Grazie a Trusted House Sitting, Miriam ha risparmiato £ 12.000 in un anno viaggiando e ora si trova in Medio Oriente senza biglietto di ritorno.


Miriam, giovane viaggiatrice solitaria, è un concentrato di esperienze e passioni che ha accumulato nel corso degli anni. Da otto mesi ha intrapreso un viaggio senza una data di ritorno e attualmente si trova in Medio Oriente. Scopriamo insieme a lei come viaggiare risparmiando, tra curiosità sul mondo arabo e pregiudizi sulle donne in viaggio.

Una vita standard troppo stretta.

«Sono nata e cresciuta in un piccolo paese della pedemontana pordenonese, in Friuli-Venezia Giulia» racconta Miriam. «La mia vita era quella che si potrebbe definire “una vita standard” secondo i canoni italiani: famiglia, amici, lavoro. Tutto ruotava intorno a questi elementi, ma dentro di me sentivo un forte senso di irrequietezza, una voglia incontenibile di scoprire il mondo. La quotidianità, sempre uguale, mi stava stretta. Così un giorno decisi di partire per esplorare ciò che c’era oltre i miei confini.»

Un amore tramandato.


«A trasmettermi questo grande amore è stata anche la mia cara zia. Nel 2011 venne a mancare e fu uno dei dolori più grandi della mia vita. Era una donna piena di vita e lavorava come assistente di volo per Air France. Ha avuto un ruolo fondamentale per me: ogni volta che la incontravo, i suoi occhi si illuminavano mentre raccontava le sue avventure. Collezionavo con entusiasmo tutte le cartoline che mi spediva dai luoghi più lontani. La sua morte mi ha lasciato un vuoto enorme, ma il suo spirito continua a viaggiare con me, in ogni nuova destinazione che esploro.»

Il viaggio che ti cambia la vita.


«Nel 2018 presi coraggio e decisi di licenziarmi e partire per un’avventura senza data di ritorno nel sud-est asiatico. Quel viaggio durò un anno intero. L’idea era nata nel 2017, quando feci un viaggio in Indonesia. Lì conobbi molte persone che stavano viaggiando per lunghi periodi, e mi domandai: “Cos’ho io di diverso da loro? Perché non posso fare lo stesso?” Una volta rientrata in Italia, una vocina dentro di me continuava a ripetermi di partire. Così, nei mesi successivi, pianificai il viaggio che avrebbe cambiato la mia vita. E così è stato.»

Verso il mondo.

«Dopo un anno di viaggio nel sud-est asiatico, ero alla ricerca di un luogo dinamico, flessibile, multiculturale e dove si parlasse inglese. Londra sembrava la scelta perfetta. Dopo solo tre settimane dal mio arrivo nella capitale britannica e tre colloqui, trovai il mio primo lavoro all’aeroporto di Heathrow nel dipartimento finanziario di una delle aziende di British Airways.»

Viaggiare insegna a reinventarsi. 

Miriam trova la sua stabilità a Londra ma nel 2020 la pandemia colpisce duramente il settore dell’aviazione, costringendola così a reinventarsi professionalmente. «Quasi per caso, trovai lavoro presso una prestigiosa azienda di chitarre che cercava una persona che parlasse italiano. Riuscii a distinguermi e arricchire così il mio curriculum fino a ricevere un’offerta da una prestigiosa casa discografica che lavora con alcuni dei migliori artisti del mondo.» Nel frattempo il costo della vita però aumenta e Miriam trova anche soluzioni alternative.

Viaggiare grazie a Trusted House Sitters.

«Dopo la pandemia il costo degli affitti a Londra era aumentato notevolmente, arrivando a circa £ 1000 per una stanza in una casa condivisa. Cercando soluzioni alternative, creai il mio account su Trusted House Sitters, che avevo scoperto grazie a un’amica che viaggia utilizzando questa piattaforma (Leggi l’articolo Servono tanti soldi per viaggiare? Falso!).

Ho sempre avuto gatti, e una delle cose che più mi mancava nella mia vita londinese era proprio la compagnia di un animale. Tuttavia, vivendo in una casa condivisa, avere un animale tutto mio era impossibile. Iniziai a candidarmi per vari sitting. All’inizio, non avendo referenze, ho ricevuto molti rifiuti, ma una volta ottenuta la prima conferma, non mi sono più fermata. Dopo un po’ di tempo, ho preso una decisione radicale: ho lasciato la mia casa a Londra, venduto tutto ciò che non era essenziale e sono diventata pet sitter a tempo pieno, continuando comunque a lavorare e percepire uno stipendio. Grazie a questa scelta, in un anno ho risparmiato £ 12.000.

A oggi ho completato 30 house sitting, tutti con recensioni a 5 stelle. La mia esperienza con questo sito è stata estremamente positiva e ha cambiato radicalmente il mio modo di viaggiare e vivere

Vivere da nomade lavorando.

«Dopo aver ottenuto il settled status – cittadinanza brittanica –, ho rimesso lo zaino in spalla e la macchina fotografica al collo per esplorare nuovi paesi. Anche in viaggio, alterno periodi di esplorazione a periodi di house sitting, risparmiando così sull’alloggio. Tra pochi giorni, per esempio, sarò cat sitter a Riyadh, in Arabia Saudita. Inoltre, già quando vivevo a Londra organizzavo tour con italiani che venivano a visitare la capitale inglese, ora che fisicamente non sono più in Inghilterra, faccio consulenze di viaggio tramite Instagram @miry_giramondo e creo itinerari personalizzati nei luoghi che ho visitato, inoltre nel mio sito www.mirygiramondo.com si possono acquistare itinerari digitali di tre o quattro giorni a Londra che le persone possono fare in autonomia.»

Difficoltà in viaggio.

«Proprio in Arabia Saudita ho vissuto una delle esperienze più difficili in viaggio: un incidente automobilistico mentre stavamo andando a visitare Wadi Disah. Eravamo parcheggiati sul ciglio della strada quando, all’improvviso, il terreno sotto di noi ha ceduto e la macchina con lui. Fortunatamente, i veicoli 4×4 sono estremamente resistenti e noi ne siamo usciti illesi. Fummo portati in ospedale per i controlli di routine e tenuti in osservazione per qualche ora, come previsto dai protocolli sanitari locali. Ovviamente la nostra macchina era fuori uso e noi non avevamo altra soluzione che campeggiare.

Senza aver chiesto nulla, i ragazzi che ci avevano accompagnato in ospedale si premurarono di trovarci una sistemazione per la notte e, il giorno dopo, si premurarono di portarci la colazione e chiamare un carro attrezzi senza volere nulla in cambio. Wadi Disah si trova in una zona piuttosto remota dell’Arabia Saudita, quindi il viaggio in carro attrezzi fu piuttosto lungo.

Quell’evento mi ha fatto capire quanto sia fondamentale lo spirito di adattamento: i piani possono cambiare in un attimo, e sapersi adeguare alle circostanze è essenziale per affrontare qualsiasi imprevisto.

Ma la lezione più grande è stata sulla generosità e la bontà delle persone. In un momento difficile, degli sconosciuti ci hanno aiutato senza esitazione, dimostrando un’ospitalità e una gentilezza che non dimenticherò mai. Nonostante le differenze culturali e le percezioni che possiamo avere di un Paese, l’umanità e la solidarietà si trovano ovunque nel mondo.»

Esperienze uniche in viaggio.


«Uno dei ricordi più emozionanti che ho in viaggio risale al Myanmar, quando ho avuto la possibilità di visitare alcune delle 135 tribù che abitano le zone più remote del Paese. Trovarmi davanti a loro è stata un’esperienza intensa e incredibile. In particolare, ero diretta a Mindat per incontrare un’anziana signora diventata una vera leggenda locale: l’ultima donna che suona il flauto con il naso. Non conoscevo il suo nome, quindi avevo salvato una sua foto sul telefono, sperando di poterla mostrare alle persone del posto per chiedere informazioni. Per un po’, sembrò che nessuno la conoscesse, o almeno questa era la mia sensazione. Poi, mentre camminavo tra le vie polverose del villaggio, entrai in un piccolo negozio.

Mostrai la foto alla proprietaria, e lei senza esitazione mi indicò con il dito una casa poco distante. Mi avvicinai all’ingresso e lì, davanti alla porta, c’era una donna. Mi guardò e mi chiese, in un inglese molto semplice: “Tu cerchi mia mamma?” Sorpresa, mostrai la foto e lei annuì con un sorriso: “Sì, lei è mia mamma!” Mi fece entrare nella loro piccola casa di legno, semplice ma accogliente, in pieno stile birmano.

Dopo pochi istanti, da dietro una porta, apparve Daw Yaw Shen, un’anziana di 94 anni, con il passo incerto e la schiena curva. Indossava vestiti scuri, lunghe collane e grandi orecchini colorati. Era lei, la donna che stavo cercando! Si sedette di fronte a me e, senza dire una parola, iniziò a suonare il flauto con il naso. La melodia che ne usciva era così ipnotica e delicata, che sentii un brivido lungo la schiena. Un momento che non dimenticherò mai.»

Donne in viaggio in solitaria.

«Oggi viaggio da sola. La libertà di decidere dove andare, quando partire, cosa fare e come farlo non ha prezzo. O meglio, parto da sola, ma le occasioni di incontrare altre persone sono tantissime. Per esempio, in Arabia Saudita ho viaggiato per tre settimane con una ragazza olandese conosciuta per caso: ci siamo subito trovate in sintonia e avevamo lo stesso itinerario, così abbiamo deciso di condividere un pezzo di avventura insieme. Attualmente sto viaggiando da sola sempre in Arabia Saudita, un Paese che mi ha positivamente sorpresa per l’ospitalità e la generosità della sua gente.

Questa esperienza è ancora più autentica perché mi trovo quasi sempre ospite nelle case delle persone saudite, e questo mi permette di entrare in contatto diretto con la cultura locale e di vivere il Paese da una prospettiva che un semplice turista difficilmente potrebbe avere.»

La donna nel mondo arabo.

«Per una donna che vuole viaggiare nel mondo arabo, direi che la percezione che spesso abbiamo in Italia è piena di pregiudizi e stereotipi. La mia esperienza è stata estremamente positiva, ben diversa da quanto si possa immaginare. L’Arabia Saudita, per esempio, è un Paese sicuro per i turisti, con un basso tasso di criminalità. Le autorità locali non tollerano reati come furti o molestie, e questo rende il Paese relativamente sicuro anche per le donne che viaggiano sole.

Ovviamente, è importante informarsi sulle regole culturali, vestirsi in modo rispettoso e adattarsi alle usanze locali per vivere il viaggio nel migliore dei modi. Ricevo molti commenti negativi riguardo all’Arabia Saudita sulla condizione delle donne, purtroppo l’italiano medio è molto limitato e fa fatica ad accettare una realtà diversa dalla sua. Per questo ho pensato di creare una rubrica sul mio blog Women from the World e fare interviste a ragazze di diversi Paesi che incontro durante il mio cammino.

Saranno loro a spiegare la reale situazione. Dal 2018 l’Arabia Saudita ha fatto notevoli passi da gigante e ha aperto i suoi confini al mondo. Io, per esempio, mi sento più sicura in Arabia Saudita rispetto alla stazione di Mestre.» (Leggi l’articolo Un’europea nel mondo arabo e La mia vita in Egitto: la storia di Flora)

Cosa puoi imparare viaggiando. 

«Il viaggio è senza dubbio la miglior scuola di vita. Quello che si impara non sono solo nozioni, ma soft skills, quelle competenze che nel mondo anglosassone sono così apprezzate. Ho imparato a adattarmi a nuove culture, lingue, abitudini e situazioni che prima mi erano completamente sconosciute.

Viaggiare, soprattutto da sola, mi ha insegnato a prendere decisioni autonomamente, a risolvere problemi e a gestire le mie risorse, a essere paziente quando le cose non vanno come previsto e a non arrendermi di fronte alle difficoltà, come voli cancellati, imprevisti con i trasporti o divergenze culturali. Ma la cosa più importante che ho scoperto è che la bellezza non sta nei beni materiali, ma nelle esperienze, nei momenti vissuti, nelle connessioni umane e nei paesaggi.»

Viaggiare o trasferirsi all’estero è scappare dai problemi o una soluzione?


Per me, viaggiare o trasferirsi all’estero non è una fuga, ma un’opportunità di crescita, arricchimento e nuove possibilità. Mi ha aperto la mente e il cuore, permettendomi di vivere esperienze uniche, migliorare la mia qualità della vita e la mia salute mentale, e soprattutto di accedere a opportunità professionali che in Italia non sarebbero state possibili. Il cambiamento di ambiente può essere una soluzione per chi sente il bisogno di qualcosa di più, di qualcosa di diverso. Non si tratta di scappare, ma di scegliere consapevolmente il proprio percorso di vita.»

Definizione della parola “viaggiare”.


«Viaggiare per me significa conoscere, scoprire e entrare in contatto con altre culture, con mente libera e cuore aperto, senza lasciarmi condizionare da ciò che i media poco affidabili raccontano o dalle notizie negative che spesso circolano. Dopo aver visitato 60 Paesi, per lo più in solitaria, posso dire che le mie valutazioni le faccio io, basandomi sulle esperienze vissute in prima persona e non su preconcetti.»

Cosa consigli a chi vorrebbe viaggiare o trasferirsi all’estero ma ha paura o pensa sia impossibile farlo per i soldi?


«Niente è impossibile, ma servono determinazione, costanza, impegno e anche tanto sacrificio. Se volete davvero viaggiare o trasferirvi all’estero, iniziate a pianificare bene e, soprattutto, parlate dei vostri piani solo con chi vi supporta, non con chi cercherà di scoraggiarvi. Ci sarà sempre chi non uscirà mai dalla propria comfort zone e cercherà di proiettare le proprie paure su di voi. Non lasciate che questo vi freni. Mettervi alla prova vi darà fiducia in voi stessi, perché avrete avuto il coraggio di provarci. E una volta che inizierete, vi renderete conto che siete molto più capaci di quanto pensavate. Credete nel vostro potenziale!».

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