In pieno periodo fascista, una giovane ragazza viene trovata morta e il colpevole sembra quasi impossibile da scovare. Ma la verità è sotto gli occhi di chi sa guardare oltre l’apparenza. Vi presentiamo Gianna Baltaro, la Agatha Christie italiana.

Nelle nebbie del Gambero d’Oro. In una Torino fredda e uggiosa del 1933, Marina Grossi, di soli diciassette anni, viene trovata morta nella cantina del condominio in cui abita. Tutti i condomini sembrano sconvolti, almeno all’apparenza. Sul luogo del delitto, arriva Andrea Martini, un ex commissario della squadra mobile che si trova a indagare insieme al collega Piperno sull’omicidio. Un quartiere tranquillo quello del Gambero d’Oro il quale, però, nasconde molti segreti, soprattutto nel condominio dove viveva la vittima. Questa la trama di Nelle nebbie del Gambero d’oro di Gianna Baltaro, pubblicato da Golem Edizioni.

Un colpevole, forse.

Piperno e Martini iniziano le loro indagini e si ritrovano a scavare nella vita di tutti i condomini del palazzo. Coppie di convenienza, ex militari in pensione, giovani sbandati e ragazze ritenute dai facili costumi per l’epoca. Eppure, la verità è quella che non ti aspetti e, dopo aver scavato nella vita e nelle abitudini di Marina, da cui ne fuoriesce un ritratto non proprio lusinghiero, non potranno dare alla giustizia il colpevole (in senso materiale).

In stile Agatha Christie.

Grazie alla sapiente penna dell’autrice, Gianna Baltaro, ci ritroviamo in un giallo stile Agatha Christie. Non abbiamo Poirot o Miss Marple a portare avanti le indagini, ma un detective tutto italiano: Andrea Martini. La storia, la dinamica e le indagini riportano alla mente lo stile della celebre scrittrice inglese. Ovviamente con la personalità dell’autrice che non viene nascosta ma valorizza la lettura. Dialoghi concitati, brevi, che si susseguono a ritmo incalzante, alternati a parti narrative e descrittive, catturano il lettore sin dalle prime righe. Baltaro non si perde in lungaggini inutili ma rende tutto ciò che scrive concreto ed efficace. Si stringe immediatamente un “patto narrativo” che porta chi legge a non farsi domande, bensì a lasciarsi trascinare dagli eventi.

Un periodo delicato.

La storia è ambientata nel pieno del regime fascista e dalle descrizioni, dai dialoghi e dalle varie situazioni, abbiamo una sorta di lente d’ingrandimento su quel periodo. Si ha la possibilità di guardare uno spaccato della società fascista che non gode di grande ricchezza. Spesso viene citato il Monte di Pietà, il quale rimanda a persone in difficoltà che devono impegnare i propri tesori per sopravvivere. In tutto questo scenario, spesso avvolto nella nebbia, inizia la ricerca di Martini. Marina Grossi avrà giustizia?

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