Editore:Salani
Collana:Romanzo
Anno edizione: 2019
Pagine: 408 p., Rilegato
EAN: 9788893818735
Prezzo cartaceo: 16,90€
Prezzo ebook: 9,90€


Una fashion victim e un cowboy: una storia d’amore che è un’apocalisse Giuditta Moretti, fashion victim milanese e brillante studentessa universitaria, è al settimo cielo. Per concludere il suo percorso di studi manca solo il tirocinio a New York, in una grande banca d’affari. L’attendono un lavoro interessante e la città più bella del mondo: comprare quello splendido paio di scarpe Jimmy Choo che la chiamano dalla vetrina è il degno modo di festeggiare. Ma qualcosa va storto, e per un errore di smistamento la sua destinazione non è più Manhattan, ma un inutile ranch sull’orlo del fallimento nel Montana: cavalli (non lo stilista, purtroppo), tori, mucche e puzza di sterco. E Scott Sullivan, figlio del proprietario del ranch: un arrogante cowboy tutto muscoli e presunzione, che per di più si veste in modo orrendo. Giuditta, seppur disperata, sa che si tratta solo di tenere duro qualche settimana, cercando di migliorare la disastrosa situazione economica del ranch. Poi potrà tornare a Milano, alla sua laurea, ai suoi adorati negozi, alla sua vita di sempre e tutto questo sarà solo un brutto ricordo. Semplice, no? No. Tra figuracce, momenti di disperazione e cortocircuiti ormonali Giuditta sta per scoprire il vero volto del sacrificio e dello spirito d’iniziativa. E forse anche quello dell’amore.


Inizio col dire che questo libro è stato, per me, una ventata d’aria fresca.
Paola Chiozza ha creato un romance divertente, unico, brillante.
Ma partiamo dall’inizio, ovvero, di cosa parla “Punizione divina”?
La protagonista principale è Giuditta Moretti, fashion victim milanese. Le sue caratteristiche principali sono: la moda, la moda, la moda… ah giusto, la laurea in finanza! 
Giuditta gira sempre con il santino di Giorgio Armani nel portafoglio, pronto a portarle fortuna in ogni occasione mentre nella sua testa dialogano le sue madrine per eccellenza: Donatella Versace e Anna Wintour.
La nostra cara protagonista è pronta per il tirocinio in un’importante azienda di New York, ma quando la professoressa Carta la convoca nel suo ufficio pochi giorni prima della partenza, qualcosa va storto. Difatti la nostra principessa di Milano, non potrà più andare al suo tirocinio di New York per un errore nello smistamento degli studenti. 
Dove manderanno la nostra Giuditta?
Dalle stelle alle stalle! Nel vero senso della parola.
Da NY finisce nel Montana, in mezzo a cacche di cavallo, odori disumani, outfit imbarazzanti.
L’unica gioia sono i couboy dai pettorali scolpiti e sederi da urlo.
Giuditta capita a dover aiutare i Sullivan a risollevare il ranch dal fallimento più totale.
Si troverà, di seguito, faccia a faccia con il ragazzo più sfacciato, strafottente, sexy, sciupafemmine e sporcaccione dell’intero Montana: Scott Sullivan.
Tra i due scoppia da subito un’antipatia assoluta che si trasforma in battibecchi continui e frecciatine focose.
Quattro mesi di tirocinio, un’attività da salvare, una missione spaccacuori, una passione travolgente.
Come finirà la storia della nostra Giuditta Moretti e dei Sullivan?

Come dicevo prima, questo libro è stato una folata di aria fresca.
Mi ha travolto dalle prime pagine e sfido chiunque l’abbia letto ad essere riuscito a non ridere per molti tratti della storia.
La struttura è perfetta, i personaggi sono ben costruiti ma mai scontati ( e questa è una cosa che raramente capita nei libri).
Una delle cose che più ho apprezzato è stata, appunto, l’ironia. Ad iniziare dai titoli di ogni capitolo a finire alle figuracce della povera protagonista.
Il libro tratta, con quel pizzico di simpatia al punto giusto, un argomento a parer mio profondo.
È stato un viaggio infinito di emozioni e ragionamenti, un viaggio spirituale che ho percorso assieme a Giuditta, dapprima vanitosa e superficiale, nel ritrovamento della sua anima romantica, nell’apprezzamento della natura, nell’affetto (quello vero) fino a farci capire che le cose materiali non contano nulla, che il valore della vita non si misura in un paio di tacchi costosi ma in valori personali.
Ci fa capire di non dover giudicare una persona solo da come appare (nel caso di Scott) perchè potrebbe esserci una ragione che determina alcuni comportamenti, ragioni profonde di cui non siamo a conoscenza.
Ho vissuto un film, ho riso, ho anche pianto (lo ammetto).
Una lettura così non mi capitava da molto tempo.
L’autrice è stata fantastica nella creazione di questa storia e nella creatività che la distingue da molti autori.

Consiglio questa lettura a ogni tipo di lettore.