Cannes, al 75 Festival del cinema, il premio della Giuria al film “Le otto montagne”, tratto dal romanzo premio Strega 2017 di Cognetti. Tra gli interpreti Filippo Timi, Luca Marinelli e Alessandro Borghi. Premio ex aequo con EO di Jerzy Skolimowski. Noi oggi ripercorriamo il libro in un vero e proprio “viaggio letterario”.

“Le otto montagne” di Paolo Cognetti è un libro semplice e forte, umile e grandioso, lineare e complesso. Un libro che ci parla della montagna.

Sono forse i suoi odori, il sentirsi lontani dalla vita frenetica di tutti i giorni, la lentezza stessa delle dei suoi animali, il loro pascolare simile al nostro camminare alla ricerca di un luogo ancora più solitario, ancora più nascosto, ancora più silenzioso, ancora più in alto.

ODORE DI MONTAGNA

“Aveva addosso lo stesso odore di stalla, fieno, latte cagliato, terra umida e fumo di legna, che per me da allora è sempre stato l’odore della montagna, e che ho ritrovato in qualunque montagna del mondo”.

Così il protagonista del libro, che parla in prima persona, racconta del suo amico Bruno. E per prima cosa lo fa ricordando il suo odore.

Personalmente, conosco solo alcune zone delle Alpi e degli Appennini. Ho sempre amato di più la montagna d’estate, per la bellezza dei suoi paesaggi, case e chiesette comprese, il suono dolce e a volte più impetuoso dei torrenti, il rispettoso silenzio tutto intorno e il clima, sempre migliore rispetto al caldo torrido delle città. Ma l’odore, quello tipico, ancora più forte dopo un acquazzone estivo, è in grado di regalare una sensazione di pace, di casa. E questo rappresenterà Bruno, per tutta la vita.

PASSATO E FUTURO

“Se il punto in cui ti immergi in un fiume è il presente, pensai, allora il passato è l’acqua che ti ha superato, quella che va verso il basso e dove non c’è più niente per te, mentre il futuro è l’acqua che scende dall’alto, portando pericoli e sorprese. Il passato è a valle, il futuro a monte… Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa”.

Questa è stata una delle citazioni più “evidenziate” e condivise de “Le otto montagne”: la riflessione sul passato che ci scorre davanti – ce lo abbiamo sempre in mente, forse – ma che non può più cambiare nulla, per noi, e il futuro che incombe sopra le nostre teste, al quale spesso voltiamo le spalle, con paura e spavento. Non lo guardiamo perché ci sembra troppo maestoso, imprevedibile e, soprattutto, la sua punta è sempre così vicina al cielo…

UOMINI E DONNE

“Se io me ne vado a stare nel bosco, nessuno dice niente. Se lo fa una donna, la prendono per una strega. Se io sto zitto che problema c’è? Sono solo un uomo che non parla. Una donna che non parla dev’essere una mezza matta. Era vero, lo avevamo pensato tutti”.

Come potevo, scrivendo per Pink, non soffermarmi su una riflessione di questo tipo? Nel libro non si parla molto di amore, non nel senso tipico del termine, almeno: quello tra un uomo e una donna. Direi che il tema centrale è invece quello dell’amicizia. Ma in queste poche righe, che raccontano la mamma di Bruno, si nasconde il tema antico e sempre attuale dei pregiudizi di genere. Bruno stesso spiega:

“Se mia mamma fosse stata un uomo, allora sì che avrebbe fatto la vita che voleva. Non era il tipo da sposarsi, mi sa. Di certo non con mio padre. La sua unica fortuna è stata liberarsi di lui”.

E quando, ingenuamente, il protagonista gli chiede come avesse fatto a liberarsi del marito, lui continua con tranquillità: “Chiudendosi la bocca. E stando lassù con le galline. Non puoi prendertela troppo con una così, prima o poi la lasci in pace”.

NATURA

“Siete voi di città che la chiamate natura. E’ così astratta nella vostra testa che è astratto pure il nome. Noi qui diciamo bosco, pascolo, torrente, roccia, cose che uno può indicare con il dito. Cose che si posso usare. Se non si possono usare, un nome non glielo diamo perché non serve a niente”.

E’ vero, noi “di città” molto spesso non conosciamo l’anima delle “cose della montagna”. Pretendiamo di conoscerla solo perché ci trascorriamo alcuni giorni all’anno, per i più fortunati sia d’estate che d’inverno. Ma per chi vive la montagna è tutto molto diverso, certamente più duro, più aspro, e i suoi abitanti abituali vivono anche “sfruttando” quello che la montagna può dare.

Se c’è una cosa, semplice, che ho imparato in questo anno e mezzo di vita “eccezionale” è che non c’è nulla di più rigenerante del contatto con la natura, sia essa un bosco, un prato vicino casa, un fiume, un cielo stellato. Non potremmo e non dovremmo mai privarci di questo contatto, da vivere in silenzio, un silenzio soprattutto rispetto alle notizie nefaste del mondo attorno a noi. Affrontare una piccola fatica per raggiungere una cima, darsi un obiettivo di marcia fattibile e raggiungerlo, anche con la propria famiglia, il proprio cane (che sarà probabilmente in più “stanco ma felice” della combriccola!).

Ho vissuto da poco un’esperienza del genere in campagna, a due passi da casa, eppure si trattava di luoghi per me inesplorati e sconosciuti. E’ stato a dir poco magnifico. Non posso che consigliarvelo.

LA TUA STORIA, LA TUA VITA

“Pensai che tutte le montagne in qualche modo si somigliano, eppure non c’era niente, lì, a ricordarmi di me o di qualcuno a cui avevo voluto bene, ed era questo a fare le differenza. Il modo in cui un luogo custodiva la tua storia. Come riuscivi a rileggerla ogni volta che ci tornavi. Poteva esisterne solo una, di montagna così, nella vita, e in confronto a quella tutte le altre non erano che cime minori, perfino se si trattava dell’Himalaya”.

E’ sempre questo a fare la differenza, ovunque, nel mondo, per quanto si cerchi la felicità fisicamente, viaggiando anche senza sosta: il ricordo di qualcuno a cui si è voluto bene o di te stesso, bambino.

«Si può dire che abbia cominciato a scrivere questa storia quand’ero bambino, perché è una storia che mi appartiene quanto mi appartengono i miei stessi ricordi. In questi anni, quando mi chiedevano di cosa parla, rispondevo sempre: di due amici e una montagna. Sí, parla proprio di questo».

Paolo Cognetti

Perché “Le otto montagne”? E’ il cuore di tutto il libro, e non posso certo svelarvelo..!

Dettagli

Titolo: Le otto montagne

Autore:                       Paolo Cognetti

Editore:                      Einaudi

Collana:                      Super ET

Anno edizione:          2018

In commercio dal:    23 ottobre 2018

Pagine:                       200