Fabio Volo è un artista poliedrico e uno scrittore di successo, eppure quando si parla di lui c’è sempre chi storce il naso. Esco a fare due passi è uscito nel 2001 e, da allora, Volo pubblica romanzi con continuità, non solo in Italia: i suoi libri sono tradotti in diversi paesi del mondo. La critica, però, rimane controversa nei suoi confronti; alcuni hanno difficoltà a chiamarlo scrittore, sottovalutando non solo lui, ma, a mio avviso, anche i suoi lettori. Si dice che gli italiani leggano poco, poi, se comprano i romanzi di Fabio Volo, vengono criticati. Non si fa che parlare delle enormi difficoltà in cui versa il mondo dell’editoria, eppure Volo vende senza conoscere crisi. Per quale motivo? Perché scrive per il lettore. Senza nessuna pretesa o velleità, la sua penna scorre leggera tra le emozioni dei personaggi e lo fa con una leggerezza che cattura il lettore e lo porta per mano fino all’ultima pagina. Non tutti i romanzi che compriamo riescono a farsi leggere fino alla fine e, quando accade, il merito è soprattutto dell’autore. Volo fa il suo lavoro, racconta storie e lo fa bene.
“Ci sono persone che abbiamo sfiorato per breve tempo, ma che hanno cambiato qualcosa di noi in maniera radicale. Le incontriamo, in un istante le perdiamo eppure ci rendono migliori o peggiori. Passano, se ne vanno e hanno la capacità di metterci in braccio al nostro destino.”
Il suo ultimo romanzo in ordine cronologico è Quando tutto inizia, la storia di un amore, quello di Silvia e Gabriele. Si incontrano per caso: Silvia legata all’abitudine di un rapporto, frutto di una decisione presa in un passato che non esiste più; Gabriele intento a non perdere il controllo della sua vita, attento a respingere ogni emozione che possa portarlo fuori dagli schemi di una vita strutturata. Si innamorano oltre ogni logica e razionalità: Silvia riscopre la sua essenza di donna che si rinnova, si sente amata, di più, desiderata; Gabriele ridefinisce se stesso e la propria vita, raccontandosi a Silvia e innamorandosi non solo di lei, ma anche dall’immagine di se stesso che vede riflessa nei suoi occhi: quando chiediamo a qualcuno il motivo per il quale ci ama, gli chiediamo di raccontarci chi siamo.
Una storia d’amore protetta da una bolla, che vola in alto e mette Silvia e Gabriele in pausa dalle loro vite: ma ci si può prendere una pausa dalla vita?
“E non è nemmeno la persona in sé, è la magia del momento in cui ci si allinea, come due ascensori che, anche se vanno in direzioni opposte, si trovano per un istante alla stessa altezza.”
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