Nel 1999 venne ritrovata una sepoltura di un guerriero, databile all’Età del Ferro, nell’isola di Bryher, arcipelago delle Scilly, costa sud-occidentale della Gran Bretagna.

Si stabilì subito che fosse la tomba di un guerriero di una certa importanza per il ricco corredo funerario rinvenuto all’interno. Quello che invece non fu possibile stabilire con certezza fu il sesso.

Una sepoltura particolare

La tomba infatti conteneva sia una spada con il suo fodero in lega di rame e uno scudo, sia uno specchio e una spilla in bronzo, decorati con un motivo a disco solare (manufatti prettamente femminili).

Gli archeologi si trovarono di fronte a un enigma di non facile soluzione. Sino a quel momento, nell’Europa occidentale, non era mai stata ritrovata una sepoltura del I secolo a.C. con all’interno elementi di entrambi i sessi.

Purtroppo il corpo era quasi del tutto scomparso, se non per dei piccolissimi frammenti ossei e alcuni denti. Il materiale dunque a disposizione per un eventuale esame del DNA era insufficiente e le sole analisi antropologiche, storiche e archeologiche non potevano bastare.

Specchi: manufatti di guerra

Durante l’Età del Ferro gli attacchi tra fazioni avverse avvenivano attraverso incursioni a sorpresa, gli specchi servivano per segnalare, per comunicare e coordinare gli attacchi. Gli stessi poi avevano anche un significato simbolico, oggetti di transizione, di collegamento con il mondo dei morti.

Lo specchio e le armi trovate nella tomba erano di fatto oggetti legati alla guerra e dunque, per le informazioni archeologiche conosciute, alla sfera maschile. Ma mai erano stati ritrovati in tombe di guerrieri.

Una nuova tecnica al servizio dell’archeologia

L’enigma ha trovato una soluzione solo recentemente.

Un gruppo di scienziati dell’University of California ha messo a punto una tecnica molto sofisticata che ha dato la possibilità di stabilire con certezza il sesso della sepoltura.

Analizzando lo smalto, sostanza molto dura che riesce a resistere pervicacemente nel tempo, sui pochi denti rinvenuti gli studiosi sono stati in grado di affermare che la sepoltura appartiene a un individuo di sesso femminile con una probabilità del 96%.

Il guerriero era una guerriera e anche di una certa importanza all’interno della sua comunità.

Donne guerriere

Questa scoperta pone un tassello in più alla tesi ormai portata avanti da molti studiosi sulla presenza di donne guerriere all’interno delle società primitive.

Le faide, le lotte intertribali erano quasi all’ordine del giorno, non è impossibile pensare che anche le donne dunque dovessero essere in grado di combattere per difendere le proprie comunità. Questo comporta che alcune di esse si saranno sicuramente distinte sino a divenire esse stesse cape villaggio.

Non sono poche le sepolture scoperte in cui i resti umani non sono stati in grado di fornire informazioni certe sul sesso dell’individuo posto all’interno. Con questa nuova tecnica si potrebbe scoprire che le donne guerriere, anche di una certa importanza, nell’Europa occidentale forse non erano poi così rare.