla e bambù.
In molte tradizioni gli strumenti ad aria sono associati al vento, il quale è a sua volta associato agli esseri spirituali e al respiro, l’essenza della vita. Proprio per questa ragione questi strumenti vengono anche utilizzati durante le cerimonie di guarigione.
I cordofoni
I cordofoni, comunemente chiamati strumenti a corda, non sono molto presenti all’interno della cultura nativo-americana. Essi rimasero sempre allo stato primitivo oppure erano imitazioni o adattamenti degli strumenti a corda europei, come l’arpa, la chitarra e il violino.
La musica è cultura
Tra i tanti altri significati che la musica possiede per i Nativi Americani c’è quello di patrimonio culturale: attraverso la trasmissione, prettamente orale, di canzoni e melodie vengono riaffermati valori culturali, viene celebrata l’identità di un popolo e vengono mantenuti i legami con il passato.
Il processo creativo nella composizione della musica gioca, dunque, un ruolo importante nella trasmissione della cultura.
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