Si può cambiare vita? Sicuramente, quando si hanno i soldi. La vera difficoltà sta nel lasciarsi alle spalle delle parti di sé e fare i conti con il proprio senso d’identità. In concorso per la Palma d’Oro al Festival di Cannes, questo musical affronta con originalità e umorismo tematiche dure e sociali.
Un’avvocatessa deve difendere un uomo che ha commesso un femminicidio, sostenendo che la donna ammazzata si sia suicidata. Ha inizio così Emilia Pérez, film candidato alla Palma d’Oro, che segna un grande ritorno per Jacques Audiard e che affronta in modo originale tante, tantissime tematiche. È un musical, è un thriller, è una storia d’amore ed è anche un film LGBTQ+. Audiard ci porta a Città del Messico, dove ogni anno scompaiono innocenti, i desaparecidos. Questo fenomeno ha visto un forte aumento dal 2006, quando l’allora presidente Felipe Calderón ha lanciato la guerra alla droga adottando un modello militarizzato di pubblica sicurezza. (Nel 2022 si sono contati più di 100 mila desaparecidos. Tra questi, un quarto sono donne e circa la metà aveva meno di 18 anni alla scomparsa.)
L’identità oltre il sesso.
Il carnefice è a sua volta vittima e anche la vittima può diventare carnefice. Si può cambiare sesso, vita, voce ma non si può cambiare odore. Così, il passato insegue Emilia, nel suo tour de force per redimersi ed affermarsi in quanto donna che ha sempre sognato di essere. Emilia Pérez è un film sull’identità che mette in scena le ombre di un passato dal quale è impossibile scappare. E quest’ombra non è solo metafora ma viene integrata nella mise en scène; contrastata da luce e colori che animano una cultura che cerca di resistere. E se qualche scena può far pensare a West Side Story, Emilia Perez si distingue per un’originalità declinata quasi totalmente nello spagnolo messicano. Musicato da Camille, il ritmo ricorda quello di Ana Tijoux. L’aspetto più sorprendente, resta, però, un senso dell’umorismo dosato e calibrato nell’arco di tutta la narrazione, che riesce a smorzare, quanto è giusto, il dramma sociale.
Karla Sofía Gascón nel ruolo di Emilia e Zoe Saldana nel ruolo di Rita, l’avvocatessa che aiuta la protagonista a cambiare vita, formano un duo davvero notevole, dando vita a tutto tondo ai loro personaggi che, umanamente, si nutrono di contraddizioni, fragilità, compromessi e paure. A completare il cast c’è Selena Gomez, che se non altro avrà il merito di portare in sala una gran fetta di pubblico, data la sua risonanza mediatica.
Audiard torna ad affrontare delle tematiche che conosce bene; il ricostruirsi una vita (Dheepan – Una nuova vita), il dramma della gelosia (Parigi, 13 Arr.) , il mondo della delinquenza (Il profeta), ma con l’aggiunta, questa volta, di musiche che animano la visione, rompendo la quarta parete e immergendoci completamente in una storia che è già di per sé una lotta politica e sociale.
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