L’amico del cuore è un leitmotiv diffuso fin da quando eravamo piccoli. Si usava questa definizione per l’amico speciale con cui ci si scambiava le figurine, si giocava con le bambole/macchinine e ci si intendeva con uno sguardo.

Mettendo su Google la famosa frase, il primo url della ricerca mostra il famoso film 1998 diretto da Vincenzo Salemme. Che nulla c’entra con la nuova uscita di PrimeVideo, L’amico del cuore diretto da Gabriela Cowperthwaite. Una pellicola tratta dall’articolo, The friend: Love is Not a Big Enough Word apparso su Esquire (2015).

La storia biografica di Matthew Teague, giornalista e marito che ha visto la sua compagna cambiare e spegnersi lentamente a causa del cancro. Nicole e Mathew si sono innamorati, sposati, hanno viaggiato, sognato come molte coppie.

La storia di un amore forte e arricchito nel frattempo dalla nascita delle due figlie, la costruzione della casa ideale e il racconto del loro equilibrio instabile a causa del lavoro di Matthew. Una ricetta arricchita dalla presenza di Dane. Migliore amico della coppia e ancora zio presente e amorevole. Passato e presente si intrecciano per donare emozioni allo spettatore che grazie all’alternarsi degli spazi temporali può penetrare nella trama assaporandone soprattutto gioie e dolore.

Il film mette in scena la vita, il suo essere effimera e soggetta a una fine (oltre che un inizio). La difficoltà è accettare la mortalità e farla comprendere a due bambine, Matt e Nicole spiegheranno alle loro bimbe che non ci sono più cure e la donna cercherà di rendere unico ogni momento che le resta. Perché rimarranno solo i ricordi, gli stessi che la regista crea e condivide con lo spettatore, muovendosi avanti e indietro nel tempo. Narrando la storia dei due amanti e di Dane. Uomo e amico che è sempre stato al loro fianco e lo farà sino alla fine.

I Teague vivono a Fairhope, Alabama, ma si erano conosciuti a New Orleans, tredici anni prima: Nicole recitava in teatro, Dane era il tecnico delle luci, Matt cercava di farsi notare in un giornale locale. Tra i tre si crea un rapporto forte, solido e unico. Mentre il marito girava il mondo, la donna si occupava delle figlie e Dane saltava di lavoro in lavoro e di fidanzata in fidanzata. La precarietà fatta uomo se non fosse per la presenza dei due amici di sempre. A cui dedica affetto, tempo ed attenzioni, anche quando Nicole tradirà il marito e lui se ne andrà di casa, sino al viaggio finale della bella attrice,

Una narrazione frammentaria che ha come bussola il giorno della diagnosi del cancro, evento che farà anche da spartiacque tra il prima ed il dopo. La regista gioca soprattutto con il tempo e crea sceneggiature magiche che variano dall’indoor alla magnificenza dei boschi incontaminati americani.

La pellicola dopo il debutto a Toronto (settembre 2019) ha avuto poca risonanza. Nonostante l’acquisizione da parte di Roadside Attractions e Gravitas Ventures il film è rimasto bloccato a causa del Covid. A fine Gennaio 2021 è uscito in poche sale americane, in un paese colpito dall’odierna pandemia, quindi viene ceduto ad Amazon. Il piccolo schermo finalmente dà voce alla penna di Matthew Teague, che come spiegato in una nota prima dei titoli di coda di Our Friend vive ancora a Fairhope, in Alabama. Nella stessa casa in cui lui e Nicole si sono trasferiti per crescere la loro famiglia e hanno vissuto insieme i suoi ultimi anni. Vive con le sue due figlie e quella di Nicole, da allora si è risposato. Secondo il New York Times, la famiglia ha recentemente accolto un figlio, Wilder, di 3 mesi. Teague lavora ancora come giornalista e sul suo sito web spiega che collabora con National Geographic, The Atlantic, Esquire, Sports Illustrated, Men’s Journal e altre riviste.

Una favola moderna con l’happy end solo nella vita reale.

Our Friend, l’amico del cuore è girato magistralmente, diretto da Gabriela Cowperthwaite (che ha diretto il fenomenale documentario Blackfish) ed interpretato da Casey Affleck (Matt), Dakota Johnson (Nicole), Jason Segel (Dane Faucheux).

L’amico del cuore è un film emozionante, l’intreccio ruota intorno alla malattia della protagonista e la narrazione è organica, specchio dell’amicizia. Quella vera e universale che porta i due uomini ad accudire la donna nel momento del bisogno, seguire la casa e le bambine nonostante i silenzi, le incomprensioni e difficoltà.

Ribaltamento di un mondo solitamente femminile, affidato per necessità all’altra metà del cielo. Il ruolo della mamma viene sostituito da un padre che era molto assente ma volenteroso e da uno zio acquisito ironico e sensibile.

Sono tutti vittime del male del secolo che sta consumando una donna che era forte, briosa, divertente e presente. Il collante della famiglia.

In quest’ottica l’articolo di Matt non è più solo un racconto biografico ma la celebrazione degli affetti, della famiglia e dell’amicizia.