Gods cover_thumbMarie Phillips, classe 1976, è una scrittrice di talento che sa coniugare cultura e ironia come pochi altri suoi colleghi. La Phillips è già autrice del fortunato Gods Behaving Badly (Per l’amore di un Dio, Guanda 2009) una commedia fantastica che ha come protagonisti gli dei greci, viziati e annoiati, che vivono nella Londra contemporanea e combinano guai; ridotti a un manipolo di sfaccendati, bivaccano in una grande casa fatiscente a Hampstead Heath. Zeus ed Era sono confinati al terzo piano e di loro non si sa più nulla da decenni. Ares, il dio della guerra, è l’unico a cui il lavoro non manca mai, Artemide fa la dog-sitter, la splendida Afrodite lavora per una chat-line erotica, Dioniso ha aperto un night club, Eros è diventato cattolico praticante, Apollo cerca la fama in televisione e per vincere la noia va in giro a fare dispetti alle mortali. A spezzare la monotonia di queste grigie e immortali esistenze, entra in scena Alice, una ragazza dolce e onesta quanto ingenua, che bussa alla loro porta per offrirsi come donna delle pulizie (di cui la casa ha più che mai bisogno). Complice una freccia di Eros, Apollo si innamora perdutamente di lei, che però è già fidanzata, o quasi, con Neil, un ingegnere timido e un po’ imbranato. Ma il dio del sole non si rassegna a essere rifiutato da una mortale: la sua reazione finirà per scatenare una serie di eventi drammatici, trasformando il divertente romanzo di Marie Phillips in una storia d’amore avventurosa e tenera, sulla scia del mito di Orfeo ed Euridice.

tavola zoppaMarie Phillips torna a deliziarci ora con The Table of the Less Valued Kignts (I cavalieri ella tavola zoppa, Guanda 2016) un’altra grandiosa commedia fantastica, stavolta ambientata nell’Inghilterra di Re Artù. Cosa succede se, giunta a tarda sera alla corte di Re Artù per chiedere aiuto, una damigella in difficoltà, Lady Elaine du Mont, si deve accontentare dell’unico cavaliere ancora disponibile? E se questo cavaliere, oltre a essere un po’ in là con gli anni, con i capelli grigi e le ginocchia scricchiolanti, non è nemmeno uno dei famosi cavalieri della Tavola Rotonda, ma solo uno di quelli relegati alla tavola zoppa, ovvero la tavola mai raccontata da poeti e cantastorie, quella rettangolare, posta nell’angolo più buio della Sala Grande di Camelot? Be’, ci si accontenta, tanto non c’è alternativa. Sir Humphrey, dal canto suo, è ben felice di rimettersi in sella. Nel frattempo un’altra damigella, Martha di Puddock, è in fuga: scappa dal matrimonio che le è stato imposto con l’odioso principe Edwin di Tuft. L’incontro con la Sostituta della Signora del Lago (quella vera, manco a dirlo, se n’è andata da qualche parte con Merlino) la obbliga a impegnarsi però in un’altra impresa: ritrovare il fratello a lungo creduto morto. Tra unicorni, spade magiche, elefanti, un insolito gigante nano e un fantomatico Cavaliere Nero, le due storie si intrecciano creando equivoci e situazioni esilaranti, nel segno della migliore tradizione inglese, in un romanzo che ripropone in modo originale il grande ciclo di leggende legate a Re Artù e alla Tavola Rotonda.

Si ride e si piange mentre si legge la Phillips, perché I cavalieri ella tavola zoppa è uno di quei romanzi che non si dimenticano facilmente. Chi ama il ciclo arturiano e Stevenson vi ritroverà echi e richiami alla tradizione letteraria inglese e non solo. Una storia da cui si fa fatica a staccarsi. La trama è inaspettata, con risvolti interessanti e profondamente moderni. Si assiste allo svolgersi di vicende che hanno chiari riferimenti anche all’attualità: caratteristica, questa, tipica della Phillips. Ottima la scelta della casa editrice Guanda, che traduce in maniera egregia un’autrice da seguire e da amare, oltre ogni ragionevole dubbio.