Un pensiero per la festa della donna…

Perché esiste la festa della donna?

A mio modesto parere, se proprio deve esistere una festa così (ed è nata per le tante operaie morte in un incendio), dovrebbe esistere anche la festa dell’uomo (in fondo, nel mondo, tanti altri incidenti sul lavoro hanno coinvolto soli uomini…).


Insomma, per me significa in un certo senso legittimare che quel giorno il nostro uomo, figlio, parente, amico debba portarci una mimosa, avere un’accortezza, una gentilezza, offrirci un invito fuori a cena.
O, peggio, che le amiche siano esaltate nell’uscire e nell’andare a ballare solo perché… siamo donne!


Non mi interessa il fiore, il singolo gesto: esigo rispetto e gentilezza e amore tutti i giorni.
Se lo voglio, andrò a cena fuori o a ballare quando voglio (e spenderò anche meno rispetto a quel giorno..!).


E’ vero, e lo riconosco, che noi donne siamo (fisicamente) più deboli degli uomini e, anche per questo, più soggette al famoso reato di femminicidio.


La nostra “bellezza”, la loro “gelosia”, il loro “bisogno” di possesso e di dominio o il “perdere la testa”… su questi titoli di giornale e su queste giustificazioni e luoghi comuni resto nvece perplessa.


Sono nata e cresciuta in una famiglia “al femminile”: tre sorelle, poi mia mamma, mia zia, mia nonna… mio papà presente, ma di meno rispetto a loro… perfino le gatte sono femmine!

Eppure non è mai mancata la stima, il rispetto, l’affetto, anche e soprattutto tra donne.

Parte tutto da lì. L’autostima fin da bambine, l’esempio familiare dato anche ai bambini.


Classificare il reato di femminicidio lo trovo utile solo in parte, perché credo che i numeri non siano così diversi da quelli del passato (anzi, sembra siano in netta diminuzione, ma che abbiano molto più risalto mediatico), senza contare che esistono anche casi opposti, di compagne che uccidono il compagno, donne che fanno del male agli ex… e non sono così pochi!


Al di là di queste disquisizioni, proprio in questo momento mi chiedo come mai dall’amore si finisca a parlare di odio e da una festa… di un funerale.


Quello che vorrei io – da donna, mamma, moglie, figlia, sorella, amica – è soprattutto più tempo.


A volte a noi donne basta davvero poco per farci arrabbiare, ma è anche vero l’esatto contrario, e cioè che basta una piccolissima accortezza per renderci immensamente felici.
E una donna felice è una donna che ha voglia di fare e dalle sue mani riesce a moltiplicare tutto. Sembrerà banale, ma a mio avviso una donna che ha più possibilità e più tempo (part time, welfare, nido, mensa, lavanderia aziendale… per fare solo alcuni esempi), sarà una donna molto più felice e produttiva.


A volte anche io desidero – come credo molte di voi – che mio marito faccia qualcosa di più in casa rispetto all’andare a gettare la spezzatura portando fuori il cane.
Però mi rendo anche conto che il giorno in cui ho più tempo e sono serena è per me una vera gioia ed una soddisfazione cucinare per la famiglia o leggere un libro ai miei figli. Ma anche fare una passeggiata tutti insieme o tenere pulita ed in ordine la casa nei modi che preferisco. Rispondere con calma alle domande dei bambini o parlare con mio marito di qualche progetto per il futuro. Anche soltanto restare in silenzio, ma serenamente e senza fretta, guardare un film insieme, dividerci un caffè.


Sarò controcorrente, ma per me una donna pienamente donna (e non a rischio esaurimento!) non ha bisogno di pari opportunità intese solo come stesso orario di lavoro, possibilità di carriera o stipendio degli uomini.
Noi donne abbiamo bisogno, più degli uomini, forse, di lavori che si facciano amare e che ci donino la possibilità di ricoprire tutti i nostri molteplici ruoli liberamente, felicemente, pienamente.


Di un capo che non inorridisca davanti alla splendida possibilità che abbiamo noi di diventare (e di essere, in senso ampio) madri. Vorremmo che, in quel caso, si ricordi della sua, di madre, e di quando lo era lui, un bambino.

E che riconosca e sappia apprezzare anche la nostra capacità creativa, la nostra empatia di fronte alle necessità di tutti.


Ogni giorno è la mia festa, è la nostra festa, quando siamo noi a sorreggere il mondo del lavoro e della società anche attraverso l’amore pratico agli altri, ai nostri uomini, mariti, figli e padri, in modo particolare se, per scelta, abbiamo deciso di fare “solo” le casalinghe.
Saremo così adorabili, allora, che sarà impossibile non amarci e festeggiarci tutti i giorni!

Sorridi donna
sorridi sempre alla vita
anche se lei non ti sorride.
Sorridi agli amori finiti
sorridi ai tuoi dolori
sorridi comunque.
Il tuo sorriso sarà
luce per il tuo cammino
faro per naviganti sperduti.
Il tuo sorriso sarà
un bacio di mamma,
un battito d’ali,
un raggio di sole per tutti.
(Alda Merini)