Influente scienziata e appassionata scrittrice, Vandana Shiva si batte da anni per la tutela della diversità biologica e contro gli Ogm.
Chi è Vandana Shiva

Vandana Shiva, ha conseguito una laurea magistrale in fisica e un dottorato di ricerca in filosofia della scienza, è stata insignita negli anni da tantissimi premi e onorificenze. Nel 1993 ha ricevuto il Right Livelihood award, conosciuto come premio Nobel alternativo, nel 2003 è stata definita un “eroe ambientale” dalla rivista Time, mentre per Asia week è una delle cinque più potenti comunicatrici dell’Asia.

Negli anni Settanta Vandana Shiva, poco più che ventenne, si unì al movimento femminile non violento Chipko, nato per fermare la deforestazione negli altopiani dell’Inidia settentrionale.

Per proteggere le foreste, le donne formavano un cerchio e abbracciavano gli alberi, Vandana Shiva divenne una “abbraccia alberi”, seguendo l’esempio di Amrita Devi, che tre secoli prima, nel 1730 abbracciò un albero per impedire ai soldati del Raja di Jaipur di tagliare la foresta che ospitava la comunità Bishnoi.

Da allora l’influenza di Vandana Shiva è cresciuta sempre di più ed è diventata uno degli attivisti più importanti del mondo.

Con il suo sguardo fiero, il suo sorriso materno e l’immancabile bindi sulla fronte. È diventata l’incarnazione dell’impegno per proteggere la biodiversità agricola, che Vandana Shiva ritiene intimamente legata alla diversità culturale, minacciata dalle multinazionali e dagli organismi geneticamente modificati.

“Coltivare e conservare la biodiversità non è un lusso ai nostri tempi: è un imperativo di sopravvivenza.”, ha affermato l’attivista indiana.

Vandana Shiva anche scrittrice

Shiva ha scritto numerosi saggi, tra cui “Monoculture della mente. Biodiversità, biotecnologia e agricoltura scientifica”, “La violenza della rivoluzione verde” e “Biopirateria. Il saccheggio della natura e dei saperi indigeni”.

La lotta alla globalizzazione

Come Gandhi, Shiva mette in discussione molti degli obiettivi della civiltà contemporanea. In particolare critica l’impatto negativo della globalizzazione.

“La globalizzazione ha generato una nuova schiavitù, un nuovo olocausto, un nuovo apartheid. È una guerra contro la natura, contro le donne, contro i bambini, contro i poveri. È una guerra di culture monolitiche contro la diversità del grande contro il piccolo, di tecnologie da guerra contro la natura.”

Vandana Shiva svolge un ruolo importante nel movimento ecofemminista globale. Nel 1988 ha pubblicato il libro “Staying alive: women, ecology and survival”, che ha aiutato a ridefinire le percezioni delle donne del terzo mondo, e ha lanciato un movimento globale chiamato Diverse woman for diversity, per la difesa della diversità biologica e culturale.