Primo di sei episodi della saga I Dilhorne che prosegue con L’australiano, Corsa all’oro, La guerra del cuore, Una moglie per Cobie, L’uomo dai mille volti.
I fatti si svolgono nel 1812 ma siamo, come giustamente indicato dal titolo, in Terre Lontane dai salotti e dalla vita mondana dell’epoca Regency londinese, almeno per ora.
Questo romanzo, che inaugura la serie, è ambientato nella colonia australiana, a Sidney, la nuova Galles del Sud, destinazione dei delinquenti ridotti in ceppi e sfuggiti all’esecuzione capitale. Mi sono sempre domandata che cosa succedesse ai deportati una volta graziati, perché era evidente che essere scampati alla morte non fosse che l’inizio di tutta una serie di tribolazioni infinite: abbandonare gli affetti, la terra d’origine, ricominciare daccapo con un marchio d’infamia cercando di ricostruirsi una vita e una dignità.
Il protagonista di questo romanzo, Tom Dilhorne, pare esserci riuscito con grande tenacia e sacrifici, ma anche con una forza d’animo fuori dal comune e un talento per gli affari che sin da piccolo gli ha consentito di cavarsela in una vita che da subito, anche in patria, si è rivelata avara di fortuna con lui.
La storia di Tom viene a completarsi con l’incontro di Hester Waring, una ragazza che il padre ha lasciato sola, a morire di stenti, dopo aver dilapidato tutti i suoi averi con l’alcool. Che cosa possono avere in comune due persone così diverse tra loro: lui alto, possente e robusto, lei piccola e patita, da sempre abituata dal padre a guardare con sospetto quell’individuo ex galeotto che rilevava cambiali, a lungo emarginato dalla buona società del posto divisa tra Emancipisti ed Esclusivi (gli uomini liberi -funzionari del governo, soldati, marinai, semplici cittadini- che erano emigrati liberamente nell’ultima colonia britannica).
Attraverso una narrazione fluida e avvincente, che adotta la giusta miscela di avventura e sentimento, assistiamo all’incontro di questi due mondi così lontani e pregustiamo il loro completarsi reciproco, in una vicenda che non ha nulla di scontato. La descrizione dei personaggi, l’analisi dei loro sentimenti e pensieri, che ne mostra senza pesantezza l’umanità, e la particolare cura nella ricostruzione storica, quand’anche romanzata, sono decisive nel rendere Terre Lontane una lettura piacevole e sicuramente da proseguire.
Un ottimo consiglio ricevuto va sicuramente condiviso.
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L'ha ribloggato su I piaceri della lettura.
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