In occasione della Giornata Mondiale del Diabete (che si festeggia il 14 Novembre in tutto il mondo) vi proponiamo una lettura interessante.

L’estratto è inserito nella raccolta di racconti “Il diabete in poche parole – Quaranta autori senza nome” , selezionati in un concorso letterario indetto dalla Federazione Nazionale Diabete Giovanile.

In realtà non siamo certi dell’attendibilità storica della vicenda, eppure sembra davvero verosimile.

Il racconto in questione si intitola “Il cercatore di libri”.

Nel 1998 il professor Joshua Holmes, docente di patologia medica dell’Università di Cambridge, ricevette un plico proveniente dalla biblioteca del Cairo. Conteneva un manoscritto e una lettera del suo amico Nagdi Jandaiy.

Il manoscritto era datato 1508 e portava la firma di Lorenzo Bovolenta.

Era stato rinvenuto a Venezia nella tipografia di Aldo Manuzio, un personaggio straordinario considerato il primo editore dell’epoca moderna.

Il testo descrive una malattia a quel tempo sconosciuta.

Il manoscritto fu decifrato e trascritto in circa dieci mesi di lavoro.

Descriveva la breve vita del migliore amico di Lorenzo Bovolenta, un certo Duccio Bastianelli di Arezzo.

Il suo aspetto, la sua grande bellezza, la sua ricchezza d’animo, la sua scelta particolare del mestiere errante di “cercatore di libri” nei monasteri d’Italia, la sua inspiegabile malattia e la sua repentina morte, a 31 anni.

Nel novembre del 2001 il professor Holmes non ebbe più dubbi. Dopo aver attentamente valutato i sintomi del “male oscuro” che aveva colpito Duccio circa seicento anni prima, capì di trovarsi davanti a un documento unico. La prima anamnesi storica di un caso di diabete di tipo 1 o giovanile o insulino-dipendente.

Ecco la descrizione dei sintomi:

“Si sentiva spesso stanco, spossato, aveva sempre fame, sete, sonno. Tutto peggiorò in fretta: Duccio cominciò ad avere dei mancamenti, improvvisamente la vista gli si annebbiava e cadeva in terra. Vennero consultati i migliori medici e iniziò un periodo di salassi e tribolazioni che spossarono il fisico di Duccio senza portare alcun beneficio concreto. Duccio Bastianelli diventò completamente cieco nell’inverno del 1494 e morì sei mesi dopo. Il suo aspetto fisico era stato devastato dalla malattia: era ingrassato di trenta chili, i suoi piedi erano piagati e incancreniti”.

Speriamo di non avervi annoiato o impressionato. Parliamo di seicento anni fa!

Ci sembrava soltanto interessante riportare alla luce il primo documento storico, probabilmente, sul diabete giovanile.

Spiace che Duccio Bastianelli e tanti altri, prima e dopo di lui, siano nati e vissuti in un’epoca in cui di diabete si poteva solo morire.

Oggi possiamo festeggiare anche, tra l’altro, i 102 anni dalla scoperta dell’insulina, ormone grazie al quale il diabete tipo 1 è diventato curabile e non più – direttamente – mortale. Ne avevamo parlato qui.

La Giornata Mondiale del Diabete si celebra, tra l’altro, in tutto il mondo in questa data che è la data di nascita di Frederick Grant Banting, uno degli scopritori dell’insulina.