Drinking with L. A.
Un drink con Alessandra Lumachelli

di Alessandra Lumachelli


Fantastico. Per l’intervista scrivo un’email a Paolo, il manager di Dardust, mi risponde subito e mi dice sì. Dardust, nome d’arte di Dario Faini, con una laurea in psicologia dopo il conservatorio ad Ascoli, balzato prepotentemente agli onori della cronaca per due hit, “Soldi” e “Calipso”. Ma in realtà da anni creatore e produttore di pezzi bellissimi, per sé stesso o per altri interpreti. Come spesso accade, vediamo solo la punta dell’iceberg. Pomeriggio estivo da 39 gradi, la strada per me è nuova, inserisco il navigatore sul telefono, e mi godo il panorama, con campi di girasole a macchie, nella campagna circostante. Non mi piace l’aria condizionata: i finestrini sono abbassati, la radio in sottofondo, un’oretta di auto sotto il sole ancora alto nel cielo. E quando finalmente arrivo, mi sento tragicamente Jason Bourne, il personaggio interpretato da Matt Damon. Non per la sua ricerca di identità, ma per le peripezie che affronta con l’auto sulle scalinate.

A proposito di punta dell’iceberg. Chiudo (quasi dignitosamente) parentesi (dignitosamente per l’auto), e mi dirigo a piedi dentro il centro storico d’epoca medievale. C’è una band che fa il sound check, e di fronte trovo Dardust, insieme a Paolo, che mi sorridono e mi invitano a seguirli in camerino per la nostra chiacchierata. Eccola, Angels.

Se tu fossi un supereroe, che supereroe saresti e che superpoteri avresti?

Sarei Ironman (ride), perché mi dicono tutti che assomiglio a lui. Per i superpoteri, potrei avere quello di unire fuoco e ghiaccio, due elementi metaforicamente opposti che io cerco di unire nella mia musica. Sono appunto il pianoforte e l’elettronica, che io identifico nel ghiaccio e nel fuoco.

Se tu avessi la macchina del tempo, resteresti qui? andresti nel futuro? nel passato? Puoi viaggiare quanto vuoi!

Andrei in Germania, alla fine del Settecento, per vivere lo Sturm und Drang, una corrente che mi piace tanto. Andrei a trovare Caspar Friedrich, il pittore. Andrei a trovare Goethe, a vedere cosa pensava, a parlarci quando ha scritto “I dolori del giovane Werther”. Oppure quando ha studiato la teoria del prisma, dei colori. Andrei a trovare lo Sturm und Drang in Germania.

La scelta del tuo nome è un gioco di parole con “Stardust”?

Certo! È un gioco di parole con Stardust, quindi con Ziggy Stardust, ispirato a David Bowie. Ma anche ispirato ai Dust Brothers, che era il primo nome dei Chemical Brothers. Quindi, ho citato due miei riferimenti: i Chemical Brothers e David Bowie.

Qual è il tuo drink preferito?

Il liquore alla liquirizia (ridiamo)!

L’ultima domanda, la più impegnativa: che cosa puoi fare tu per salvare o per migliorare il mondo?

Che cosa posso fare io? Nel mio piccolo, posso oltrepassare i miei limiti e migliorarmi nella mia ricerca artistica. E ispirare simbolicamente tutti gli altri a sfidare i propri limiti e a uscire dalla propria zona “comfort”. Diminuire un po’ l’ego, in vista di una visione comune. Contaminazione, condivisione, umiltà: credo siano le cose che faccio da sempre e che spero di ispirare gli altri a fare.

Grandi cose. Grandi parole. Grandi personaggi. Quanto più sono umili, quanto più si rivelano geniali e ispiratori. Grazie, Dario. Grazie a tutti, come sempre. Perché i miei viaggi, le mie scoperte, i miei incontri non sarebbero possibili se non esistessero persone accoglienti e ascoltatori curiosi ed attenti. In alto i calici, Angels, col sottofondo di una musica onirica. In alto i calici e i cuori e i sogni! Alla prossima!