Alessandro Egger nato in Serbia, ma vive a Milano è un modello, attore e musicista.

Nel mondo della moda è corteggiato dai più rinomati brand come Versace, Dolce & Gabbana, Moncler e nel 2019 ha ricevuto il premio dalla rivista Men’s Health come “Model of the year”.

Inoltre ha avuto il suo esordio da attore nella serie televisiva “The Band” diventando un teen idol ed entrando poi nel cast di “Un medico in famiglia”, riuscendo poi a esprimere una delle sue passioni, quella musicale, pubblicando diversi singoli come “Ginger”, “Iceberg” e “Stories” con il rapper Laioung.

Ho iniziato a seguire Alessandro durante la sua partecipazione al programma televisivo Pechino Express, perchè mi ha colpito la sua determinazione, la sua educazione e anche perché ritengo che Alessandro sia riuscito a svelare che dietro alla sua immagine di “fashion icon” ci sia un ragazzo umile, positivo, con dei valori, sempre disponibile con i suoi fan, ed è un esempio d’ispirazione anche per i giovani, mostrando che per realizzare i propri obiettivi bisogna crederci e non desistere alle difficoltà che possiamo incontrare.

Proprio per questi motivi ho chiesto ad Alessandro cosa ne pensa di questo particolare momento che stiamo vivendo.

Innanzitutto come stai e come stai affrontando questo periodo particolare?

Ciao a tutti e grazie per avermi pensato, tutto bene sono a casa, dove trascorro troppo poco tempo, quindi vivermela da cima a fondo è molto bello, spesso passiamo troppo tempo a lavoro e poco a casa quindi per me è bello e aspetto la  primavera così potrò fare qualche lavoretto in giardino.

Meditazione, poco cibo, allenamento, lettura, dormo e mi rilasso il più possibile, anche perché fino a settimana scorsa ero a lavoro quindi per me è passata una settimana.

Quali sono i tuoi progetti lavorativi futuri?

È in fase di post produzione la nuovissima serie che parla della scalata oltre il campo base dell’Everest alla quale ho preso parte e dovrebbe uscire fra qualche mese, ho passato lì circa un mese poco più, da metà gennaio a febbraio. Un viaggio incredibile e consiglio di dare una sbirciata su internet perché abbiamo fatto una cosa impensabile, basterà googlare “sfilata di moda più alta al mondo” poi per il resto sto producendo e mixando nuova musica che uscirà a breve.

Durante la Milano Fashion Week,  Armani, Laura Biagiotti e altri brand hanno deciso all’ultimo di fare le sfilate a porte chiuse vista la preoccupazione dei casi accertati di Codiv-19 in Lombardia, cosa ne pensi?

Penso che abbiano fatto bene, l’esempio dei grossi spesso viene dato per sensibilizzare anche i più piccoli che a volte sottovalutano il pericolo, poi chi va alle sfilate sa bene che c’è gente di tutte le nazionalità che viaggiando costantemente potrebbero peggiorare la situazione, ma soprattutto ci sono almeno un migliaio di persone ad una sfilata come quella di Armani, contando poi tutto quello che ne consegue a livello di servizi, perché questa gente poi si sposta con taxi, va negli hotel e nei ristoranti quindi si blocca un rischio a potenziale molto alto.

Secondo te che effetti avrà il Coronavirus sull’industria italiana della moda? E come dovrebbe ripartire?

Secondo me il settore moda essendo molto all’avanguardia ha uno staff in grado di sopportare forti pressioni e a prescindere riuscirà a rimettersi in sesto, ma chiaramente credo che svilupperà nuove tecniche con il tempo, poi più persone sfrutteranno lo Smart Working all’interno, mentre all’esterno secondo me ci saranno più controlli riguardo eventi e sfilate, le persone si vorranno tutelare, spero che la magia della moda non venga compromessa più di tanto anche perché i baci e gli abbracci e l’entusiasmo in questo campo hanno un’importanza non irrilevante e se la gente si sentirà bloccata nell’espressione delle emozioni diventerebbe tutto più freddo.

So che vivi a Milano, che effetto ti fa vedere una città frenetica diventare così tranquilla?

Per me che la vivo davvero ogni giorno e in prima persona, penso che un periodo di pausa generale gioverà a tutti a livello di mondanità però vedere Milano così vuota fa molto strano perché è come vedere uno stadio vuoto, sono le persone che fanno la città con il loro spirito e la loro energia e come ogni cosa vuota è bella ma fa tristezza.

Ti è capitato di passare periodi difficili nella tua vita e come li hai affrontati?

Credo che a tutti noi capiti di vivere dei periodi difficili e brutti, all’inizio fanno male e ti prende una sensazione di disperazione e malessere a livello fisico, bisogna combatterla e farsi tanta auto motivazione, mettere il problema al centro e cominciare a circondarlo di soluzioni possibili, più soluzioni si troveranno più ci si sentirà meglio fino a quando quel problema e paura avranno un antidoto ovvero una soluzione, ci vuole pratica, più problemi avrai e più sarai abile a tirartene fuori con l’esperienza e che tutto si risolve se si vuole veramente e in maniera razionale.

In questo momento penso sia fondamentale rispettare le regole, stare uniti, avere fiducia, non farsi prendere dall’ansia ma riflettere su questa situazione non facile che sta colpendo tutto il mondo, che consiglio ti senti di dare?

Bisogna a mio avviso avere consapevolezza che ci sono cose più grandi e forti di noi inevitabilmente come questa, e noi come possiamo fare per contrastare un virus o le ordinanze, purtroppo non abbiamo tanta scelta, perché in entrambi i casi il rischio è troppo grosso, quindi bisogna stare calmi perché l’agitazione non ha mai portato da nessuna parte.

Pensare alle cose belle che si hanno come il rito di un pasto a tavola con i propri cari, la bellezza di un caffè al mattino svegliandosi con calma e so anche che se diventa una routine può annoiare, ma non è forse vero che la nostra vita comunque è una routine al lavoro, con mansioni che molte volte non ci piacciono e con persone che non sopportiamo? Bisogna riflettere a questo. 

Cos’è la prima cosa che vorresti fare quando passerà questo triste periodo?

La prima cosa che farò, sarà fare un viaggio in un bel posto caldo dove posso tuffarmi nel mare e asciugarmi sulla sabbia calda, dopo di che andrò a fare delle visite a delle persone che a causa di questo virus non sono riuscito a vedere.