Il leggendario Titanic ha riscritto la storia nel bene e nel male. Ecco la storia e i momenti clou dello sfortunato transatlantico, costruito a Belfast in Irlanda del Nord
IL LEGGENDARIO TITANIC – Il mito del Titanic iniziò ancor prima che la nave affondasse. All’epoca era ritenuta la nave più sicura del mondo. I giornali infatti la ricoprivano di elogi, descrivendola nei minimi dettagli con articoli ricchi di superlativi. Subito dopo l’affondamento, coloro che avevano prenotato il viaggio cambiando all’ultimo idea, spiegarono questo dietrofront come una premonizione che la nave fosse maledetta.
Il grande sogno
IL LEGGENDARIO TITANIC – La storia del Titanic iniziò nel 1907, quando fu decisa la realizzazione di tre grandi e lussuose navi gemelle. Si trattava dell’Olympic, il Titanic e il Gigantic (a quest’ultimo, dopo la catastrofe del Titanic, venne cambiato il nome in Britannic). I lavori di costruzione iniziarono verso la fine del 1908 nel più grande cantiere navale di Belfast, Harland & Wolff.
In circa due anni, nel maggio 1911, il Titanic fu varato e dopo dieci mesi completato. Tempo di costruzione record per l’epoca.
La nave partì da Southampton (Inghilterra) l’11 aprile 1912 e nello stesso giorno fece tappa prima a Cherbourg, in Francia e poi a Cobh (co. Cork), in Irlanda. Lasciata l’Europa, si iniziò a navigare in mare aperto nell’Oceano Atlantico. Per un paio di giorni la navigazione fu regolare e, per l’epoca, molto veloce.
Arrivò l’agognata domenica 14 aprile 1912. La stazione radio di bordo ricevette numerose segnalazioni che riferivano la presenza di iceberg vaganti lungo la rotta, assai frequentata da navi passeggeri e da trasporto.
Lo storico incubo stava per incominciare.
L’impatto
IL LEGGENDARIO TITANIC – In serata la navigazione procedeva regolare, il mare era tranquillo, mancava la luna ma la visibilità era ottima. Alle ore 23,40 le vedette, che per la fretta di partire non erano dotate di adeguati cannocchiali, avvistarono a occhio nudo
un enorme iceberg dritto di prora e lanciarono l’allarme.
William Murdoch, ufficiale di guardia, ordinò il dietrofront e una virata, ma la nave era troppo veloce – circa 22 nodi –. L’ostacolo era a poco meno di cinquecento metri di distanza. Il proposito, allora, fu quello di passare a sinistra dell’iceberg, sfiorandolo con il fianco destro. Si ottenne così il tragico risultato. Il Titanic cozzò contro la massa di ghiaccio che ne squarciò il fianco per una novantina di metri su una lunghezza complessiva di circa 270 metri.
Il Titanic aveva 16 compartimenti stagni e sarebbe stato in grado di navigare con quattro compartimenti allagati, tuttavia l’iceberg squarciò la carena interessando sei compartimenti, fatto non previsto dai progettisti.
Alle ore 00,15 del 15 aprile 1912, venne lanciato l’SOS (recente innovazione per l’epoca) ricevuto da molte navi. La più vicina era il Carphatia, a quattro ore di navigazione.
La nave affonda
IL LEGGENDARIO TITANIC – A seguito del rovinoso impatto, il Titanic iniziò ad imbarcare acqua nei compartimenti di prua inclinandosi in avanti e sollevando la poppa. La nave si inclinò sempre di più e la tremenda pressione esercitata fece sì che, dopo essersi spente le luci, lo scafo si spezzasse in due tronconi. La parte di prua, più pesante, affondò subito e poco dopo toccò alla parte di poppa, che prima tornò al suo posto, poi si innalzò verticalmente per inabissarsi nelle buie e profonde acque.
Le persone che affondarono con la nave e quelle che furono trascinate dal suo risucchio si suppone siano morte quasi subito. Le altre che indossavano i giubbotti di salvataggio riuscirono a restare a galla , ma morirono di ipotermia dato che la temperatura dell’acqua si aggirava tra gli 0° e i 2° C.
Il Carpathia arrivò sul luogo del disastro alle 4,00 e trovò una tragica calma piatta, le scialuppe con i superstiti e il mare disseminato di corpi che galleggiavano.
Nel naufragio persero la vita 1518 passeggeri dei 2223 imbarcati, solo 705 persone riuscirono a salvarsi, alcuni dei quali morirono però subito dopo esser stati salvati dal Carpathia. Tuttavia i macchinisti morirono tutti.
Storie e leggende
IL LEGGENDARIO TITANIC- Si narra che i passeggeri inizialmente pensavano si trattasse di uno scherzo. Tutti quelli che avevano indossato il salvagente venivano preso in giro. Addirittura alcuni esibivano blocchetti di ghiaccio come souvenir.
Una delle storie più famose e romantiche che circondano il Titanic riguarda l’orchestra. Si dice che, mentre la nave s’inabissava, gli otto musicisti continuarono a suonare fino alla fine sul ponte anteriore. L’ultima canzone suonata, secondo la maggior parte delle testimonianze, fu l’inno cristiano “Nearer, My God, To Thee” (Più vicino a te, mio Dio). Nonostante sembri una storia cinematografica, si tratta di realtà.
Archibald Gracie, uno dei superstiti, raccontò che alcuni suoi conoscenti una volta resisi conto che non c’erano più speranze, si misero a giocare a carte indifferenti a quel che accadeva.
Ida Straus raccontò che nonostante stessero dando la precedenza a donne e bambini, rifiutò di salire sull’ultimo posto dell’ultima scialuppa per restare accanto al marito, Isidor Straus.
Masabumi Hosono, unico passeggero giapponese a bordo del Titanic, riuscì a salvarsi lanciandosi in mare su una scialuppa ancora libera. Nonostante l’indicazione del capitano di dare la precedenza a donne e bambini. Il fatto segnò profondamente la vita di Hosono in Giappone, dove l’opinione pubblica lo additò come un traditore dell’onore nipponico, e pregiudicò la sua carriera lavorativa.
Tra i superstiti vi fu anche un italiano. Emilio Ilario Giuseppe Portaluppi, passeggero italiano di seconda classe. La storia racconta che si gettò in mare, dove, aggrappatosi ad un pezzo di ghiaccio, riuscì a rimanere a fior d’acqua. La buona sorte volle che fu avvistato e salvato da una scialuppa. Portaluppi perse tutto quello che aveva, ma riuscì a salvare il menù della cena come cimelio storico.
Fonti: Irlandando.it
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