Benvenuti in Emily in Paris, il festival dei cliché, che compie il suo unico, preciso dovere, “rilassare” e lo fa anche bene.

Emily, pubblicitaria americana, influencer “per caso”, inviata a svolgere un anno lavorativo nella Ville Lumière, vive nel Quartiere latino in una “tipica” atmosfera romantica. A pochi passi dal suo appartamentino c’è il ristorante di Gabriel, affascinante vicino di casa di Emily. Nonché Chef francese, arrivato a Parigi dalla Normandia per inseguire il suo sogno nel cassetto: dirigere un suo ristorante.
Ed ecco che cadiamo nei primi cliché. 

Nella seconda stagione troviamo un altro celebre cliché, un chiaro riferimento a Audrey Hepburn. Quando la dolce americana Emily salta in sella ad una Vespa rivisitando la celebre scena di “Vacanze romane”, ma stavolta è lei a guidare. 

Guardare Emily in Paris è un po’ come guardare i film Natalizi trash. Sappiamo esattamente dalla prima scena come si svolgerà la storia, ma ci rilassano tanto.

Questo mi fa ragionare sul fatto che in fondo in fondo il cliché piace perché rassicura, d’altronde si tende  sempre a tornare dove ci siamo sentiti sicuri. 

Gli autori pongono l’attenzione, in entrambe le stagioni della serie, sull’interpretazione della cultura da parte degli stranieri in modo errato, in un crescendo che, sul finale della seconda stagione, diventa quasi uno scontro tra cultura francese e cultura americana. 

Gli outfit della prima stagione sono top, molto in stile Sex And The City, estrosi, ma di classe.  La seconda stagione invece, in campo outfit è totalmente un flop,  Emily sfoggia dei look kitsch al limite del pacchiano. Vi posso solo anticipare che “la bella americana a Parigi” va in giro per la città con una grande shopper di tela con la stampa della Gioconda, semplicemente orrida!

A fare da cornice a questo quadro parigino, una colonna sonora molto commerciale, ma decisamente godibile, soprattutto per gli amanti di Brigitte Bardot.

L’interpretazione di Lily Collins, attrice estremamente versatile, che viaggia senza colpo ferire da ruoli drammatici a ruoli frizzanti come Emily in Paris, è sicuramente è un valore aggiunto.

Se vi consiglio di guardare Emily in Paris? 

Si, magari dopo una giornata stressante, con davanti omelette al formaggio e baguette, perché in fondo il cliché piace a tutti. 

Salut!