Dal 6 gennaio gli utenti di WhatsApp stanno ricevendo una notifica in cui viene chiesto di accettare i nuovi termini sulla privacy validi dall’8 febbraio, altrimenti non sarà più possibile usare l’app. Nell’informativa si legge che “WhatsApp condivide informazioni a livello globale, sia internamente con le aziende di Facebook che esternamente con i partner, con i fornitori di servizi e con le persone con cui l’utente comunica in tutto il mondo”.
Ciò ha scatenato un po’ di confusione. C’è chi ha direttamente accettato chiedendosi poi a cosa si riferisse la notifica, chi ha deciso di scaricare altre app di messaggistica come Telegram, e chi invece ha temporeggiato cercando di capirne qualcosa in più.
WhatsApp a questo punto decide di rinviare a maggio i nuovi termini sulla privacy, per cercare di non perdere altri utenti e permettere loro di avere più tempo per scegliere; innanzitutto rassicura che le conversazioni tra gli amici e i parenti rimarranno private, infatti continuerà a essere usata la crittografia end-to-end. L’aggiornamento non cambia questo, ma include opzioni commerciali che consentono agli utenti lo scambio di messaggi con le aziende e la possibilità di fare acquisti su WhatsApp tramite le nuove opzioni business, come ad esempio la funzione carrello che comparirà vicino all’icona per telefonare.
A quanto pare nel corso degli anni, WhatsApp è diventato sempre più un punto in cui le aziende scambiano dati e informazioni: perciò, per tutelare gli utenti, tutti i dati e le interazioni tra loro saranno gestiti da Facebook, che ricordiamo comprò WhatsApp nel 2014.
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