Il 5 ottobre scorso all’African Fashion International – Johannesburg Fashion Week 2018 il pubblico ha vissuto una progressione di emozioni grazie alla collezione realizzata da Pietro Giannuzzi, responsabile creativo del marchio Presidential. Quando nel 1994, all’inaugurazione del primo parlamento eletto a suffragio universale in Sud Africa, Nelson Mandela indossò la camicia regalatagli da Desrè Buirski, nacque la Presidential e “The Madiba Shirt”, perché Madiba continuò ad indossare quelle camicie per il resto della sua vita anche nelle occasioni ufficiali, facendone un simbolo della nuova nazione, un simbolo di libertà e democrazia che si diffuse rapidamente fuori dai confini del Sud Africa.
Ora la Presidential vuole andare oltre e si è affidata a un creativo italiano, Pietro Giannuzzi, che vive da oltre vent’anni in Sud Africa, dove arrivò per le imperscrutabili strade della vita. Ha già dato prova delle sue capacità nella sua lunga attività sartoriale. Con la collezione primavera/estate presentata il 5 ottobre scorso per Presidential (visitabile alla pagina http://gallery.africanfashioninternational.com/envira/presidential-afijfw-2018/), ha preso per mano il marchio e la shirt e li ha accompagnati nell’affollato creativo mondo del fashion ma con una chiara propria cifra distintiva. Perciò s’intuisce che l’avventura è solo cominciata.
Giannuzzi con la sua collezione ha realizzato un’accattivante armonia. Ha portato nel suo lavoro la creatività innata insieme al know-how e alla tradizione sartoriale assorbiti nella sua terra d’origine; ha tenuto ben saldo il brand della Presidential Shirt con i tessuti e i colori; su questo ha innestato le sue felici intuizioni. Utilizzando l’arte della mescolanza di colori appresa nei paesi asiatici in cui ha viaggiato, ha preso tutta la tavolozza dei colori forti e decisi dell’Africa e li ha trasfusi in capi realizzati con la cura sartoriale propria dell’antica tradizione italiana. E’ evidente perciò che Pietro Giannuzzi possiede la capacità di sintesi armonica propria di chi, con l’anima leggera, è aperto alle culture diverse da cui si lascia contaminare consapevole dell’inevitabile arricchimento.
Il contrasto armonico è il filo conduttore della collezione. Giannuzzi ha innestato il suo design innovativo su capi che appartengono alle tradizioni europea, africana e asiatica, con l’esaltante risultato di conferire loro nuova e lunga vita. Nelle stoffe, mai dimenticando quelle della Madiba Shirt, ha mescolato con armonia tutta la tavolozza di colori che l’Africa offre, anche quelli delle albe e dei tramonti introvabili altrove; ha inserito motivi tribali che assumono eleganza classica grazie al design e alla cura sartoriale dei capi.
Ma strano a dirsi, in questa collezione tutta al maschile, il capolavoro è un abito femminile creato per essere lo showstopper. In quest’abito Giannuzzi rivela tutto l’amore per l’Africa che l’ha accolto e che ritiene terra meravigliosa. Gli ho domandato, infatti, spiegazioni per questa scelta e la risposta mi ha lasciato senza parole.
“Una notte – mi ha detto – che è per me il momento più creativo, stavo lavorando alla collezione; l’avevo già disegnata ed ero alla ricerca del capo simbolo. Per la stanchezza sono crollato, mi sono addormentato e ho fatto un sogno. Devi sapere che il mio paese, Minervino Murge in Puglia, è noto come il Balcone delle Puglie, perché si stende interamente, a lunghe terrazze sovrapposte, su un pendio roccioso che si affaccia verso sud e domina la valle del fiume Ofanto. Quella notte sognai Minervino come un enorme balcone da cui mi sporgevo pensando all’Africa. Ad un tratto tutto cambiò davanti a me come solo nei sogni può accadere. La Valle dell’Ofanto svanì e mi apparve prima il Mediterraneo e poi l’Africa. Così dal bacone dove sono nato vedevo davanti a me l’Africa in tutta la sua interezza da nord a sud, con i suoi colori e la sua natura forte, selvaggia, splendida e mi sentivo assai leggero e felice. Al risveglio, ricordando la visione del sogno e col senso di leggerezza che ancora sentivo, disegnai il vestito: nella parte bassa e nello strascico ho immaginato i paesi che affacciano sul Mediterraneo e poi su fino al Sud Africa. Decisi che sulla passerella avrei fatto camminare l’Africa, la mia visione dell’Africa tradotta con l’arte che amo e che continuamente scopro e conosco. Ecco perché un abito femminile è lo showstopper della collezione.”
Ma l’omaggio all’Africa non si ferma qui. Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Madiba e in suo omaggio Giannuzzi ha utilizzato in ogni capo dei tessuti in cui fosse presente il color oro: o come filo all’interno del tessuto o come colore manualmente applicato successivamente alla tessitura; esattamente come anche per le camicie della speciale Presidential Golden Collection.
Con i colori e il design è evidente che Giannuzzi punta dritto alla sfera emozionale; con l’oro, il metallo dei re, invece punta dritto alla sfera spirituale. La sintesi che ottiene suscita vibrazioni come le musiche di Vivaldi o Wagner. Se di tutto questo lui sia consapevole o meno non importa: lui lo fa e ciò basta. La ricerca estetica, cioè la ricerca della sintesi armonica tra le due sfere, ha fatto affermare a Fëdor Dostoevskij che la bellezza salverà il mondo. Io credo che anche l’arte di Pietro Giannuzzi sia in grado di donarci quella bellezza salvifica.
Francesco Topi
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