Il 18 Marzo si celebra la giornata mondiale del riciclo, un progetto nato nel 2018 per contribuire a migliorare il nostro pianeta.
L’Upcycling è una forma di sostenibilità della moda nata grazie al riciclo e alla creatività. Si tratta di capi realizzati con tessuti di scarto, attraverso un processo di produzione con meno acqua, energia e materie prime. Si realizzano così nuovi abiti attraverso la creatività e per dare una seconda vita a capi provenienti dal guardaroba di famiglia.
L’Upcycling nella moda del lusso.
Marien Serre di cui abbiamo visto la collezione FW24 all’ultima PFW ha applicato il principio di sensibilizzazione nei riguardi dell’impatto ambientale celebrando l’emancipazione della donna. Ha utilizzato pezzi unici di gioielleria riciclata per completare i suoi look. Anche i brand internazionali stanno dando il loro contribuito di un approccio alla sostenibilità creando prodotti Upcycled o attingendo dagli archivi o materiali già utilizzati. Come Maison Margiela con il progetto Recicla, che è nato da una combinazione di riciclo e replica con l’obiettivo di recuperare articoli del passato in nuove creazioni. Oppure Prada in collaborazione con Aquafil, azienda rinomata per la produzione di fibre sintetiche, che ha creato Re-nylon. Il nylon è da sempre emblema del brand e in questo caso si tratta di nylon rigenerato dalla materie plastiche. E ancora Balenciaga che nella sua ultima collezione ha fatto sfilare un Upcycled sartoriale. La regina assoluta resta comunque Stella McCartney, impegnata nella moda etica e sostenibile sin da quando ha lanciato il suo brand nel 1995.
L’Upcycling è creatività.
L’Upcycling è creatività, senso innato della moda e soprattutto emozione. Si gioca quindi con gli abiti di famiglia che amiamo ma anche per recuperare un capo a cui siamo legate da momenti, ricordi speciali. Nel mio caso mi lega a mia madre, che ho perso a causa del morbo di Alzheimer e della quale indosso i suoi vestiti. Gli esempi sono molteplici perché l’upcycling si può applicare anche a capi second hand o del mercatino, ispirandoci sia alla nostra creatività che dai cambiamenti della moda.
L’Upcycling è sempre esistito.
La prima forma di Upcycling è il riutilizzo di capi per motivi economici. Basti pensare alle famiglie del Dopoguerra che riadattavano cappotti, giacche fino a che il capo si logorava. Oggi sono gli stilisti emergenti ad applicarlo per creare una collezione a basso impatto ambientale ma soprattutto a basso costo economico a cui aggiungere capi completamente nuovi per farsi conoscere. Tanto che si trovano collezioni realizzate con scampoli per mancanza di fondi che hanno evidenziato la sartorialità e a creatività degli stilisti. Sono le giacche e le camicie i capi principali utilizzati perché consentono più facilmente di effettuare lavaggi per modificare i colori del tessuto. Di applicare stampe e ricami e combinare tessuti diversi per renderle contemporanee.
La lezione di moda di Iris Apfel.
Iris Apfel una delle icone della moda ha affermato: “Dovete imparare a vestirvi seguendo chi siete, non i trend. Dovete guardarvi allo specchio e vedere voi stessi, non qualcun altro”. Non bisogna rinunciare allo shopping ma privilegiare uno shopping selettivo che offre l’opportunità di avere una storia nel nostro guardaroba che ci appartiene e sottolinea chi siamo. Ecco come si impara a comprare meno senza rinunciare alla moda. Anche questo è un esempio di Upcycling!
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