Amelia Earhart nacque il 24 luglio 1897 ad Atchinson, in Kansas. Nel 1915 decise di frequentare i corsi per infermiera, che la porteranno a prestare servizio in un ospedale militare in Canada durante tutta la durata della prima guerra mondiale.
Era il 1920, quando si recò con il padre a un raduno aereonautico presso Daugherty Airfield a Long Beach, in California. Qui, pagando un dollaro, salì per la prima volta a bordo di un biplano per fare un giro turistico dalla durata di dieci minuti su Los Angeles.
È stato quello il momento in cui decise di voler imparare a volare; frequentò così le lezioni di volo e a un anno di distanza comprò il suo primo biplano, con il quale stabilirà il primo dei suoi record femminili, salendo ad un’altezza di 14000 piedi.
Nell’aprile 1928 venne invitata dal capitano Hilton H. Reil ad essere la prima donna pilota a sorvolare l’Atlantico. Perciò il 17 giugno decollò con il pilota Stultz e il co-pilota e meccanico Gordon a bordo di un Fokker F.VII (un aereo di linea trimotore monoplano ad ala alta). Nonostante Amelia fu relegata a poche funzioni, a lei vennero attribuiti gli onori e fu soprannominata Lady Lindy.
Tre anni dopo, nell’aprile 1931, stabilì il record mondiale di altitudine, raggiungendo i 18415 piedi. Nello stesso anno vola a nozze con George Putnam, scrittore ed editore che aveva pubblicato un libro in cui raccontava la trasvolata della moglie.
Fu nel 1932 che finalmente Amelia coronava il suo sogno di sorvolare l’Atlantico in solitaria, impiegando quattordici ore e cinquantasei minuti per volare da Terranova a Londonderry, nell’Irlanda del Nord.
Il 24 agosto 1932, fu la prima donna ad attraversare in volo gli Stati Uniti senza scalo, partendo da Los Angeles e arrivando a Newark (New Jersey).
Sempre determinata e con l’intento di arrivare dove gli altri avevano fallito, diventa la prima aviatrice ad attraversare il Pacifico, da Oakland a Honolulu, nelle Hawaii.
La sua ambizione la porta a pianificare il giro del mondo in aereo. Non sarebbe stata la prima a circumnavigarlo, ma avrebbe seguito la rotta più lunga, 47000 km, seguendo la rotta equatoriale.
Il 17 marzo 1937, Earhart e il suo equipaggio volarono lungo il primo tratto, da Oakland a Honolulu, dove a causa di alcuni problemi l’aereo, che necessitava di manutenzione, arrivò solo fino a Pearl Harbour.
Amelia non si demoralizzò e, mentre l’aereo veniva riparato, iniziava a pianificare un secondo tentativo, cambiando direzione del volo: da occidente verso oriente. Con un solo membro dell’equipaggio, Noonan, partì da Miami il 1 giugno 1937 e dopo diverse fermate giunse a Lae, in Nuova Guinea, il 29 giugno 1937.
Il 2 luglio 1937, la Earhart e Noonan decollarono da Lae per dirigersi verso Howland, ma a causa di una serie di incomprensioni o errori l’avvicinamento verso la striscia di terra non ebbe successo.
Varie sono le ipotesi di quello che possa essere realmente accaduto; si pensa che qualche problema con l’antenna radio non permetteva alle trasmissioni di arrivare in modo chiaro, o che il carburante scarso provocò l’affondamento dell’aereo in mare.
Segnali sporadici vennero riportati per cinque giorni dopo la loro sparizione, ma nessuno di essi dava informazioni comprensibili.
L’unica cosa certa è che l’aereo su cui viaggiavano la Earhart e Noonan non giunse mai a destinazione. La notizia fece il giro del mondo e il Presidente Roosvelt autorizzò le ricerche che vennero poi interrotte il 18 luglio senza risultato.
Il 5 gennaio 1939 Amelia Earhart venne dichiarata morta.
Sul grande schermo questa intrepida donna viene ricordata nel film biografico: “Amelia” di Mira Nayr e interpretata da Hilary Swank; e nel film “Una notte al museo 2” interpretata da Amy Adams.
Un mistero avvolge ancora oggi la sua scomparsa, sono passati più di 80 anni e ancora non si sa nulla di cosa sia accaduto realmente e il suo corpo non è mai stato ritrovato.
Amelia è sparita, ma la sua vita e le sue imprese sono state un esempio, un invito a ricordarci di seguire sempre i nostri sogni.
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