Don’t look up, l’ultimo film di Adam McKay è campione di visualizzazioni sulla piattaforma Netflix.
Sarà merito del cast ricco di nomi famosi come Merylyn Streep o Leonardo di Caprio o forse perché tratta una tematica cara al mondo della fantascienza, preannunciando una catastrofe imminente.
Distopia
Infatti la trama distopica parte dall’ennesimo meteorite che potrebbe far terminare la vita sulla terra. Questa volta a scoprirlo per caso sarà una sexy docente nerd interpretata da J. Lawrence, affiancata da Leonardo Di Caprio. Un attore che è cresciuto professionalmente e si discosta dai tempi in cui girò Titanic, dimostrando esperienza e professionalità. Sopratutto nelle reazioni ed espressioni, molto di effetto e naturali al contempo. Evidenti quando gli scienziati provano a lanciare l’allarme e non vengono considerati. Nonostante ripetuti interventi in tv e sui giornali.
Mass media
Anzi, il film mostra in modo netto la risposta da parte degli heater verso la professionista che con il suo impulso e allarmismo è diventata il soggetto di meme e GIF. Apparendo come una donna isterica e portatrice di cattivi presagi. Al contrario del collega timido e dagli occhi blu che è diventato un sex symbol. Perché ha saputo capire e personalizzare le regole della spettacolarizzazione.
J.Lawrence diviene l’icona vivente della risposta della società internauta e disinibita. Lontana dal concetto di teoria critica di Horkeimer e Adorno. Per cui la logica produce consenso, la riproduzione del capitalismo è riproduzione valoriale e culturale. Che vengono trasmesse in modo unidirezionale e assimilate passivamente dai cittadini. Internet è la nuova frontiera del millennio che ha abbattuto i confini fisici e mentale. Tanto è che quando gli studiosi non demordono e decidono di rivolgersi direttamente al Presidente a stelle e strisce, ha inizio una nuova macchina politica e di comunicazione. Prima di tutto perché l’America è nelle mani della Presidentessa, Merylin Streep. Simbolo di emancipazione e potere. E poi perché la risposta del pubblico è vita per la politica e l’economia. Che fa girare il mondo e prolificare i mercati creando la capitalizzazione.
Conclusioni
Un film del piccolo schermo che affronta problemi poliedrici e mette in risalto molti meccanismi. Verrebbe da pensare che il re è nudo! Perché a parte il leitmotiv ricorrente e presente in molte pellicole, Don’t look up si differenzia per il cast d’eccezione e l’attualità. Il film è ambientato durante il covid, il regista tratta argomenti contemporanei come il tema del surriscaldamento globale legato al capitalismo e del dramma dei mass media. Una grande miscellanea, riflettente la società attuale. Che probabilmente solo grazie a queste innovazioni, si differenzia da classici intramontabili del genere, come Armageddon campione d’incassi dello scorso secolo. Con la regia di Michael Bay e dove sempre un meteorite minacciava il pianeta terra e il governo americano, incapace di trovare una soluzione, si affidava a una squadra di trivellatori. Disposti a compiere un sacrificio estremo pur di salvare l’umanità. Il film aveva un cast pieno di talenti come Bruce Willis, Ben Affleck, Billy Bob Thornton, Liv Tyler e Steve Buscemi. Don’t look up sembra ripercorrerne le orme, tranne che per la colonna sonora e il finale. Ambedue portano il pubblico alla riflessione sul fato, il rapporto dell’uomo con la natura e la modernità, e naturalmente il futuro del pianeta terra.
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