Tredici lunghi anni sono passati dall’ultimo libro di “Harry Potter”, e la Zia più amata di grandi e piccini torna a far parlare di sé. Finalmente si può toccare con mano “L’Ickabog”, il nuovo libro di J.K. Rowling promosso durante i mesi di lockdown e che ha coinvolto il mondo intero.

C’era una volta un regno chiamato Cornucopia. Una minuscola nazione ricca e prospera, famosa per i suoi formaggi, gli ottimi vini, i dolci deliziosi e le salsicce succulente. Sul trono siede un sovrano benevolo, Re Teo il Temerario, le cui giornate trascorrono pigre, tra banchetti sontuosi e battute di caccia, con la fida compagnia dei suoi lord, Scaracchino e Flappone. Tutto è perfetto… O quasi. Secondo la leggenda, infatti, un terribile mostro è in agguato nelle Paludi del Nord. Ogni persona di buonsenso sa che l’Ickabog è solo una leggenda inventata per spaventare i bambini. Ma le leggende sono strane e a volte prendono una vita propria… Quando questo accade, toccherà a due giovani amici, Robi e Margherita, affrontare un’incredibile avventura e svelare una volta per tutte dove si nasconde il vero mostro. Solo così speranza e felicità potranno tornare a Cornucopia.

“L’Ickabog” è nato tra un anno e l’altro alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Nelle pause tra i libri della saga infatti, la Rowling annotava su fogli sparsi tutti gli episodi di questa favola della buonanotte che raccontava ai propri figli. Pagina dopo pagina, scritta a mano o battuta a macchina, una semplice favola si è trasformata in un vero e proprio libro, ricco di personaggi divertenti e fantasiosi, coraggiosi e delicati al tempo stesso.

Ma poi si sa, c’era da lavorare al maghetto più famoso di sempre e finito con lui c’erano altre opere, altri lavori, c’era Robert Galbraith e in fin dei conti dai, diciamocelo, quella era solo una favola per far addormentare i figli. A chi poteva interessare?

Poi però è arrivato il Covid, che si è portato via la libertà di tutti quanti, ed è stato difficile. È stato difficile per noi adulti restarsene chiusi in casa, bloccati senza poter far altro se non aspettare e aspettare ancora. Ma è stato difficile soprattutto per i più piccoli, forzati nel loro recinto casalingo senza capirne il perché.

È per questo che Joanne è salita nella sua soffitta e ha tirato giù quei vecchi appunti su “L’Ickabog”. Ha soffiato via la polvere, li ha riletti e aggiustati. Li ha letti ai figli, che le hanno addirittura contestato alcune parti mancanti, e si è meravigliata di quanto quei due adolescenti ricordassero anche i dettagli più insignificanti di un’infanzia oramai passata.

Quando tutto è stato pronto ha iniziato a pubblicare i capitoli a puntate, online e gratuitamente. L’intento era quello di creare un appuntamento fisso, un qualcosa che scandisse quelle giornate tutte uguali, un momento di svago e divertimento.

Ma Zia Row non poteva fermarsi qui, non poteva semplicemente essere una strada a senso unico verso il suo pubblico: voleva un dialogo con i bambini di tutto il mondo. Ed ecco che allora parte una vera e propria competizione che coinvolge l’intero globo, dalla sua Inghilterra alla terra dei canguri, dal Canada alla nostra Italia. La richiesta? Illustrare questa storia fatta d’avventura, di gentilezza e amicizia.

Oggi i disegni di molti bambini sono diventati parte integrante del nuovo libro, uscito in contemporanea mondiale e con edizioni uniche per ogni paese.

J.K. ha dichiarato che i proventi delle vendite andranno devoluti interamente a tutte le persone che hanno sofferto e ancora soffrono a causa del Covid. Questo che stiamo vivendo è un momento davvero buio ma, come direbbe uno dei suoi più celebri personaggi:

“La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda di accendere la luce”.

E quale luce migliore può darci un racconto che parla d’amicizia, di coraggio, di gentilezza e soprattutto di speranza?