Il Fridays For Future, il movimento innescato da Greta Thunberg a seguito delle sue proteste per attirare l’attenzione dei grandi della terra sulla crisi climatica, dà finalmente voce ai giovani attenti al loro futuro. Perché il futuro, di tutti, è oggi.

Movimento divenuto globale, Fridays For Future, conta giovanissimi attivisti in tutto il mondo. Anche i giovani italiani non si sono risparmiati e, ispirati proprio dalla figura di Greta, hanno aderito agli scioperi per il clima. Il movimento ambientalista che li tiene lontani per qualche ora dai banchi scolastici li vede scendere in piazza compatti, per gridare giustizia climatica, giustizia per il loro futuro.

Lavinia Iovino, 14 anni, è la porta voce romana del movimento. Proprio lei ci racconta del suo impegno che, nonostante la sua giovanissima età, la vede agire in prima persona non soltanto nelle piazze ma anche nella vita quotidiana.

Grazie Lavinia per averci concesso il tuo tempo. Quando ti sei avvicinata seriamente al problema della crisi climatica?

Ho sempre sentito parlare di differenziata, eco-sostenibilità, cose che ci propinano da anni e anni, della serie “fai questa cosa perché occorre farla” ma non avevo idea di quello che ci fosse dietro. Poi con la scuola ho preso parte a un progetto che ci avrebbe portati come delegati alle Nazioni Unite. Sono finita nella commissione sullo sviluppo sostenibile e, dunque, non potevo andare lì senza sapere di cosa avrei parlato. Quindi mi sono informata a fondo e mi si è spalancato un mondo. All’inizio non sapevo bene cosa fare. Sono quel tipo di persona che, se non le va bene qualcosa, cerca sempre di intervenire. Il primo impulso è stato quello di pensare “io devo dire qualcosa affinché più persone possibili sappiano” e da lì è nato l’imput di andare a cercare nuove informazioni e saperne sempre di più. Non solo, ho cercato subito il modo di farlo con altre persone, cioè di trovare una cassa di risonanza.

Il nome Greta, invece, quando lo hai sentito per la prima volta?

Mentre stavo facendo la formazione per il progetto scolastico, la prima cosa che ci fece vedere il mio professore è stato l’intervento di Greta a Katowice, in Polonia, ed è stata quella la prima volta che ho visto e sentito parlare di lei.

Hai scelto poi di scendere in campo, esattamente come Greta grazie al Friday For Future

Appena tornata dalla mia esperienza all’estero, ho deciso di partecipare al primo sciopero globale. Sono scesa in piazza assieme alla mia amica, e ricordo ancora che eravamo attaccate alla transenna. Il fato volle che Greta, quella volta, fosse a Roma. Poi da lì non ho più abbandonato Friday e ho sempre fatto di più. Quando entri in queste dinamiche tendi a fare di più poiché diventi consapevole di quello che accade e di quello che c’è da fare. Scegli poi, in maniera piuttosto automatica, di parlare di certi argomenti piuttosto che di altri o di fare cose piuttosto che altre, come scegliere ad esempio borracce al posto della plastica. Cose semplici che però si fanno con maggiore consapevolezza. Nessuno ti deve spiegare più niente, ovvero come avvengono certi meccanismi, e si fanno le cose in maniera automatica, grazie proprio a questa nuova consapevolezza.

la tua famiglia e i tuoi amici come hanno preso il tuo desiderio, divenuto poi concreto, di diventare un’attivista?

Nella mia famiglia la strada era già in parte spianata. I miei genitori si interessavano già a queste tematiche. Quindi una volta che sono diventata la bacchettona di casa, loro hanno risposto alle mie richieste per migliorare la situazione anche all’interno delle mura domestiche. Quindi adesso abbiamo il depuratore per l’acqua, e di conseguenza evitiamo la plastica, stiamo per mettere i pannelli solari, abbiamo l’energia che viene prodotta da fonti rinnovabili. Dei cambiamenti, insomma, decisivi per la causa. A sorprendermi è stata mia sorella di 10 anni che andava con le sue amiche a parlare di queste cose, dando in giro volantini. Le persone che conoscevo e con le quali parlavo un poco sono migliorate e cambiate. Mi ricordo molto bene questa scena: mentre parlavo con una mia amica, ad un certo punto, lei si è fermata per tornare indietro e raccogliere un pezzo di plastica. Le ho chiesto allora se si interessava delle tematiche ambientali, e lei mi ha risposto di sì. Dunque penso di influenzare, in maniera certamente positiva, anche chi mi sta attorno.

La pandemia di covid 19 come ha cambiato il vostro modo di operare?

La pandemia ci ha dato modo di fare un grandissimo salto in avanti. Prima della pandemia eravamo molto fomentati ma non strutturati. Il nostro focus erano le piazze, soprattutto. La pandemia e il lockdown ci hanno permesso di cambiare le nostre prospettive, abbiamo imparato tantissimo nel frattempo, abbiamo iniziato a utilizzare molto di più i social per raggiungere le persone. Il nostro fine dunque non erano più le piazze ma le piazze sono diventate un mezzo per raggiungere qualcosa. Il nostro fine era diventato cambiare qualcosa a livello sistematico, dall’alto. Un cambiamento che ci ha permesso di strutturarci e presentare al meglio le nostre iniziative e le nostre idee. Abbiamo dunque dato una forma definita al Friday e a quello che volevamo dire. Dunque non brancoliamo più nel buio, per così dire, ma ora stiamo sul pezzo.

Il 24 settembre è una data molto importante per il movimento poiché ci sarà uno sciopero globale…

Anche a Roma ci saranno delle manifestazioni poiché si sciopera, appunto, a livello globale. Adesso stiamo invitando le scuole a partecipare perché ci auguriamo che quanti più giovani ci raggiungano. E ci stiamo preparando in maniera logistica affinché tutto vada al meglio. Tutto avverrà, ovviamente, nel rispetto delle norme covid-19.

Se dovessi parlare davanti al parlamento europeo, in questo momento, come esordiresti?

Ci sarebbero tantissime cose da dire. Noi siamo la generazione del domani ma soprattutto siamo la generazione del presente. Poiché siamo in pericolo adesso. Ora si inizia a capire che c’è un problema serio ma non si percepisce ancora che questo è un problema vicino, non lontano. Invece, il problema è che c’è una crisi adesso. Direi questo. Non possiamo far finta di niente ora perché altrimenti ci saranno dei grossi problemi negli anni a venire.