Gloria! Il film di Margherita Vicario, con Galatea Bellugi, affronta il tema della libertà di espressione femminile attraverso la musica.

Presentato alla 74ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, il film “Gloria!” è l’opera prima di Margherita Vicario, cantautrice e regista italiana, classe 1988. La pellicola è ambientata nei dintorni di Venezia, all’inizio dell’Ottocento, nell’istituto musicale Sant’Ignazio che ospita l’orchestra femminile, il suo maestro, (uno strepitoso e irriconoscibile Paolo Rossi), Teresa e una domestica. Per la visita di Papa Pio VII l’istituto è in fermento per la preparazione del concerto in suo onore. Durante l’agitazione generale, di notte, alla luce di qualche candela, cinque ragazze si ritrovano per comporre musica con i tasti di una nuova invenzione, il pianoforte.

Un film rivoluzionario.

Una storia coinvolgente in continuo movimento, tenendo alta l’attenzione con un’atmosfera misteriosa, che permette di entrare nella narrazione, cavalcando l’onda della rivoluzione, riprendendo i principi francesi “egalité, liberté, fraternité”. Molto interessanti gli spostamenti di camera, che riprendono in maniera spontanea le scene e riflettono la dinamicità della trama e dei personaggi.

La libertà della musica.

Il tema centrale della pellicola è la ricerca della libertà. Le ragazze dell’istituto hanno vissuto imprigionate per anni, venendo zittite, sottostando a severi ordini e un rigido decoro. Però tutto ha un limite e arriva il momento di cantare e suonare per sentirsi più leggere. La musica, infatti, diventa il mezzo d’espressione delle ragazze, che riescono a liberarsi dalle catene a cui sono state vincolate. Musica che non si trova solo tra le note degli spartiti. Ma anche nell’armoniosa fusione che si ottiene con i rumori della quotidianità, come i panni che vengono sbattuti o le spazzole che sfregano.

“Piedi a terra e mani in aria” è l’invito che porge la regista nella sua canzone “Aria!”, colonna sonora del film. Un inno alla libertà, per respirare a pieni polmoni e cantare fino a perdere la voce. Mentre si balla alzando le mani per accogliere il cielo tra le braccia.

Uscendo dalla sala si rimane con un senso di indescrivibile vertigine, come quello vissuto dalle protagoniste davanti alla novità, mettendoci davanti alla realtà dei fatti, oggi siamo fortunate ad avere indipendenza e diritto alla libertà di espressione, per poter condividere con il resto del mondo la meraviglia che custodiamo dentro.

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