Vi do un consiglio: accomodatevi sul divano e godetevi “L’estate nei tuoi occhi” tutto d’un fiato!
L’ESTATE NEI TUOI OCCHI. Conoscevo Jenny Han come autrice e in passato ho guardato con piacere i film tratti dalla sua trilogia best-seller “Tutte le volte che ho scritto Ti amo”.
Trovo Han un’autrice “fresca” che a volte si abbandona a cliché conosciuti, ma sapendoli trattare con un tocco di originale delicatezza.
Ed è per questo che non mi sono risparmiata e ho guardato subito su Prime Video la prima stagione di “L’estate nei tuoi occhi”. Tratta dall’omonima trilogia della scrittrice, sette episodi che rinfrancano come un tè fresco al tramonto. Adatta a qualsiasi età, questa serie regala una dolcezza incredibile, risveglia il lato nostalgico che tutti noi portiamo dentro. E allo stesso tempo fa riflettere su valori fondamentali, tra cui il concetto che la famiglia non è solo quella in cui nasci, ma le persone con cui ti senti a casa, e che si torna sempre dove ci si sente amati.
La famiglia allargata
Han racconta infatti la storia di una famiglia “allargata”. Ma non nel senso classico del termine, bensì, due madri, Laurel e Susannah, amiche da tutta la vita, che ogni estate trascorrono insieme ai rispettivi figli, alcuni mesi a Cousin, nella casa al mare, sedimentando sempre di più il legame tra i due rispettivi nuclei famigliari.
Protagonista principale della serie è Belly. La figlia sedicenne di Laurel, che vive l’estate della trasformazione da adolescente a giovane donna. E affronta le prime paturnie d’amore, trovandosi davanti alla scelta se continuare a rincorrere un sogno che porta nel cuore da sempre, o andare avanti facendo scelte consapevoli.
Han in questa serie di cui è creatrice e produttrice esecutiva, inserisce tutti i classici ingredienti della serie anni 2000. E questo lato l’ho amato profondamente, perché la rende così romanticamente nostalgica…
Abbiamo il dualismo tra due fratelli, il ballo delle debuttanti, l’adolescente che si trasforma in cigno, il rapporto genitori-figli e il meraviglioso legame tra Laurel e Susannah che rende tutto così solido e rassicurante.
C’è purtroppo anche un aspetto particolarmente amaro in questa serie. L’ho trovato non particolarmente funzionale, anche perché aleggia nell’aria fino all’ultimo episodio, dove sfocia solo negli ultimi minuti. Sarà probabilmente funzionale al seguito… ma forse di questo elemento avrei fatto volentieri a meno. In ogni caso non va a guastare l’armonia e la freschezza di un lavoro davvero ben fatto!
Un grande salto di qualità per Jenny Han, che mostra una crescente maturità lavorativa. E che questa volta dosa perfettamente ogni elemento senza essere mai stucchevole o scontata.
Una nota particolare di merito all’ intensa interpretazione di Jackie Chung nel ruolo di Laurel, che dona sicuramente un importante quid in più ad una serie vincente.
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