Seven Seconds, tanto orrore e niente folklore, l’orrore di una potenziale realtà, l’orrore dell’ingiustizia. Su Netflix.
Seven Seconds racconta, in dieci episodi, la corruzione di un sistema, che in questo caso è quello americano, ma questa storia potrebbe accadere ovunque.
Una serie psicologicamente molto cruda, sebbene non siano mostrate scene di eccessiva cruenza visiva, l’ho trovata, per certi aspetti, forse più cruda di tante serie splatter, perché racconta una realtà quasi impossibile da accettare.
Seven Seconds ferisce, e non fa mai sorridere, ma ne vale la pena, perché lascia allo spettatore un’amara consapevolezza e senza la consapevolezza questo orrore non potrà mai avere fine.
Dolore, frustrazione, rabbia, delusione è quello che provoca.
Odio razziale, sessismo, pregiudizio corruzione, quello che racconta.
Ma racconta anche l’amore di una madre, la dedizione di uomini e donne che salvano questa società dalla totale indifferenza nei confronti della crudeltà mentale e fisica.
Ma soprattutto in questa serie non si fa una differenza solo di razza, ma di umanità. Tutti possono essere razzisti e odiatori, tutti possono essere cattivi, la scelta difficile e che fa la differenza in questa storia è essere “i buoni”.
Ottime Interpretazioni, (Grammy per l’interpretazione delle madre della vittima) ritmo lento e a volte qualche scena di troppo. Ma non è certamente questo che rimane alla fine di questa serie.
Alla fine di questa storia resta la consapevolezza che a volte, per cambiare il corso di “una vita” e fare la scelta giusta, abbiamo solo sette secondi.
“Da guardare assolutamente” perché non racconta una favola e non cerca di accontentare lo spettatore, e questa credo sia la sua forza.
Potete recuperare Seven Seconds su Netflix: SEVEN
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