Da adolescente troppo alta e troppo robusta a top model internazionale. Dalla provincia di Vicenza alle sfilate di Milano, Parigi e New York. Quel mondo algido e inarrivabile, a cui tante ragazze aspirano e che altrettante donne venerano, per Elisa è diventato realtà. Elisa non è una taglia 36 e non si è mai sottoposta a diete punitive o sedute di palestra massacranti per adeguarsi alle misure che il mondo dell’alta moda impone. Anzi, da sempre ha lottato contro costrizioni e pregiudizi e, portando in passerella la sua taglia 48, ha dimostrato che la bellezza non risponde a un unico canone. In sintonia con la “rivoluzione curvy” ha creduto in un nuovo modo di intendere la femminilità e vivere in tutta libertà e serenità il proprio corpo. Dopo qualche porta sbattuta in faccia, il successo vero è arrivato, un successo che le ha permesso di diventare testimonial internazionale dell’impegno curvy. Giovanissima, ha ideato la prima campagna di sensibilizzazione contro la magrezza imposta dal fashion system, che ha fatto il giro del mondo scuotendo profondamente l’opinione pubblica. E, forte del risultato ottenuto, ha continuato a diffondere il messaggio: in tv, sul web, sulle riviste di settore, e ora con questo suo primo libro.
Oggi mi sento di consigliarvi una lettura che parla di una donna, una donna intraprendente e coraggiosa che ha fatto delle sue esperienze, soprattutto dei suoi ricordi non sempre rosei, il suo punto di forza.
La storia che Elisa racconta di sé è un po’ la storia di tutte noi che, al di là della nostra fisicità, abbiamo attraversato la nostra infanzia e la nostra adolescenza in modo non sempre facile. L’accettazione di sé non è per nulla un argomento superficiale, non si tratta solo di come siamo fatte all’esterno, parte tutto da dentro di noi, dalla nostra mente e dai nostri pensieri.
E poi c’è il carattere… Specialmente in giovane età è davvero difficile non dare credito alle parole degli altri e in questo Elisa è stata molto specifica. Una frase di cattivo gusto che sia detta per scherzo o semplice superficialità può fare molto male e innescare nelle bambine o nelle giovani ragazze la sicurezza che ciò che è stato detto loro sia vero. E qui entra in gioco la famiglia che, come la protagonista racconta, ha avuto un ruolo fondamentale nell’insegnare a piacersi per come si è. Nella bellezza di essere unici e speciali proprio perché con le proprie caratteristiche e particolarità.
Purtroppo, invece, a volte accade che proprio dalla famiglia arrivi la nostra insicurezza, ed è più difficile riuscire ad accettarsi, a volersi bene. Ma non impossibile ed è importante saper parlare proprio con chi ci capisce e con chi sa consigliare e dire la cosa giusta.
In questo libro autobiografico ho ritrovato tutto ciò e lo consiglio caldamente. Lo consiglio a tutte le giovani donne, ma anche alle donne più mature: un piccolo ma prezioso diario e nulla può essere più d’aiuto di un’esperienza di vita vera scritta da chi ha vissuto tante emozioni sulla propria pelle.
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