Cari amici e amiche, avrete sicuramente notato che l’Instagram è stato tappezzato di locandine e copertine di Bridgerton.

Be’ che dire? Fino a poco tempo fa il genere letterario romance regency  era snobbato, e classificato come trash, dalle nostre acculturate lettrici o lettori. Nonostante le illustri origini del suddetto genere da attribuire a Jane Austen, i nostri amici e amiche intellettualoidi lo classificavano come un genere di serie B e mai avrebbero pubblicato Bridgerton sulle loro rispettabili bacheche.

Ma, udite udite, da quando Netflix ha rilasciato il nulla osta come fenomeno mediatico, siamo tutti autorizzati a  “parlarne tra amici” senza essere additati come lettori superficiali. Cito non a caso la celebre Sally Rooney, i cui romanzi invece piacciono tanto ai nostri amici di cui sopra, ma non se ne conosce esattamente il motivo. Ma su questo faremo le nostre supposizioni più avanti).

Ad oggi troviamo i romanzi della seria di Julia Quinn in tutti gli scaffali più “illustri e intellettualoidi”. Sorge il dubbio che in alcuni casi fossero già lì da tempo ma eravamo noi a non saperlo.

Se una cosa ieri mi faceva storcere il naso e oggi la mostro con felicità, due sono le possibilità: o ieri non era poi così male, o ero io ad essere superficiale e piena di pregiudizi… pregiudizi che vengono a cadere “perché lo dice Netflix”.

Ma sorvolando sull’ipocrisia e l’incoerenza  generale, parliamo di Bridgerton!

Oggi mi soffermerò sul primo romanzo della serie, “Il duca e io“.

Immaginate il mio “shock because” quando, leggendo il primo capitolo, ho scoperto che il Duca di Hastings era a tutti gli effetti il sosia di Ian Somerhalder, occhi di ghiaccio pronti a gelare il prossimo e capelli corvini, nemmeno l’ombra del fascino esotico rappresentato nella serie tv; ed è stato lì che non sono più riuscita a scindere l’immagine del duca da quella di Damon Salvatore.

Lady Bridgerton, raccontata da Netflix come donna pacata e mai sopra le righe, è in realtà una donna sfacciata e “senza vergogna”, come lei stessa si definisce, aggiungerei anche un tantino esagerata e competitiva nella corsa con le altre madri dell’alta società nell‘accasare i suoi primogeniti.

Daphne, protagonista femminile del primo romanzo, non è una bellezza dal fascino delicato (vd.serie tv). Ma una ragazza dai colori mediterranei, marchio di fabbrica di tutti i fratelli Bridgerton.

Superato questo momento di disorientamento, la storia raccontata nel primo romanzo è molto godibile e abbastanza fedele nella trama alla prima stagione della serie televisiva. Se eliminiamo totalmente il personaggio della regina, che non viene mai citato e ci rassegniamo all’idea che nella versione originale l’identità di Lady Whisteldown resterà sconosciuta ai lettori ancora per molto tempo.

Definirei questo primo capitolo della serie una lettura spensierata. Lo stile è fluido e ricco di dialoghi frizzanti, a volte forse un po’ troppo lunghi ma che non pesano, e che, soprattutto nei primi capitoli del romanzo prendono a mio parere, spunto dai battibecchi di Elizabeth e Mr. Darcy.

Voi avete guardato Bridgerton? Avete letto o intenzione di leggere i romanzi di Julia Quinn? Fateci sapere cosa ne pensate! 

Cheers!