E’ recente un’importante scoperta di circa 250 tombe rupestri risalenti a circa 4.200 anni fa. La notizia arriva dal Ministero delle Antichità Egiziane. Il segretario generale Mustafa Waziri, ha annunciato che sono state scoperte tombe a “pozzo” e altre “con rampa che finisce con una camera funeraria”.
Per tombe rupestri si intende una tipologia di sepoltura scavata in parte nella roccia di una collina, spesso detta ipogeo (sotto terra) per la presenza di uno o più locali sotterranei. La tomba rupestre presentava varie forme, da quella cruciforme dell’Antico Regno a quella con una cappella del medio Regno, a quella detta tomba a staff, con numerosi locali del Nuovo Regno.
Avevano un ampio cortile, attraverso il quale si accedeva al vestibolo rettangolare parallelo alla facciata colonnata, vi era la cappella o sala delle offerte che aveva una tavola delle offerte, una nicchia con stele funeraria ed una statua del defunto.
Vi era poi la cripta funeraria, che poteva essere ipogeica dove il defunto giaceva nel suo sarcofago.
Nella società egizia il culto dei morti aveva un ruolo molto importante.
Le tombe nell’Antico Egitto si evolsero nel corso degli anni grazie al comparire di strumenti sempre più efficienti e con il miglioramento delle strategie architettoniche. A seconda dello status della persona nella gerarchia sociale assumevano forme diverse, da semplici fosse a imponenti piramidi.
Le tombe rupestri ritrovate in questi giorni, risalgono a un periodo che va tra la fine dell’Antico Regno e la fine del periodo tolemaico. L’Antico Regno è il periodo dell’Antico Egitto che va dalla III alla VI dinastia e che è compreso tra il 2700 a.C.e il 2192 a.C. a questo periodo risalgono le costruzioni più imponenti e famose: le piramidi. L’Egitto tolemaico è stato governato dalla dinastia tolemaica iniziata con Tolomeo I dopo la morte di Alessandro Magno nel 323 a.C. e si concluse con Cleopatra VII e la conquista romana nel 30 a.C.
Gli scavi sono stati effettuati nel governatorato di Sohag che si estende per 125 km lungo il fiume Nilo e dista 467 dal Cairo. Gli scavi hanno riportato alla luce oltre a molte tombe anche molti vasi di ceramica, alcuni dei quali erano utilizzati nella vita quotidiana e altri all’interno di mobili funerari, noti come “vot”, piccoli vasi sferici con residui di rivestimento giallastro all’esterno.
Sono stati rinvenuti anche molti vasi di alabastro, resti di ossa umane e animali, frammenti di ceramiche, pezzi di calcare con iscrizioni che potrebbero rappresentare dipinti funerari dei proprietari di tombe.
Una tomba risalente alla fine dell’Antico Regno, presenta una “porta immaginaria con resti di iscrizioni geroglifiche”. Nella tomba sono state ritrovate anche scene raffiguranti il proprietario della tomba, sacrifici e persone che fanno offerte per i defunti.
In Egitto gli scavi non smettono di riservare sorprese. Un mese fa, nella zona di Luxor, sulla sponda Ovest del Nilo, è stata scoperta la “città d’oro perduta”, un insediamento risalente a circa 3.000 anni fa. Il ritrovamento è il più importante dopo quello della tomba del Faraone Tutankhamon, che avvenne nel 1922 grazie all’egittologo archeologo britannico Howard Carter.
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