Si erano tuffati nella Baia di Gelting per ripulire i fondali e sono riemersi con un cimelio della Germania nazista. Oltre settant’anni dopo torna a galla Enigma, il tormento delle più grandi menti europee durante la Seconda guerra mondiale.
Ha resistito agli agenti marini e adesso è pronta per essere restaurata ed esposta in un museo. La macchina Enigma è stata rinvenuta poche settimane fa nei fondali del mar Baltico. I sub, che dovevano rimuovere alcune reti da pesca, hanno inizialmente pensato a una vecchia macchina da scrivere, solo dopo di sono resi conto della straordinaria scoperta. Cruccio e disperazione delle forze alleate durante la Seconda guerra mondiale, Enigma fu definitivamente sconfitta dal genio matematico Alan Turing.
C’era una volta…
Enigma fu creata dall’ingegnere tedesco Arthur Srcherbius nel 1918. L’idea di un sistema di criptaggio nacque dopo aver scoperto che molti messaggi della Prima guerra mondiale furono intercettati dalla Gran Bretagna.
Di questo macchinario ne sono state sviluppate varie versioni, sempre più difficili da decrittare. Alla fine, Enigma garantiva ai tedeschi una protezione quasi totale. Le chiavi criptaggio, infatti, cambiavano quotidianamente e questo rendeva molto complicata la vita di coloro che tentavano di decifrare i messaggi.
Durante i primi anni della Guerra, infatti, grazie al matematico polacco Marian Rejewski, i servizi segreti polacchi erano riusciti a creare una degna nemica di Enigma: la macchina Bomba, che riusciva a decrittare i messaggi tedeschi. Con l’invasione della Polonia alle porte, il progetto Bomba venne trasferito ai servizi segreti britannici.
Il funzionamento di una macchina Enigma era molto complesso. Senza entrare nel merito di rotori, cablaggi, contatti e quant’altro, possiamo dire che la macchina era composta da due tastiere. Una “normale” e l’altra caratterizzata da lettere cifrate che si illuminavano in base alla posizione dei meccanismi interni e del tasto “normale” che veniva premuto.
Un operatore scriveva il messaggio sulla tastiera come una comune macchina da scrivere. In base alla chiave di criptaggio e quindi alla posizione dei meccanismi – che cambiavano ogni ventiquattro ore – si illuminavano determinate lettere della seconda tastiera. A questo punto, un secondo operatore trascriveva le lettere illuminate ottenendo così messaggi criptati o, viceversa, decrittando quelli che arrivavano.
Basandosi sul progetto Bomba e migliorandolo, il matematico Alan Turing riuscì finalmente a decifrare la macchina Enigma regalando agli alleati un grosso vantaggio sui nazisti. Secondo alcuni storici, questa vittoria tecnologica garantì la fine della guerra con almeno un anno di anticipo.
Una piccola curiosità
Alcuni studiosi sostengono che i termini hardware e software traggano origine proprio da questo periodo. Enigma era una macchina elettro-meccanica molto resistente e composta unicamente da “ferraglia”, da qui il termine hardware. I messaggi che ne uscivano venivano scritti su apposita carta solubile in acqua, per rendere ancor più difficile l’intercettazione, e da qui deriverebbe il termine software.
Ma chi era Alan Turing?
Un genio vittima del suo tempo. Oltre alla svolta con Enigma, Turing ha gettato le basi per l’informatica moderna.
La Macchina di Turing è l’antenata dei moderni computer: una macchina ideale in grado di svolgere operazioni molto complesse. Qualsiasi operazione svolta da un computer reale può essere svolta anche da una Macchina di Turing, se non addirittura meglio.
Il Test di Turing, invece, ha dato il là per gli studi sull’intelligenza artificiale. Questo si basa su un gioco detto “gioco dell’imitazione”, in cui si vuol sostituire un uomo con una macchina senza che un interlocutore nascosto se ne accorga. Un campanello risuona nella vostra mente? Esatto, il film “The Imitation Game” deve il suo titolo proprio a questo test.
Alan era un uomo brillante e un genio indiscusso ma, purtroppo (per le politiche dell’epoca), era omosessuale. Dopo che la sua omosessualità divenne di dominio pubblico fu costretto a scegliere tra due possibilità: due anni di carcere o la castrazione chimica. Turing scelse la seconda opzione guadagnandosi una cura di estrogeni che gli causò una forte depressione e addirittura lo sviluppo del seno. Si suicidò a 41 anni.
Soltanto pochi anni fa, nel dicembre 2013, il Regno Unito gli ha conferito la grazia postuma.
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