Il libro di cui vi parlerò oggi è l’ultima perla di D’Avenia. Protagoniste sono le donne dei grandi artisti che vengono raccontate al lettore con sincerità e sensibilità, utilizzando come filo conduttore il mito di Orfeo ed Euridice.
La storia di Orfeo è una storia di perdita, per ben due volte, dell’amata, solo dopo la morte i due amati riescono a unirsi. Con l’espediente di questa storia inizia un percorso “di donna in donna” per raccontarne dolore, senso di perdita, rinunce. Donne da conoscere nella loro intimità, da apprezzare perché tante opere senza la loro presenza non avrebbero avuto lo stesso valore. Dietro ogni uomo – non lo dico perché sono donna – c’è sempre una donna che lo sostiene, che lo incoraggia, che lo ama in modo assoluto. In questo filo che lega le storie delle donne, l’autore evidenzia il bello e il brutto di ogni amore, dando il suo punto di vista sull’uomo e non sull’artista, senza mancare di rispetto ai sentimenti.
Con una prosa incantevole e seducente, punta l’attenzione su un elemento molto profondo, che spesso viene dimenticato, viene messo da parte: il concetto di amore vero. L’amore che ha il potere di muover la terra. L’amore che salva, o meglio, salva fin dove riesce con tutte le sue forze. Perché l’amore non è un lieto fine, ma una voglia di rialzarsi, di riprendersi quando tutto sembra perduto e di esistere senza soffocare l’altro.
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