The Shape of Water è un film davvero necessario e non a caso ha vinto il Leone d’oro come miglior film alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e si è aggiudicato quattro premi Oscar, su tredici candidature ricevute, per miglior film, miglior regista, migliore scenografia e migliore colonna sonora.

Il film ambientato a Baltimora nel 1962, parla di una bellissima storia d’amore tra una creatura anfibia con forme umanoidi, e una donna muta perché da bambina le avevano reciso con violenza le corde vocali. La creatura anfibia era stata catturata in Amazzonia, dove gli indigeni locali lo veneravano come un dio, e portato prigioniero in un laboratorio filo governativo americano in cui lavorava come semplice addetta alle pulizie, Zelda, la donna muta. Zelda riuscirà a far scappare e a portare a casa sua e successivamente a liberare nell’oceano la creatura anfibia, che nel laboratorio era soggetta a terribili sevizie, e tra i due nascerà una splendida storia d’amore che durerà tutta la vita!

Una splendida favola, ma forse qualcosa in più di un semplice film, il racconto del diverso, il racconto del disagio che appartiene a ognuno di noi nel sentirsi brutto, giudicato, una creatura aliena e lontana dagli altri, e allo stesso tempo la rivincita del mostro che nonostante le sue forme riesce a essere amato e a vincere addirittura la morte, perché la sua mostruosità cela una bontà e una divinità che lo rende unico e invincibile.

Credo che gli Oscar e il leone d’oro alla mostra del cinema siano meritatissimi, perché questo film ti regala un dono prezioso e unico: la speranza. La speranza di un amore assoluto tra esseri completamente diversi per razza, specie, forma e colore, che riescono a vincere queste differenze e questi limiti fisici, trovando il modo perfino di fare l’amore, unendosi in un piacere sublime, e rimanere uniti per sempre vincendo anche la morte . A tutti è capitato di sentirsi mostruosi e diversi dal resto del mondo, a me spessissimo, a tutti è capitato il disagio di sentirsi alieni, non solo per l’aspetto fisico, ma spesso per idee sostenute, posizioni controcorrente, questa magnifica favola codifica e amplifica il diritto di tutti noi, nonostante la nostra mostruosità ad essere felici e soprattutto amati! L’amore come l’acqua, possente, vitale, capace di riempire e di assumere la forma di ciò che la contiene, senza distinzione alcuna. Lo trovo un concetto bellissimo, come il film. Zelda: “Quando mi guarda, lui non vede quello che mi manca o quanto io sia incompleta. Lui mi vede per quel che sono. Essere se stessi è la parte più bella e vera di noi…”.

Incapace di percepire la forma di Te, ti trovo tutto intorno a me. La tua presenza mi riempie gli occhi del tuo amore, umilia il mio cuore, perché tu sei ovunque.” Una bellissima storia d’amore, la favola che tutti dovremmo poter vivere in un mondo migliore.

Vanessa Aresu

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