Per la prima volta una donna, e per la prima volta un’africana, è stata nominata al vertice dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Ngozi Okonjo-Iweala è stata eletta a capo del WTO (World Trade Organization). È la prima volta per una donna e con lei si scrive un pezzo di storia. Alle sue spalle ci sono due lauree importanti, la direzione della Banca Mondiale e una vita passata a combattere la corruzione. È stata tra le donne più influenti del mondo secondo la rivista Forbes e oggi, dopo la sua nomina, molte bambine africane si ispirano a lei, imitandone l’abbigliamento e i modi.

Direttrice generale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio

La World Trade Organization è nata nel 1995 e da allora ha avuto sei direttori, tutti uomini. È la prima volta che una donna raggiunge il vertice di quest’organizzazione. La stessa Ngozi, in un’intervista a The Guardian, afferma di essere orgogliosa di essere la prima africana e la prima donna a raggiungere questa posizione. Tuttavia, prosegue, la cosa importante è avere le competenze necessarie per farlo. Senza di esse, si può anche essere la prima donna e la prima africana, ma tutto ciò perderebbe significato.

Il suo mandato, iniziato ufficialmente lo scorso primo marzo, durerà fino al 31 agosto 2025. Ma la sua conferma non era poi così scontata. Di fatti, l’amministrazione Trump non aveva dato l’approvazione alla nomina della dottorezza Okonjo-Iweala. Il cambio presidenziale ha rimescolato le carte in tavola e Biden ha confermato il consenso alla candidatura.

Una carriera stellare

Ngozi Okonjo-Iweala è nata nel 1954 a Ogwashi Ukwu, nella Nigeria del sud. Ha iniziato gli studi in patria per poi proseguire negli Stati Uniti, dove ha frequentato Harvard e il MIT. A 28 anni, con una laurea magna cum laude e un dottorato concluso con una tesi intitolata “Politica del credito, mercati finanziari rurali e sviluppo agricolo della Nigeria”, ottiene un impiego nella Banca Mondiale.

Da lì, la sua strada è stata una brillante ascesa. È stata presidente della Banca Mondiale e in seguito ministro delle finanze per ben due mandati. Le sue battaglie sono quelle contro la corruzione, specie nella pubblica amministrazione, e per la regolamentazione del settore petrolifero.

Nella sua carriera come ministro è riuscita a diminuire il tasso d’inflazione del paese e a triplicare il prodotto interno lordo. Risultati straordinari che hanno consentito alla Nigeria di ottenere la prima nota di affidabilità dalle agenzie Fitch e Standard & Poor’s. Grazie alle misure intraprese dalla dottoressa Okonjo-Iweala la Nigeria è diventata la prima economia d’Africa.

Oggi, Ngozi è a capo del WTO e promette un lavoro perfettamente in linea con quanto svolto fino a ora. Una priorità è quella dei vaccini, e non solo quelli per il Covid-19. Di fatti, uno dei prossimi obbiettivi dell’Organizzazione Mondiale del Commercio è quello di rendere vaccini (per ogni malattia), terapie e diagnostica, accessibili in modo equo e conveniente a tutti i paesi del mondo, specialmente quelli più poveri.

Un modello

Non c’è bisogno di scavare troppo a fondo per vedere la forza e la potenza di questa donna. Influente, carismatica e con gli occhi ben piantati sui suoi obbiettivi. Oggigiorno, in un momento delicato come quello che viviamo, in cui l’attenzione cade sul delicato tema delle donne in carriera e sulle persone di colore ancora vittime di violenze, la sua figura spicca con feroce brillantezza. 

Ecco allora che i social si scatenano alla notizia della sua nomina. Parte la #belikengozichallenge e spopolano le foto di donne d’ogni età con addosso i tipici abiti africani. Prima tra tutti, una bimba di quattro anni immortalata dal padre mentre cerca di imitare la dottoressa Okonjo-Iweala. La stessa Ngozi l’ha portata in esempio in un tweet, dichiarandosi poi fortunata e benedetta per l’affetto dimostratole.