Jerry e Jordan, la storia di un’adozione che ha inizio verso la fine degli anni ‘90.

Jerry, uomo single, cominciò a sentire in lui il forte desiderio di diventare padre e così decise di lottare con tutte le sue forze per avverare questo grande sogno.

Nonostante Jerry sapesse che non sarebbe stato per nulla facile, non si arrese.

Speranza

Cominciò ad avviare le pratiche per l’adozione di un bimbo negli Stati Uniti, ma non ebbe successo.

Un giorno, però, quando le speranze lo stavano pian piano abbandonando, lesse un articolo su un giornale.

In questo articolo un servizio raccontava la storia di molti bambini cambogiani che erano rimasti orfani e che vivevano sparsi in diversi orfanotrofi.

Una nuova possibilità

Si mise in contatto con l’associazione che si occupava di questi bambini per chiedere informazioni e, eventualmente, fare domanda di adozione.

Non passò molto tempo dal passaggio successivo e importante: l’associazione gli fece recapitare i moduli di adozione da compilare e gli inviarono anche le foto dei bambini.

Jerry capì subito, guardando quei visini, chi fosse suo figlio: un piccolo di 18 mesi che decise di adottare e a cui diede il nome di Jordan.

Cambogia, andata e ritorno

Quando il futuro papà arrivò in Cambogia e conobbe suo figlio, lo trovò visibilmente malnutrito.

Lo portò in Florida con sé, lo fece visitare e curare; oltre alla malnutrizione, Jordan aveva infenzioni, la scabbia e grossi problemi all’intestino.

Il tempo passò e, una volta che il piccolo fu in piena salute, i problemi non cessavano per via dell’essere single di Jerry, per la nazionalità di Jordan e tutto ciò che gli stereotipi portavano.

La forza dell’amore

Ma la forza dell’amore vince su tutto.

Gli anni passarono e il piccolo Jordan aveva sette anni quando, a un centro di nuoto, fu notato da un allenatore per la sua bravura nei tuffi.

E fu così che il piccolo divenne, una volta adulto, un grande campione.

Grandi successi

A oggi ha vinto 2 titoli, stabilito diversi record e, per di più, è stato il primo tuffatore cambogiano a partecipare alle Olimpiadi, classificandosi al nono posto.

La forza del coraggio

La forza del coraggio ha portato anche a questo: un gesto paterno, un’adozione, un piccolo indifeso e tutto si è trasformato in forza e grandezza!