Josephine Sauvage d’Yquen, alla fine del XVIII secolo contribuì alla creazione dello Chateau d’Yquem, uno dei vini più famosi del mondo.

Josephine Sauvage d’Yquem, nacque in una famiglia di viticoltori. Figlia di Jacques de Sauvage, proprietario dal 1593 del feudo con il castello d’Yquem, sin da piccola era dedita accompagnare il padre nei vitigni di famiglia per apprendere le conoscenze in materia di viticoltura e vinificazione.

A diciassette anni rimase orfana di entrambe i genitori e il 6 giugno del 1785, giovanissima sposò il conte Louis-Amedee de Lur-Saluces, e si trasferì a Parigi dove frequentò spesso la corte reale passando così dalle luci naturali del Sauternes a quelle sfavillanti di Versailles pur non amando i fasti della corte, queste si riveleranno decisive per le sorti del suo vino che diventerà famoso presso la nobiltà parigina.

A soli vent’anni Josephine rimane vedova, suo marito morirà a causa di una caduta da cavallo. Dopo la sua morte, tre anni più tardi, subentrerà a capo della tenuta, portando gradualmente il Chateau d’Yquem a raggiungere una reputazione senza frontiere.

La Botritys Cinerea, la svolta.

Di fronte alle avversità e ai numerosi lutti che è costretta ad affrontare decide di dedicarsi anima e corpo al suo vino. Creativa, audace e appassionata, la giovane viticoltrice scoprì il ruolo della Botritys Cinerea, il fungo microscopico che favorisce la trasformazione del succo d’uva in un vino dolce. Il clima della tenuta si rivelò fondamentale per la maturazione di questa “muffa nobile”.

L’attacco di questa muffa permette di concentrare gli zuccheri negli acini a scapito della presenza di succo: la difficoltà di vendemmiare in tali condizioni sta nel controllare i grappoli uno alla volta, o in alcuni casi acino per acino, i parametri dell’uva effettuando più raccolti in un periodo che va tra gli inizi di ottobre e la fine di dicembre. Fermentazioni e affinamento vengono quindi svolte in barrique nuove rispettivamente per 6/8 e quindi 20 mesi, prima dell’assemblaggio finale.

Regole ferree e religiosamente rispettate sono alla base della giusta fama di questo vino, sia in vigna che in cantina dove la tradizione regna sovrana.

Questa innovazione rese il Chateau d’Yquem  un nettare raro, oggi rimane e rimarrà il più grande e famoso vino dolce del mondo, e un meraviglioso riconoscimento per Josephine d’Yquem  pioniera del vino. Nel 1855, Chateau d’yquem è l’unica proprietà riconosciuta come Premier Cru Superieur alla classificazione ufficiale istiitita su richiesta dell’imperatore Napoleone III per l’esposizione Universale di Parigi. Chateau d’Yquem entrerà poi in una nuova era grazie all’acquisizione della proprietà da parte del gruppo LVMH Moet Hennessy- Louis Vuitton.

Dei 113 ettari del vigneto di sauternes Chateau d’Yquem, ne sono in produzione solo un centinaio.

Il Semillon che rappresenta la maggior parte delvigneto (75%), integrato dal Sauvignon Blanc (25%). Chateau d’Yquem gode di un eccezionale microclima in cui il Ciron, un piccolo affluente di sinistra del fiume Garonna, svolge un ruolo decisivo nello sviluppo della “muffa nobile”. E’ grazie alle nebbie mattutine dell’autunno che il Botritys Cinerea si deposita sui grappoli essiccandoli, per concentrare gli zuccheri e gli aromi.

Dalla vigna alla bottiglia, la produzione di un vino di Sauternes Chateau d’Yquem riflette un know-how che richiede un processo estremamente lungo, con attenzione e meticolosità in ogni momento. Concepito per invecchiare, il Sauternes Chateau d’Yquem evolve in modo suntuoso, con una nota di deliziosi sapori di frutta secca e candita, delicatamente cesellati dalla freschezza delle note floreali. Armonia, equilibrio, complessità e finezza questo vino ha uno stile tutto suo.

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