Il prossimo 20 Gennaio saranno trascorsi 28 anni dalla morte di Audrey Hepburn. Una donna, un’attrice, una mamma che con i suoi modi ha rappresentato l’eterna eleganza e con i suoi sorrisi ci ricorda ancora oggi quanto è bella la vita. Tra le sue celebri frasi: “Credo fermamente che il sorriso sia l’accessorio più bello che una donna possa indossare”.
Audrey Hepburn, nacque a Bruxelles, in Belgio, il 4 maggio 1929 come Audrey Kathleen Ruston Hepburn, da Joseph Anthony Ruston che era un banchiere inglese e dalla seconda moglie, la baronessa olandese Hella van Heemstra. Aveva due fratellastri che la mamma aveva avuto dal suo primo matrimonio. Successivamente, il padre aggiunse al cognome di Audrey quello della nonna materna ossia Hepburn. A cinque anni fu mandata in un collegio inglese. Nel 1935 i genitori divorziarono e il padre, simpatizzante del nazismo abbandonò la famiglia qualche anno dopo. Quello fu per lei il momento più drammatico della sua vita. Nel 1939, si trasferì con la mamma e i suoi due fratelli in Olanda ma, l’anno successivo, l’Olanda fu invasa dai nazisti e durante l’occupazione Audrey Hepburn soffrì per malnutrizione e fu costretta a nascondersi per sfuggire alla deportazione. Il suo sogno era diventare una ballerina ma, a causa della malnutrizione dovuta al periodo storico che stava vivendo, anche se continuò a studiare danza quando si trasferì a Londra nel 1948, la sua insegnante di danza Marie Rambert le disse che vista la sua altezza, circa 1 metro e 67, e i suoi problemi fisici avrebbe avuto poche probabilità di diventare una prima ballerina. Così iniziò a intraprendere la sua carriera di attrice.
Iniziò con un documentario nel 1948, l’Olandese in 7 lezioni, recitò in teatro in vari musical, ebbe il suo primo ruolo sul grande schermo con il film One Wild Oat.
Il primo ruolo importante nel cinema fu nel film The Secret People del 1952, dove interpretava una ballerina e dove dimostrò le sue doti verso la disciplina della danza.
Ma cosa distingue la Hepburn da molte altre attrici? Il suo fascino, l’innocenza unita a un talento eccezionale, l’incanto che riesce a suscitare anche soltanto con i suoi movimenti e gesti. Le sue doti hanno spinto il regista statunitense William Wyler a sceglierla e ad assegnarle il ruolo principale, quello della principessa Anna, nel film Vacanze romane. Gregory Peck, che interpretava il ruolo maschile principale, chiese al suo agente di mettere in risalto nei titoli il nome della Hepburn, perché secondo lui l’attrice avrebbe vinto l’Oscar come “miglior attrice protagonista” nel suo primo film. Così accadde nel 1954: l’icona dell’eleganza vinse l’Oscar. Il 25 settembre 1954 sposò l’attore Mel Ferrer, dal quale ebbe il suo primo figlio Sean. Prima della sua nascita , la Hepburn ebbe un aborto spontaneo dovuto a una caduta da cavallo durante le riprese del film Gli inesorabili. Ferrer per darle conforto le regalò un cerbiatto che comparve nel film Verdi dimore. L’attrice amava molto gli animali e ne ebbe molti in casa compreso il cerbiatto che tenne come animale domestico.
Raggiunse una grande celebrità grazie a questo film, nel quale trasmise una bellezza malinconica, al tempo stesso regale e un anima che sa apprezzare i semplici piaceri e l’amore.
Fu impegnata in molti altri film, come “Sabrina” accanto a Humphrey Bogart e William Holden. Il suo abbigliamento e stile fu affidato allo stilista francese Givenchy con il quale strinse un’amicizia e un sodalizio professionale durato tutta la vita.
Divenne nella seconda metà degli anni cinquanta una delle più grandi attrici di Hollywood e un’icona dello stile.
Tutti di lei ammiravano la sua figura snella ed il suo buon gusto. Nel 1955 le fu assegnato dalla giuria dei Golden Globe il prestigioso Henrietta Award, premio per la miglior attrice del cinema mondiale.
Tornò a ballare in uno dei suoi film preferiti, “Cenerentola a Parigi” di Stanley Donen, con un delizioso compagno, Fred Astaire.
Altre interpretazioni importanti di Haudrey sono: La storia di una monaca. l’indimenticabile Colazione da Tiffany, Quelle due, Sciarada dove lavorò insieme a Cary Grant.
Prossima ai quarant’anni, dopo il 1966, abbandonò ruoli leggeri e mutò la propria immagine. Nel 1967, visse un momento di profonda crisi con il marito Mel Ferrer, recitò con Albert Finney in “Due per la strada” di Stanley Donen, un film nel quale veniva affrontato il tema del divorzio. Dopo il divorzio da Ferrer, nel 1969 sposò lo psichiatra italiano Andrea Dotti, conosciuto durante una crociera, dal quale ebbe il secondo figlio Luca. Il matrimonio, come quello precedente fu rovinato dalle relazioni extraconiugali dei suoi mariti. Con Dotti però mantenne dei buoni rapporti. Durante il matrimonio con Dotti aveva incontrato l’attore olandese Robert Wolders con il quale instaurò una convivenza dopo la fine del secondo matrimonio. Restarono uniti e legati fino alla morte di lei. Con Wolders si occuparono di beneficienza per conto dell’UNICEF. Fecero insieme molti viaggi a scopo benefico.
Tra gli ultimi lavori cinematografici ricordiamo: Robin e Marian, Linea di sangue. La sua ultima apparizione fu una piccola interpretazione nel film di Steven Spielberg, Alwais-Per sempre del 1988.
Nel 1992, tornata da un viaggio in Somalia per beneficienza, accusò forti dolori allo stomaco, e poco dopo le fu diagnosticato un cancro. Fu operata ma successivamente ebbe bisogno di un altro intervento; il suo amico Givenhy le inviò un jet privato per farla portare in Svizzera e le fece riempire tutta la cabina di fiori per renderle più lieto il volo.
Audrey Hepburn morì nel sonno la sera del 20 gennaio 1993 nella sua casa in Svizzera, dove fu sepolta, all’età di 63 anni. Ai suoi funerali erano presenti i suoi figli, i suoi due mariti, Hubert de Givenchy, rappresentanti dell’UNICEF, gli attori Alain Delon e Roger Moore.
Il figlio Sean in onore della mamma fondò l’Haudrey Hepburn Childern’s Fund per diffondere la scolarizzazione nei Paesi Africani.
Tra i numerosi riconoscimenti per la sua carriera ricordiamo 2 oscar, 3 Golden Globe, 3 David di Donatello, 1 Grammy Award, 1 Emmy.
Una donna esile, riservata, dal carattere forte ma con una infinita dolcezza, che ha vissuto tre vite. La prima quella di Hollywood, un’ attrice meravigliosa che interpretava i suoi ruoli con molto impegno; la seconda quella casalinga poiché amava la sua famiglia e aveva un forte senso di maternità; la sua terza vita, come inviata dell’UNICEF.
Le guerre e la fame le avevano rubato l’infanzia e per questo voleva aiutare i bambini che ne avevano bisogno per far ritrovare loro spensieratezza, gioia, amore.
Un’ infanzia spezzata dalla guerra, un’adolescenza dedicata alla carriera, un sogno rimasto nel cassetto, la danza, una donna estremamente elegante, impegnata verso i bisognosi. Una donna semplice ma con una vita straordinaria. Tutto ciò era, e sarà sempre, Audrey Hepburn.
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