Sono tornata a Capri a conclusione di una vacanza in Grecia. Appena scesa dall’aliscafo, mi sono ritrovata in un mood di colori, calore e profumi tipici della costiera.
Capri, mon amour. Che bello essere accolti dal profumo del cono appena fatto e dei gusti di gelato tutti “gluten free” (perfetti per me che non posso mangiare il glutine) e anche biscotti alle mandorle e al pistacchio nella storica gelateria in cui le signore sono attente al centesimo! Se lo possono permettere vista la fila di Italiani e stranieri che non è mai diminuita per tutto il giorno.
Ho potuto girare tranquillamente per le vie di Capri, visto il periodo di fine agosto in cui c’è meno gente. E quindi ho approfittato per una breve incursione nei negozi di lusso di Via delle Camerelle.
Ho iniziato da Chanel e il suo salottino esterno in cui è piacevole aspettare.
Una selezione di pochi accessori e vestiti dovuti al periodo in cui sono stata attratta dalla versione rosa delle Mary Jane. Da pink addicted quale sono i miei occhietti a cuore si sono illuminati e ha prevalso il desiderio di averle per me più che per le mie clienti. È stato piacevole scoprire che anche la direttrice del negozio è una addicted del rosa.
Ho ritrovato alcuni degli assistenti che conosco da Dior e da Valentino.
Le cui borse Locò Small in paillettes stanno predominando già dalla scorsa stagione. Sono un piccolo gioiello da indossare con un look basic e/o i jeans. Una breve sosta da Hermes per provare gli ultimi bracciali di tendenza e da Louis Vuitton per le Capucines, che per me rimangono le borse di punta del brand. Mi ricordo ancora la prima Capucines vista a Dubai in fila per prendere il taxi. È stato un colpo di fulmine e alla fine ho trovato la versione rosa con gli charme in pelle a rilievo a Dubai dove tutto è iniziato.
Ultima tappa al ritorno da Bottega Veneta.
In cui l’assenza di Daniel Lee, Direttore creativo di Burberry, e dei suoi accessori ispirati dai look della mamma e delle zie si nota sempre più nel tempo. Matthieu Blazy mi piace nelle creazioni del ready to wear ma le borse e le cinte di Daniel Lee sono uniche.
Ho concluso il mio giro nei negozi artigianali alla ricerca di qualcosa di unico ma sono rimasta un po’ delusa. Un negozio di cappelli aveva attirato la mia attenzione per le creazioni all’interno ma chiedendo informazioni ho scoperto che gli accessori provenivano tutti da altre zone d’Italia e non c’era nulla di artigianato locale.
Abbiamo la fortuna di vivere in un Paese che si distingue per bellezza, moda, cibo e calore che fanno dimenticare ogni tanto il caos della spazzatura, specialmente qui a Roma, e tutte le altre contraddizioni che abbiamo.
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