Intervista a Giacomo Assennnato. Autore di “Il solo posto al mondo”, edizioni Milena Rainbow
Romance e Società

Giacomo Assennato. Favole e sogni nel post covid. Il romance si trasforma insieme ai lettori, avidi di sentimenti e happy end. Indipendentemente dal sesso, l’amore torna di moda! Principi azzurri e turchini sono avvisati! È uscito da pochi giorni, Il solo posto al mondo di Giacomo Assennato. Edito da Milena Rainbow. L’autore ha iniziato a pubblicare in self e questa è la sua prima pubblicazione con una casa editrice. Conosciamolo meglio, iniziando dal suo ultimo lavoro. 

Titolo: Il solo posto al mondo

Autore: Giacomo Assennato

Isbn: 9788832101751 

Prezzo: 14,00 €

Pagine: 232

Formato: 13 x 20 

Genere: LGBT 

Data di uscita: 14/06/2021

Sinossi

Gabriele ha scelto di essere invisibile, di chiudersi al mondo e di dedicarsi solo allo studio, e gli riesce davvero bene. Non vuole mostrarsi agli altri per quello che è e ha preferito abbracciare la solitudine. Cristian è diverso. La sua famiglia lo appoggia in tutte le scelte e si sente libero di vivere come vuole. Con la sua intraprendenza scioglie il nodo che impedisce a Gabriele di essere se stesso, allontanando la sua malinconia di fondo. Tra i due nasce un’intensa storia d’amore, ma eventi inaspettati si frappongono ai loro progetti e desideri. Gabriele e Cristian si amano, ma devono fare i conti con la vita, che accade e basta, senza chiedere il permesso. 

“IL SOLO POSTO AL MONDO” di Giacomo Assennato è una storia che come ha raccontato l’autore, era nata al contrario. Era scritta partendo dal presente e il personaggio principale aveva vent’anni di ricordi sulle spalle. Non mi suonava bene questo peso del passato continuamente rievocato con nostalgia. Quindi ho deciso di partire da lui ragazzino e di percorrere la strada in crescendo. I suoi protagonisti sono piccoli uomini che si scoprono gradualmente con luci ed ombre. Lo stile delicato ed attento dell’autore permette al testo di scorrere agilmente creando immagini ed emozioni. 

Gabriele e Christian, apparentemente sono l’uno il contrario dell’altro. Tanto è solitario e taciturno il primo, tanto è esuberante e vitale il secondo. 

Un libro delicato e forte dove paura s speranza si alternano e mescolano. Ingredienti di una ricetta perfetta, l’amore

Vuoi presentarti ai nostri lettori? 3 aggettivi per definirti.

Buongiorno a tutti e grazie per questa chiacchierata. Sono felice di essere vostro ospite. Ti darò sei aggettivi: Tre come uomo: insicuro ma chiassoso e infine (ci tengo) gentile e tre come scrittore: delicato, attento alla realtà e insicuro (è una costante), 

I tuoi amici di scaffale.

Ce ne sono stati tanti dall’infanzia a oggi. I più significativi sono stati David Leavitt, Michael Cunningham, Eleonora C. Caruso con lo splendido “Le ferite originali”, Mirko Lamonaca, Dawn Blackridge e, ultimamente, un giovane bravissimo: Ivan Gambina. 

Il solo posto al mondo è la tua prima pubblicazione con una casa editrice. Emozioni, riflessioni, dubbi?

La risposta positiva della Milena Rainbow alla lettura del manoscritto mi ha procurato, ovviamente, un’emozione incontenibile. Sono importantissimi i pareri che i lettori mi inviano per mail o attraverso i social, mi riempiono di affetto, mi rassicurano e spesso la sensibilità di chi scrive e di chi legge sono così vicine da far nascere un’amicizia. Ma per la prima volta mi è arrivato il giudizio degli “addetti al lavori” ed è stata una gratificazione importante.

Differenze con il mondo self?

Chi pubblica in self coccola il suo libro dall’inizio alla fine, compresa la scelta della copertina, il tipo di carattere, la spaziatura… Avere uno staff a disposizione che lo “manipola” per qualcuno può diventare un problema; nel mio caso è stata una fortuna. Ho trovato persone sensibili e attente a ogni particolare.

Come hai vissuto questa nuova esperienza?

Ne parlo con entusiasmo; non per l’euforia di avere fatto questo “passo avanti”, ma per lo staff che ha preso in cura il testo. È stato fatto un editing rispettoso che mi ha trovato sempre d’accordo, niente è stato stravolto e sicuramente ne è uscito un racconto più fluido. La professionalità non è acqua. Questa esperienza mi ha insegnato molto; me ne accorgo mentre scrivo: i suggerimenti sono entrati nella mia “penna” e diventati un bagaglio in più.

La scrittura… che rapporto avete? Quando hai deciso di intraprendere questa avventura?

Un tempo, scrivere era solo un desiderio che, a volte, riuscivo ad esaudire e da cui nasceva qualche racconto, breve o lungo. Non riesco a definirlo un hobby: scrivere era molto di più anche allora. Poi, un giorno, mi è nata una storia che vedevo crescere per pagine e pagine, e quando ho capito che non era più una prova ma un vero libro, sono rimasto catturato, innamorato. Scrivere è meraviglioso: per me è come se i personaggi fossero già lì, da una parte, ad aspettare che io me ne accorga, con la loro vita, pronti a raccontarmela e a descriversi. Non ho quasi mai l’idea del carattere che possano avere, quasi tutto nasce e cresce mentre “avviene”. 

Dove e quando lo fai?

Vivo da solo e quindi non ho orari da rispettare; inoltre dormo pochissimo e scrivere fino alle tre di notte è per me una cosa del tutto normale. Ma c’è una fase parallela molto importante, ed è quella dell’attenzione: ascolto la gente sul bus, vedo un ragazzo seduto da solo su una panchina e mi chiedo quale sia la sua storia, capto una frase di due signore sedute al tavolino in un bar e mi faccio il film della loro vita. Rubo qua e là quello che mi colpisce e spesso diventa parte di una trama.

Come la coltivi, se lo fai? Hai frequentato corsi di scrittura? Hai dei rituali, abitudini legate alla scrittura?

Veri e propri corsi non ne ho frequentati. Quando insegnavo alle superiori ho partecipato ad alcuni progetti, e poi, in classe, ho avuto la fortuna di lavorare con degli studenti entusiasti di mettersi alla prova in “giochi” di scrittura creativa. Come rituali… tazzoni di caffè che si alternano accanto alla tastiera, silenzio e, purtroppo, qualche sigaretta. La musica la amo, ma quando scrivo sono costretto a evitarla. 

Il solo posto al mondo… come nasce? Il libro tratta argomenti delicati ed attuali.

Ha avuto una vita travagliata. Esplora una ventina d’anni dei due protagonisti, Gabriele e Cristian. Era nato al contrario: partiva dal presente e rievocava il passato. Ma l’intensità dei sentimenti fra i due e la loro bella storia suggeriva solo un senso di rimpianto. Ho cambiato tutto e li ho seguiti da quando erano ragazzi fino ai loro quarant’anni. Tutto è diventato gioioso. Non voglio fare troppi spoiler, ma nel libro è presente il tema del bullismo; non quello evidente e purtroppo oggi in escalation, ma uno più sottile, che porta Gabriele ragazzo a sentirsi diverso e a chiudersi. È un episodio ambientato una ventina di anni fa e non sempre e non per tutti era facile essere sereni, scoprendosi gay. C’è infine un grosso riferimento al concetto di famiglia che sta cambiando.

E i personaggi?

Gabriele si è chiuso al mondo, non sapendolo affrontare e si realizza nello studio. Cristian entra, nel terzo capitolo e ruba il libro, lo fa suo. È proprio un’entrata teatrale, come appare ci si rende conto che “è lui”, che ruberà la scena e il cuore di Gabriele. Mi piacciono tutti e due perché, pur essendo profondamente sentimentali, sono forti, se le dicono, si rispondono per le rime. Non sono melensi, sebbene siano animati da un sentimento viscerale. E poi c’è Valentina, che è una donna straordinaria, intelligente e sarà fondamentale. Nel bene e nel male.

Stiamo vivendo un momento storico particolare e violento. Come raccontano gli ultimi fatti di cronaca. Cosa ne pensa Giacomo Assennato? 

È un dolore assistere alla rabbia immotivata che dà vita a certa violenza. Parlo dell’omofobia, ovviamente, ma anche del poco rispetto per qualsiasi altra forma del “diverso da me”. Spesso chi prova questo odio, lo fa “a prescindere”, perché considera una minaccia alla propria “normalità” una mano nella mano o a una coppia che vive insieme. È il momento che il rispetto sia stabilito per legge.

Hai mai preso spunto dalla realtà per i tuoi libri?

Non da avvenimenti di cronaca, ma sicuramente dal mio vissuto o da quello di qualcuno di cui conosco la storia. Di mio c’è tanto: in “Sapessi, Luca” ho raccontato le cose non dette, quelle non fatte, che ti lasciano per compagnia il rimpianto, in “Stellato il cielo com’è” puoi trovare il vuoto che lascia una perdita improvvisa e le fatiche per aprire nuovamente il cuore. Mi trovi anche ne “Il solo posto al mondo”: sono un po’ Gabriele e un po’ Cristian, e c’è qualcosa della mia vita.   

Progetti futuri?

Sto scrivendo. È più complicato sapendo di essere sotto l’occhio di una casa editrice; all’inizio mi sono sentito in qualche modo condizionato, poi ho scrollato le spalle e adesso sto andando libero.

I sogni e le speranze di Giacomo Assennato?

Sono contento di ciò che ho raggiunto e anche dei rapporti personali che sono nati con alcuni lettori con cui sono in stretto contatto. Vorrei solo riuscire a non perdere tono, e che ogni nuovo lavoro possa stupire me, mentre nasce, e non deludere chi lo leggerà.

Biografia

Giacomo Assennato (1952) nasce in Sicilia, ma a tre anni con la sua famiglia si trasferisce a Firenze. Studia al Liceo Artistico e poi alla Facoltà di Lettere. Ha lavorato per anni come insegnante alle scuole superiori. È appassionato di musica, di pittura e della parola scritta. Compie i suoi primi passi nell’editoria come autore di libri scolastici per Mondadori e Tramontana. In anni recenti ha scelto l’auto-pubblicazione. Dopo i primi tre libri, abbraccia il genere gay-romance, che non abbandona più. Così nascono Le cose acca-dono, Sapessi, Luca, Dimmi chi sei, Stellato il cielo com’è, È la vita che gioca, Mi chiamo Pietro e, in collaborazione con Dawn Blackridge, La musica che fai. Il solo posto al mondo è il primo romanzo pubblicato con Milena Rainbow.