Ogni mattina una mamma si sveglia e sa che dovrà essere più veloce delle altre mamme nel digitare il numero di telefono del pediatra se non vuole trovare la linea occupata.
Ogni mattina una mamma si sveglia e con fare agguerrito si prepara a contattare il pediatra di famiglia. Sa bene che dovrà essere più veloce delle altre mamme a digitare il numero di telefono per ottenere un consulto in merito alla salute del proprio pargoletto. Ed è perfettamente consapevole dell’impresa titanica che l’attende.
Non basta che la sventurata mamma in questione sia rimasta sveglia praticamente tutta la notte perché il figlio maggiore lamenta un perenne dolore all’orecchio, e ai suoi pianti fanno eco quelli della piccolina che non riesce a dormire. Non basta digitare il numero di telefono del pediatra a partire dalle 7.20, così da essere sicura di prendere la linea nella famigerata finestra 7.30-8.30, dedicata ai consulti e agli appuntamenti.
Niente. Ogni mattina una mamma si sveglia e sa che dovrà reprimere i peggiori pensieri che albergano negli angoli non così reconditi della sua mente quando troverà la linea perennemente occupata.
Un po’ come quando, negli anni ’80-’90, provavamo a partecipare a qualche concorso a premi o a qualche réclame televisiva che metteva in palio una batteria di pentole in acciaio inox, una mountain bike con cambio shimano, un set di lenzuola matrimoniali in cotone pregiato e qualcuno che puliva pure casa. Ecco, adesso, invece, i più fortunati a prendere la linea vincono un consulto con il pediatra che, di questi tempi, vale oro, o quantomeno più di una coperta in lana merino o di un materasso ortopedico a doghe larghe (che, diciamola pure tutta, ha comunque un suo perché).
Naturalmente questo vale anche per i papà. Perché una cosa è certa: che tua sia mamma, papà, genitore uno, due, ecc… ecc… ecc… attaccati al telefono il prima possibile per chiamare il pediatra, se non vuoi rischiare di attaccarti al tram!
Foto di Andrea Piacquadio
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