Quante ancora ne deve sopportare la Presidente della Commissione Europea?

Ebbene sì, ci risiamo. Dopo il “sofagate” con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (ne ho parlato qui), ci troviamo nuovamente di fronte ad un’imbarazzante situazione che vede come protagonista la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

Umiliante a tutti gli effetti.

Questa volta non è una poltrona ad essere soggetto della discordia, bensì una cosa che a mio parere è ancora più grave: il saluto.

A Bruxelles, durante il vertice UE-Africa, il ministro degli Esteri ugandese Abubakhar Jeje Odongo è allegramente passato davanti alla Presidente senza salutarla per precipitarsi invece a salutare il presidente del Consiglio dell’Ue Charles Michel ed il presidente francese Emmanuel Macron.

Un’umiliazione che non è passata inosservata e che, nell’imbarazzo più totale, è stata gestita da Macron. Il presidente francese ha fatto notare al Ministro la presenza della von der Leyen rimasta pietrificata. Ma anche qui avviene una mancanza di rispetto: Abubakhar Jeje Odongo si è limitato a rivolgere alla von der Leyen una semplice parola di saluto senza stringerle la mano come ha fatto con i due uomini.

Anche questa volta Charles Michel interviene domani.

Inutile dire che la Presidente ha mantenuto un sorriso di circostanza per tutta la durata dell’incontro, esattamente come fece in Turchia. Altro cosa che non è cambiata rispetto all’incontro con il Presidente turco è la mancata reazione del presidente del Consiglio Ue Charles Michel. Per la seconda volta ha perso l’occasione di fare la cosa giusta.

Maschilismo o Maleducazione?

Ancora non si sa se il gesto del Ministro degli esteri ugandese sia stato voluto, ciò che è certo è che non si può andare avanti così. In occasione di quello che è stato chiamato il “sofagate”, si era detto che la silente sottomissione della von der Leyen volta a non perdere di vista l’importanza dell’incontro ad Ankara, rischiava di diventare un grave precedente che si sarebbe potuto ripetere in altri contesti diplomatici.

Detto. Fatto. Non c’è due senza tre? speriamo proprio di no.

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