Eleonora Duse, la “scandalosa divina” che riscrisse il teatro moderno, riletta da Alma Daddario.

Attrice rivoluzionaria, donna libera e figura cardine della scena artistica internazionale tra Ottocento e Novecento: Eleonora Duse continua a brillare come una delle interpreti più originali della storia del teatro. La sua carriera, iniziata da bambina al seguito della compagnia del padre Vincenzo, fu segnata da una precoce maturità artistica e da un percorso di studio autodidatta, alimentato da letture incessanti e dalla capacità di trasformare ogni personaggio in un’esperienza vissuta.

Recitazione “silenziosa”.

In un’epoca dominata da recitazione enfatica e gestualità codificata, Duse scelse la via opposta: niente trucco pesante, niente declamazioni, niente eccessi. Il suo stile si fondava su pause, sguardi e una presenza scenica essenziale, tanto potente da ispirare maestri come Stanislavskij e incantare artisti del calibro di Cechov e Charlie Chaplin. La sua recitazione “silenziosa”, secondo i critici, sembrava oltrepassare le parole per diventare pura spiritualità.

Eleonora e Gabriele.

La vita privata non fu meno intensa. La relazione con Gabriele D’Annunzio segnò profondamente la sua esistenza, sia sul piano affettivo che professionale. L’autore beneficiò generosamente del sostegno economico dell’attrice, impegnata anche a produrre le sue opere teatrali. Lo scandalo esplose nel 1900, quando il Vate pubblicò Il fuoco. Un romanzo autobiografico che esponeva dettagli intimi della loro relazione e ironizzava sull’età di lei. Una ferita pubblica dalla quale Duse riuscì comunque a rialzarsi.

Coraggio e impegno civile.

Non fu solo un’artista: fu un esempio di coraggio civile. Fondò scuole e biblioteche, visitò le trincee per sostenere i soldati durante la Grande Guerra. Aiutò molte famiglie indigenti. Una generosità spesso sfruttata, ma che ne definì l’integrità.

Non meno importante fu il suo impegno civile: fondò scuole per ragazze prive di mezzi, aiutò famiglie indigenti vendendo i propri gioielli, rifiutò il vitalizio offertole da Mussolini per destinarlo agli attori della sua compagnia, e visitò le trincee durante la Grande Guerra per sostenere i soldati. Scelte coraggiose che ne definiscono ancora oggi la modernità.

Modernissima per visione e scelte, Eleonora Duse portò in Italia autori come Ibsen, rifiutando modifiche della censura e difendendo temi considerati scandalosi, dall’emancipazione femminile alla libertà individuale.

Anche quando il tempo segnò il suo volto, seppe trasformare le rughe in espressione artistica, conquistando critici come George Bernard Shaw: “Cinque minuti e sembra un quarto di secolo avanti alla più bella donna del mondo”.

Il ritratto di Alma Daddario: una “scandalosa divina” tra palco e vita.

A restituire complessità e umanità alla figura dell’attrice è il nuovo testo teatrale Scandalosa divina scritto da Alma Daddario, autrice e drammaturga che da anni indaga, con sensibilità e rigore, sulle figure femminili capaci di lasciare un segno nella storia culturale italiana.

Affascinata dalla libertà, dalla vulnerabilità e dal coraggio di Duse, Daddario ha ricostruito non solo la sua carriera artistica, ma anche i rapporti personali, gli slanci filantropici, le fragilità e la determinazione con cui l’attrice affrontò un mondo ostile al talento femminile.

Il nuovo testo teatrale Scandalosa divina, dedicato alla sua figura, ripercorre questa vicenda straordinaria: la storia di una donna che ha vissuto sempre un passo avanti rispetto al suo tempo, senza mai tradire sé stessa.

Nel suo lavoro l’autrice illumina gli snodi più delicati della vita di Duse. L’amore tormentato con D’Annunzio, la solitudine dei suoi ultimi anni, l’innovazione estetica che cambiò per sempre il teatro. E quella bellezza “interna”, serena e consapevole, che secondo i critici la rendeva ancora più magnetica in vecchiaia.

Il risultato è un ritratto appassionato e documentato, che restituisce a Eleonora Duse la grandezza di una pioniera, ma anche la profondità di una donna autentica, indomita e irripetibile.

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