JOSÉPHINE BAKER: A PARIGI IL MASSIMO OMAGGIO A UN’ARTISTA ICONICA E ATTIVISTA. È LA PRIMA DONNA DELLO SPETTACOLO A ENTRARE NEL PANTHÈON.

La ballerina, cantante e attrice franco-americana Joséphine Baker ha il suo ingresso nel Panthéon di Parigi. È la prima donna del mondo dello spettacolo a entrare nel mausoleo consacrato ai grandi personaggi di Francia. I francesi hanno voluto fortemente che qui ci fosse un posto simbolico anche per l’artista di origini latino-americane. Per i suoi meriti, non solo artistici e civili, ma anche pubblici e politici. Storica militante anti-razzista assieme a Martin Luther King, sarà la sesta donna, sulle circa ottanta personalità che hanno ottenuto questo massimo riconoscimento.

Non è casuale la scelta di questa data per accogliere la Venere nera nel Panthéon francese.

Era il 29 novembre del 1937 quando Josèphine Baker acquisì la cittadinanza francese. Come per le eroine della resistenza Geneviève de Gaulle-Anthonioz e Germaine Tillion, le spoglie di Josephine Baker, scomparsa nel 1975 all’età di 68 anni, non saranno realmente trasferite al Panthéon. Resteranno, come da lei richiesto, nel Principato di Monaco, al fianco del marito Jo Bouillon e la sua amica, la principessa Grace di Monaco. Quest’ultima infatti l’aveva sostenuta in un periodo di gravi difficoltà finanziarie. Dapprima con un aiuto in denaro e successivamente dandole la possibilità di esibirsi per la Croce Rossa nel Principato di Monaco. Permettendole di uscire dalla bancarotta e di acquistare un appartamento in Costa Azzurra, dove trascorse il resto della sua vita.

Al posto del feretro, nel Panthéon di Parigi un cenotafio con quattro pugni di terra a lei cari.

Un pugno di terra di Saint-Louis, sua città natale negli Stati Uniti. Un altro di Parigi, sua città di adozione. Un terzo di Milandes, il castello di sua proprietà in Dordogna. Dove ha vissuto con uno dei mariti, il direttore d’orchestra Jo Bouillon e i dodici bambini adottati, provenienti da diversi paesi del mondo. E che lei definirà affettuosamente “la mia tribù arcobaleno”) e l’ultimo di Monaco.

Nata Freda Josephine McDonald in estrema povertà nel Missouri nel 1906. L’artista – di origine creola afroamericana e amerinda degli Appalachi – lasciò la scuola a 13 anni. Dopo due matrimoni falliti – prese il nome di Baker dal suo secondo marito – riuscì a ottenere un posto in uno dei primi musical completamente neri a Broadway nel 1921. Come molti artisti afroamericani dell’epoca, si trasferì in Francia per sfuggire alla segregazione razziale, diventando la prima celebrità nera e tra le più acclamate vedette di Parigi.

La Baker aveva ipnotizzato la Ville Lumière con spettacoli che deridevano il colonialismo, unendosi in seguito alla Resistenza contro il nazismo.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, ebbe un ruolo importante nel controspionaggio francese del movimento France libre. Molto carnale e molto intellettuale, allo stesso tempo, qualità che la fece assoldare dei servizi segreti francesi per il suo magnetismo e per la sua capacità di cogliere le sfaccettature psicologiche dei suoi interlocutore.


Durante la guerra Joséphine si fece carico di missioni di rilievo, celando dei messaggi tra i suoi spartiti musicali. In seguito, è stata ingaggiata dal servizio femminile inquadrato nell’Armée de l’air. E sbarcò a Marsiglia nell’ottobre 1944. Alla Liberazione proseguì la sua attività a favore della Croce Rossa. Cantò per i soldati al fronte, seguendo con i suoi musicisti il prosieguo della guerra. Al termine del conflitto, raggiunto il grado di capitano, fu decorata con la Legione d’onore da Charles De Gaulle.

Ricordiamo che l’ultima donna a entrare al Panthéon fu la sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, ex ministra della Salute nonché “madre” dell’Europa in quanto prima presidente del Parlamento europeo, Simone Veil, nel 2018. Parigi prevede inoltre di intitolare a Josephine Baker anche una stazione della metropolitana.