Da un mese a questa parte il nome della sedicenne svedese Greta Thunberg è sulla bocca di tutti. Come tutti gli exploit mediatici, Greta divide: c’è chi la ama, incoronandola paladina dell’ambiente, e chi la odia, vedendo il lei il burattino di un’organizzazione complottistica più grande.

I primi la seguono scendendo nelle piazze a manifestare, i secondi cercano ogni possibile foto o notizia per smentire i suoi buoni propositi. Non sono una fan degli estremismi, quindi prima di buttarmi da una parte o dall’altra, ho voluto fare qualche riflessione e mi piacerebbe condividerla con voi. I cambiamenti climatici stanno mettendo in pericolo il nostro pianeta, questo dice Greta.

Nulla di nuovo sotto il sole, gli scienziati ci mettono in guardia da anni su questo problema, ma solo dalla discesa in campo di Greta, la tematica sta avendo una cassa di risonanza così forte.

Anche io mi sono chiesta il perché di un tale exploit, e non metto in dubbio che dietro una ragazzina di 16 anni, per giunta affetta da Sindrome di Asperger, debba esserci un team di supporto e qualcuno che abbia dei contatti efficaci per arrivare a farle incontrare i massimi vertici del potere mondiali.

Ma le cose che dice non sono sbagliate.

A me non interessa da che pulpito vengono le prediche, se servono a dare la sveglia.

Greta usa canali di comunicazione diretta, arriva alla gente, anche a quella che normalmente si disinteressa di problemi ambientali, coinvolgendola nel movimento.

Può non piacere Greta, il suo background, i sospetti della sua celebrità istantanea, ma le problematiche di cui si fa portavoce dovrebbero comunque interessare tutti.

Lo scopo è sensibilizzare, sentire un problema che prima si ignorava.

C’è qualcosa di male in questo? Non credo. C’è qualcosa di male solo in chi ne fa una strumentalizzazione politica, perché la Terra non è né di destra né di sinistra, la Terra non vota, alla Terra non frega un tubo di chi governa oggi e di chi governerà domani.

Per questo, ho trovato assurdo che, quando Greta è venuta in visita a Roma, le abbiano dato la tessera di membro onorario della CGIL, come a volerle dare una connotazione di parte.

È l’esempio del fatto che nelle alte sfere non hanno capito un’acca del problema di cui parla Greta.

Non credo che ci sia bisogno di scendere in piazza a gridare nei megafoni se tutti iniziamo, un po’ alla volta, a dare il nostro contributo per comportarci da bravi ospiti del pianeta.

Tutti i giorni possiamo fare qualcosa, tipo:

  1. Iniziare a riciclare di più.
  2. Comprare prodotti locali e stagionali, anziché far prendere l’aereo agli avocado.
  3. Ridurre il consumo della plastica privilegiando prodotti con packaging di carta, vetro o alluminio.
  4. Andare a piedi o in bici quando possibile.
  5. Fare le scale anziché prendere l’ascensore (consumo di energia elettrica).
  6. Preferire l’acqua del rubinetto a quella in bottiglia.
  7. Differenziare (che ci crediate o no, in molte città ancora la raccolta differenziata non è attiva al 100%).
  8. Smettere di fumare (una sigaretta inquina quanto un tir, per non parlare del fatto che i filtri ci mettono centinaia di anni a essere smaltiti).
  9. Ridurre il consumo di carne (se non siete o non volete diventare vegetariani, basta non mangiare carne a pranzo e cena ogni giorno. L’alta richiesta di prodotti animali è la ragione d’essere degli allevamenti intensivi, altamente inquinanti).
  10. Sostituire le lampadine a incandescenza che abbiamo in casa con quelle a led.
  11. Non buttare l’olio di scarto (quello dei prodotti sott’olio e delle fritture) nel lavandino, ma all’isola ecologica di smaltimento.

Quindi, il succo del mio discorso è: complotto o no, burattino delle lobby o no, credo che sporcare e inquinare meno non sia un’idea così malvagia… no?