In una valle della Cornovaglia grosse bolle semi-trasparenti emergono dal terreno. Si tratta dell’Eden Project, una ricca foresta pluviale la cui alimentazione si basa sull’energia geotermica.
L’Eden Project è un vasto giardino globale, che racchiude al suo interno i biomi del mediterraneo e dei tropici. Le grandi strutture che ospitano i biomi sono alimentate con un complesso meccanismo di controllo termico. All’interno del complesso, infatti, è presente una struttura che scende nelle profondità della crosta terrestre al cui interno sono presenti due piccole tubature: una che pompa l’acqua fredda verso il basso e una che riporta quella calda in superficie.
Il cuore della Terra è estremamente caldo e quel calore può essere sfruttato, come nel caso dell’Eden Project, per sfruttare l’energia proveniente dal centro del Pianeta per riscaldare gli ambienti.
Fonti rinnovabili.
Perché continuare a estrarre risorse destinate ad esaurirsi, come il petrolio, quando a disposizione ci sono molte fonti rinnovabili? L’energia solare è, senza dubbio, un esempio ben noto di energia rinnovabile e oggi giorno pannelli solari, termici e/o fotovoltaici, si possono vedere un po’ ovunque. Tuttavia, anche l’energia ottenuta dal Sole ha i suoi limiti: quando piove o è nuvoloso, per esempio, i pannelli rendono meno.
L’energia geotermica è una fonte energetica tendenzialmente costante nel tempo. Una volta raggiunta la profondità adeguata la temperatura rimane stabile e ciò significa avere una produzione d’energia regolare.
Ma che cos’è l’energia geotermica?
All’interno del nucleo terrestre le temperature sono elevatissime. Questo calore condensato all’interno della Terra si espande verso l’esterno, attraverso il mantello e poi la crosta e se correttamente veicolato può essere sfruttato per alimentare gli impianti di riscaldamento (sia delle singole abitazioni che di strutture più grandi e complesse) o per produrre energia elettrica.
Fino a qualche anno fa, l’energia geotermica era considerata prerogativa delle zone prevalentemente vulcaniche. Oggi, le tecniche per scendere in profondità sono molto migliorate ed è possibile raggiungere il calore necessario praticamente ovunque.
Secondo Enel, l’Italia ha un potenziale geotermico incredibile. L’ente energetico, infatti, stima che nel Bel Paese potrebbero essere estratti tra i 5.800 e i 116.000 terawattora di energia a fronte di un fabbisogno annuo, per l’intero Paese, di 300 terawattora.
E come funziona?
Il principio di base per estrarre calore dalle profondità terrestri è praticamente il solito quale che sia l’impiego che se ne debba fare.
In un’abitazione civile, per esempio, l’impianto di estrazione è relativamente semplice: si compone di sonde che possono essere verticali od orizzontali, all’interno delle quali circola un fluido termovettore (un po’ come quello che scorre all’interno del frigorifero).
Le sonde sono collegate a una pompa di calore che d’inverno spinge il fluido freddo verso il basso. Questo si riscalda grazie al calore presente all’interno del terreno e torna in superficie, dove viene sfruttato per riscaldare e, una volta raffrenatosi, viene nuovamente spinto sottoterra. D’estate, è possibile invertire il processo e, quindi, l’energia geotermica può essere utilizzata anche per raffrescare.

Il geotermico, in Italia e nel mondo.
Moltissimi governi sono interessati a questa fonte d’energia praticamente inesauribile.
Gli Stati Uniti sono il Paese leader nell’estrazione di energia geotermica con il loro impianto “The Geysers”, in California. Ma anche l’Europa cerca di sfruttare questa fonte rinnovabile: nel Regno Unito, per esempio, il sistema sanitario nazionale sta effettuando degli studi per poter decarbonizzare gli ospedali.
In Italia occorre menzionare Larderello (Pisa), dove, nel 1904, il principe Piero Ginori Conti ebbe modo di provare il primo generatore geotermico al mondo, con il quale si otteneva elettricità dal calore terrestre. Nel 1913, sempre a Larderello, veniva realizzata la prima struttura (sempre a livello mondiale) per la produzione industriale di energia geotermica. Il secondo impianto industriale del mondo fu costruito nel 1958 in Nuova Zelanda.
L’impianto di Larderello è ancora in funzione ed è il più grande d’Europa. Seguono gli impianti del Monte Amiata, sotto il quale è nascosto un vero e proprio tesoro in termini energetici.
Anche altre regioni italiane vantano impianti degni di nota. Tra queste il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia e la Campania, soprattutto nelle zone di Napoli e dei Campi Flegrei.
Energia sconosciuta.
I benefici dell’impiego dell’energia geotermica sono innumerevoli. Oltre ad un mero fattore di continuità e costanza energetica basti pensare che gli impianti risultano “invisibili”, fattore da non sottovalutare visto è considerato quanta opposizione c’è all’installazione di impianti eolici o fotovoltaici a causa del loro impatto visivo.
Ovviamente, l’installazione di un impianto geotermico deve essere fatta effettuando un bilancio costi-benefici poiché perforare il suolo difficilmente è un’operazione economica. Ciò nonostante, un Paese che volesse investire su questa fonte d’energia riuscirebbe probabilmente a guadagnarsi una certa indipendenza energetica.
Foto di copertina di Eden Project Official
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