musica
Dall’incontro di due menti creative che condividono la stessa passione per la musica, nasce il progetto Unison Minds. Due mondi diversi, dove l’inclusione, l’accettazione di sé e la musica intesa come entità femminile sono le colonne portanti dei loro testi.

Giuseppe Marzano è un compositore polistrumentista di stampo cantautorale, invece Antonio Miele è un DJ e producer, formatosi nel mondo del clubbing. La loro musica è un continuo viaggio nel tempo tra i vari generi, a partire dagli anni Trenta al 2000, dal Jazz al Pop.

Ragazzi volete parlarci del vostro progetto? Com’è nato?

Antonio: Unison Minds è nato dall’incontro in un club, nel momento in cui io ero in procinto di rivoluzionare la mia musica e Giuseppe è stata la spinta per poter concretizzare questo mio desiderio. Abbiamo poi deciso di unire le nostre idee in studio e ci siamo resi conto che potevamo funzionare insieme e da lì abbiamo lavorato fino all’uscita del nostro primo EP: Emotional Tension, che è stato rilasciato il 28 febbraio. Si tratta di un viaggio musicale di quattro brani, che spazia da ritmi energici e travolgenti a ballads intime e riflessive, creando un equilibrio tra sperimentazione e autenticità. 

Giuseppe: Come ha detto Antonio, ci siamo incontrati in un club e abbiamo deciso di provare a vedere se semplicemente viaggiavamo sulla stessa lunghezza d’onda. Non mi aspettavo nulla in quel momento, se non divertirmi, invece c’è stata subito sintonia e connessione tra noi. E ciò ci ha portato ad intraprendere questo viaggio musicale insieme, fino all’uscita dell’album. Emotional Tension è un esperimento: sentivamo l’esigenza di incontrarci e di esprimerci liberamente provando ad uscire fuori dagli schemi. Cercando di unire i nostri distanti universi siamo arrivati a confezionare questo EP di cui siamo enormemente soddisfatti.

Tra i brani che ho ascoltato mi ha colpito molto Try. Qual è stata la vostra fonte di ispirazione?

Giuseppe: Try è il fulcro del nostro EP, è un brano che parla della nostra generazione che sogna e ha voglia di crescere. Noi siamo la generazione di “mezzo”, quella che sente il bisogno costante di dimostrare, di affermarsi. La nostra generazione ha voglia di sentirsi la voce fuori dal coro, di essere originale a modo suo, proprio come nel verso:  I’m not just like many others. Questa voglia di affermarsi è applicabile a qualsiasi ambito e a qualsiasi individuo: accettarsi ed essere consapevoli di sé stessi, delle proprie potenzialità, perché è soltanto accettando noi stessi che riusciamo ad accettare quello che ci circonda. La principale fonte di ispirazione è sicuramente la musica stessa, intesa come entità femminile. La musica è femmina, ed è l’origine di tutto, come la donna. Senza la donna non sarebbe esistita l’ispirazione in sé. Non saremmo esistiti noi: è qualcosa che ci accompagna sempre, con dolcezza e tenerezza. Ma allo stesso tempo, con forza. Ci trascina costantemente.

Antonio: Da grande appassionato di musica e collezionista di dischi , cerco sempre di assorbire il più possibile da ogni genere che ascolto quotidianamente. Si tratta di un lavoro di continua ricerca, che non si ferma al semplice ascolto generico ma che va ben oltre: dalla scelta degli strumenti ai sintetizzatori utilizzati e al sound design. Questo brano è venuto fuori in modo così spontaneo e naturale: Giuseppe aveva già il testo pronto e per me è stato semplice “vestire“ il brano con un sound dalla melodia dolce. Un testo che è venuto fuori dopo un periodo di blocco anche a livello emotivo: il brano è stato la chiave per aprirci nuovamente. 

Musica e emozioni si sa, viaggiano di pari passo. Cos’è che vi emoziona attraverso la musica?

Antonio: La musica riesce a emozionarmi in tanti modi: le melodie, le combinazioni tra suoni e strumenti che creano una determinata atmosfera in grado di trasportati oltre e di unire parole e suoni. Mi emoziona un semplice riff di chitarra e il drop esplosivo di un pezzo elettronico. Ognuno riesce a dare una propria interpretazione della musica in base alla propria sensibilità. Dal mio punto di vista, mi rifugio molto nei suoni, nelle emozioni che le sonorità stesse mi suscitano. 

Giuseppe: La musica è stata sempre una costante nella mia vita fin da bambino, nonostante in casa non se ne ascoltasse molta. Ad un certo punto, ho sentito qualcosa che mi attraeva: è stata la musica stessa a farmi avvicinare a lei. A scegliermi in qualche modo. Tra le note mi sento al sicuro e libero. Con le cuffie nelle orecchie, mi isolo dal resto del mondo, ma non mi sono mai sentito solo. Tramite la musica è come se avessi viaggiato in tutto il mondo: i miei migliori viaggi sono stati quelli. Le storie mi hanno sempre appassionato e la musica mi ha raccontato tante storie diverse: la mia storia diventava quella della canzone che ascoltavo e le mie emozioni diventavano le stesse dei cantautori e dei musicisti. La musica mi ha permesso di vivere tante vite diverse allo stesso tempo e di capire che ogni nota può portarti ovunque tu voglia e farti essere chiunque tu voglia essere. 

Abbiamo parlato tanto di emozioni, di viaggi anche solo “mentali”, di fonti di ispirazione. Nel mondo di oggi sembra si siano un po’ persi certi valori, come se tutti avessimo smarrito un po’ la bussola. Cos’è, secondo voi, ciò che conta davvero? Quali sono i vostri capi saldi, quelle persone o cose importanti nella vostra vita?

Antonio: Oggi sono cambiate tante cose e lo sviluppo della tecnologia ha reso tutto più accessibile, tutto raggiungibile a portata di click. Questo ha fatto perdere l’attenzione e il reale interesse verso le cose e le persone. Io provengo dalla periferia, dove ci sono ancora certi valori. Dobbiamo impegnarci ad imparare di più dal passato, il che non vuol dire regredire, ma guardare ai valori delle generazioni precedenti. Con la nostra musica vogliamo arrivare anche a loro oltre che alle nuove generazioni.

Per me contano le piccole cose, come i piccoli obiettivi personali, proprio come questo EP. E ciò è la dimostrazione che quando si vuole una cosa e si lavora duramente, si possono ottenere dei risultati. Oggi è tutto semplice, si è perso di vista il valore del tempo: bisogna prendersi il giusto tempo per inquadrare i propri obiettivi, riacquistare il valore del tempo, non affrettarsi. 

Giuseppe: Per me le cose più importanti sono gli affetti, le passioni e il tempo. Gli affetti ti aiutano ad andare avanti anche nei momenti più difficili, come quello di un familiare, di un amico, di una compagna. Le passioni sono quelle che ti tengono con i piedi per terra e ti danno un piccolo obiettivo giornaliero da portare a termine. Il tempo, invece, oggi è la vera ricchezza. Al di là di tutte le cose materiali, il tempo è ciò che scorre anche quando non vorremmo, ed è nostro dovere spenderlo nel miglior modo possibile facendo ciò che ci fa stare bene, sentendo che stiamo vivendo davvero. Facendo caso al tempo che passa e facendo caso alle cose che facciamo mentre il tempo scorre, ti accorgi che nessun attimo può essere sprecato. Per questo, dobbiamo vivere appieno ogni secondo.

La copertina del vostro EP, come il titolo del resto, sono molto originali. Vi andrebbe di spiegarci il significato?

Antonio: L’idea della cover art è uscita fuori così di getto, in studio. Era già realizzata nel nostro immaginario, perché rappresenta sostanzialmente la realtà che viviamo. Siamo due ragazzi che lavorano a tempo pieno e la musica è la nostra valvola di sfogo. Come unire le due cose? Un disco solitamente si associa alla musica ma perché non associarlo a un disco da lavoro? La chiave è proprio nel disco: da un lato la mano con il guanto di velluto che lo tiene come un qualcosa di prezioso, dall’altra la mano insanguinata, simbolo del duro lavoro che mi ha portato fin qui.

Giuseppe: La copertina si ispira appunto alle nostre vite: la mano insanguinata e il disco rappresentano il duro lavoro e la nostra passione per la musica; la mano che indossa il guanto di velluto invece, simboleggia la musica in sé, la delicatezza con cui trattarla, non trascurandone alcun aspetto. Emotional Tension indica l’attimo che precede la realizzazione di qualcosa, quel momento in cui convergono tutte le esperienze che ti hanno portato a quell’istante. L’album è dedicato a tutte le persone che hanno un bisogno irrefrenabile di trovare la propria strada, qualunque essa sia. Sperando che la vostra Emotional Tension vi porti a tirare fuori sempre il meglio di voi.

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