Il 2021 sta per concludersi e, come sempre, è ora di tirare le somme. Dal punto di vista lavorativo per le donne non si è dimostrato un anno soddisfacente. Di sicuro non si può considerare l’anno della ripresa.
Donne e lavoro, com’è stato il 2021

Secondo il Gender Policies Report 2021, elaborato dall’Inapp (l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche), sui dati dei primi sei mesi dell’anno, le quote rosa hanno dovuto vedersela, sul fronte lavorativo, con discontinuità e precarietà.

Pochi contratti a tempo indeterminato. Tanti part-time

Solo il 14% dei nuovi contratti stipulati dalle lavoratrici è stato a tempo indeterminato. Il 38% è stato invece caratterizzato da altre forme contrattuali. Quello che colpisce maggiormente è il dato riservato ai contratti part-time, corrispondente al 49,6% di tutti i contratti delle donne. Numeri che fanno inevitabilmente riflettere, dal momento che per quanto riguarda gli uomini, la percentuale dei contratti part-time è stata del 26,6%.

Tra l’altro, è giusto sottolineare come, pur essendo il Sud Italia la parte del paese in cui l’attivazione di nuovi contratti di lavoro rivolti alle donne è stata più bassa, inferiore alle 80.000 unità, è proprio qui che si è registrata la maggior parte delle assunzioni a tempo indeterminato (ma anche a tempo parziale, purtroppo, andando a incidere ulteriormente sulla disparità delle retribuzioni).

In Campania su oltre 75.000 contratti, il 21,4% risulta a tempo indeterminato, in Sicilia il 17,7% su 59.230 e in Calabria il 18% su 20.373.

Occupazione maschile in aumento. E quella femminile?

In un periodo difficile come quello che stiamo attraversando, caratterizzato dall’evento pandemico purtroppo tristemente noto, le donne fanno fatica ad uscirne. Ne avevamo già parlato in quest’articolo, a proposito dei nuovi dati Istat, secondo cui la seppur lieve ripresa occupazionale interessa solamente la parte maschile.

Il tasso di occupazione degli uomini si è attestato intorno al 67% (precisamente 67,8%), contro il 49,5% delle donne. Dei 3.322.634 di contratti attivati nel primo semestre del 2021, 2.006.617 sono stati a favore degli uomini, mentre solamente 1.316.017, pari al 39,6% del totale, a favore delle quote rosa.

Insomma, l’abbiamo già detto e non ci stancheremo di ripeterlo. C’è ancora tanto da fare sul fronte lavorativo per le donne. E per una ripresa economica che si possa considerare tale, non si può e non si deve prescindere proprio dalla componente femminile.