La ragazza del faro di A. Coppola – Newton Compton Editori
“Ragazza mia, tu hai un’anima di vetro in un mondo fatto di spigoli”
Luna è una giovane che sulla solitudine e sulle stelle ha creato le basi della sua vita. Un dolore mai sopito (la perdita della madre in giovane età) la costringe da subito a crearsi un mondo parallelo dove le stelle e gli astri possano dare sempre risposte alle proprie domande, e soluzioni ai problemi. Vive con il padre Arturo e lo zio Ammone sull’isola dei Gigli di mare, una mezzaluna di sabbia e scogli in Salento. Lo zio è la sua figura di riferimento, l’uomo che riesce a comunicare con lei e a interpretare anche i suoi silenzi e le sue fragilità. Guardiano del faro e appassionato astronomo, condivide con la nipote la stessa passione per il cielo e il mare; e come questi due elementi che sembrano sfiorarsi all’orizzonte, lui riesce ad accarezzare l’anima e il cuore di sua nipote.
Ma l’arrivo di Hermes, giovane fotografo legato all’isola dall’infanzia, segnerà uno spartiacque nella storia. Perché proprio questo ragazzo sarà la chiave per permettere a Luna di dare risposte a domand,e arrivate poco prima direttamente dal mare, chiuse in una piccola scatola di latta che custodisce fotografie di lei e di sua madre ed elementi legati al suo passato, ma che non riescono a tornare a galla nella sua memoria.
Luna e Hermes, faranno un viaggio sull’isola che sarà la testimone silenziosa d’un rapporto nato per caso, che ha radici profonde e ben radicate, ma oscure ai due personaggi. Hermes inquieto come il mare in burrasca porterà forza e voglia di vivere nell’esistenza di Luna, che lo contraccambierà insegnandogli a leggere le stelle, ad amare con forza e a non smettere mai di credere nei propri sogni.
Le verità d’un passato doloroso, pretendono di essere svelate, e per Hermes e Luna è tempo di ascoltare storie e di venire a patti col loro destino…
Sono sincera, ho faticato a finire il libro perché… non volevo lasciare Luna! Anch’io sono stata lacerata da un lutto nella mia infanzia, e come Luna, ne porto le cicatrici. Questa ragazza ha qualcosa che mi somiglia, e leggendo mi sono sentita meno sola. La bravura dell’autrice, a cui faccio i miei più sinceri complimenti, mi ha permesso di fare un viaggio su quell’isola, con gli occhi all’insù per osservare le stelle e con i piedi ben saldi per non scivolare sugli scogli. Ho sentito il mare in burrasca e il vento che squarcia le vele dei pescatori. Ho fatto un viaggio bellissimo, portando con me la bambina che ero, che ha abbracciato a lungo Luna quando abbiamo chiuso il libro e salutata con un “arrivederci”; perché ora so che c’è un’isola dove vive una ragazza speciale a cui devo un “Grazie” per tutte le volte che ha fatto sentire meno sola, la bambina che ero.
“Credo che tu abbia abbracciato tante tormente da divenire tu stessa una tempesta, ma che al tempo stesso sia fragile come un giunco.”
Mirtilla Amelia Malcontenta
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